In piazza della Basilica a Paestum, il giorno del riscatto della Bmta che coincide con i suoi 20 anni, splende un sole, il sole di ottobre incastonato in un cielo che più azzurro non si può! Al centro dell’agorà è posizionato Franco Palumbo circondato dalla “coorte” di collaboratori, consiglieri, sostenitori a da “un’aureola” di soddisfazione che ha fatto coincidere nella Città dei Templi l’arrivo (ieri) di Matteo Renzi, Vincenzo De Luca e tutto il vertice del PD campano con l’apertura della sua 1^ Bmta accompagnata da un tempo prefetto.
È una folla di autorità, addetti ai lavori (giornalisti, archeologi …), che si stringe intorno all’evento immaginato da Ugo Picarelli 20 anni fa e avviato da Alfonso Andria, allora presidente di una provincia la cui presidenza e bilancio valeva più di un ministero. Il riconoscimento UNESCO diede all’evento smalto e abbrivio per crescere nel primo decennio, poi si è assistito ad un lento scivolamento di assestamento che, possiamo dirlo, è coinciso con la crisi economica che ha messo in ginocchio l’economica italiana.
Le buone pratiche rivendicate dal direttore Picarelli hanno consentito all’evento di resistere a molte spallate: l’avvento di Edmondo Cirielli, la progressiva scarsità di risorse, la delocalizzazione dall’Ariston all’area archeologica di Paestum, al fallito tentativo di darle una sede permanente con le sfere geodetiche volute da Italo Voza …
Palumbo inaugura, quindi, una Bmta che ha preso nuovo slancio proprio grazie al suo predecessore che, per la verità, è stato sfortunato perfino con il meteo!
Picarelli lo indica come il sindaco che per primo gli “ha chiesto cosa manca e cosa possiamo fare per migliorarla?”
Il sindaco del “popolo” riconosce a Picarelli una grande passione e che è stato un animatore infaticabile. Elogia Andria come “mio presidente, che mi ha insegna tutto della politica” e da merito alla BMTA che ci fa “conoscere dal mondo e conoscere il mondo”.
Poi lancia la sfida di dare una “sede permanente per la BMTA per efficientarla e costruirvi intorno un grande progetto culturale!”
Con il suo intervento di Gabriel Zuchtrigel denuncia il pericolo delle società contemporanee che tendono a creare barriere con “il rischio di rendere il mondo di oggi meno permeabile di quanto non lo sia stato nel passato”. Basti pensare ai rapporti che i Greci ebbero con gli Etruschi e con i Lucani proprio in questa città della Magna Graecia! Zuctrighel annuncia la costituzione dell’associazione “gli amici di Paestum” e saluta la neo presidente Teresa Giuliani, presente in sala.
Anche Tommaso Pellegrino pone l’accento sul fatto che si deve “valorizzazione del bello come volano economico per lo sviluppo sostenibile e non effimero”. Poi chiama in causa i dirigenti scolastici affinché invoglino docenti e insegnanti a far conoscere il territorio in cui vivono.
L’ex direttore dell’Unesco sezione cultura, Mounir Bouchenaki, sempre presente alla Bmta fin dalla sua prima edizione, richiama tutti gli Italiani al fatto che l’Italia è il paese con il maggior numero di siti Unesco nel mondo, per cui è essenziale che ne siano i custodi ma anche che facciano buon uso del patrimonio loro affidato dalla storia.
Corrado Matera, assessore regionale al Turismo della Campania afferma che il turismo culturale cresce sempre di più nella nostra regione. Infatti la Campania è la seconda regione per presenze relativamente al turismo culturale. Rivendica il merito di avere riscritto la Legge sulla dieta mediterranea che farà più riferimento agli stili di vita che ai singoli prodotti, l’aver portato l’alta velocità fino a Sapri, confermato le vie del mare e attivati i treni storici. Ricorda che la Carta di Paestum sottoscritta dalle regioni meridionali Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Campania sta dando i suoi frutti con la presentazione di un progetto congiunto per un finanziamento del MIBACT per la costruzione di itinerari siti Unesco e percorsi dell’anima.
“A Napoli siamo osservati speciali perché parliamo troppo a Salerno e provincia” conclude Matera. L’affermazione è sottolineata da sorrisi consenzienti soprattutto perché per anni dal Cilento si sono sempre levate le “grida” contro il “Napolicentrismo” delle varie giunte regionali!
Ma questa è tutta un’altra storia …