Sabato 21 ottobre, nel seicentesco edificio del Conservatorio di S. Caterina di Vallo della Lucania verrà presentato il volume Alfredo Pinto. Un solitario ma concreto sognatore vallese. Frutto di uno scavo documentario che ha impegnato l’autore, Manlio Morra, per oltre tre anni, il lavoro ricostruisce la vicenda personale e pubblica del canonico Pinto, noto sacerdote attivo a Vallo nella prima metà dello scorso secolo. In circa 350 pagine scorre la storia di uno dei pochi “preti sociali” della diocesi di Vallo, al cui centro è posta la principale delle sue realizzazioni nel campo educativo e assistenziale: l’Ente “Padre Donato Pinto”.
Più di uno i motivi di interesse del libro. Si porta l’attenzione, per la prima volta, su un personaggio ancora abbastanza noto nel suo paese d’origine, ma la cui attività è poco o niente conosciuta, almeno nel suo concreto dipanarsi; si valorizzano documenti storici di grande importanza ma tralasciati dagli studiosi a causa della nota trascuratezza locale verso le carte d’archivio e la memoria del passato in generale; vengono affrontati temi che investono un po’ l’intera storia cilentana, tenendo conto che l’Ente “Pinto” ha aperto e gestito per anni sue sezioni d’asilo anche ad Agropoli, Sapri, Ogliastro e Montano Antilia.
L’azione del sacerdote vallese è delineata con grande supporto documentario, in modo da tenersi vicino ai fatti e dar voce il più possibile ai protagonisti, con l’intento di presentare i più diversi aspetti dell’impegno sociale del biografato. Apprendiamo così che, dal primo al secondo conflitto mondiale, e negli anni appena successivi a quest’ultimo, don Alfredo anima l’intera scena socio-educativa locale creando istituzioni formative e benefiche assenti o poco efficienti in zona. Dall’asilo alle elementari, dall’orfanotrofio all’educandato, fino al magistrale e alla progettata “scuola di arti e mestieri”, l’attività del canonico si rivela essere quella di un vero “apostolo dell’educazione”, di un uomo tenace e lungimirante, di un realizzatore che spende tutto se stesso per il riscatto sociale e la promozione umana dei giovani e dei disagiati.
Una storia, in definitiva, tutta da scoprire e non priva di sorprese, come i continui ostacoli frapposti agli ideali del canonico, le incomprensioni e, non di rado, le vere e proprie ostilità personali sviluppatesi in alcuni ambienti del suo paese. Don Alfredo Pinto, così, viene restituito alla concretezza del suo agire e diventa il principale esponente di quel clero della diocesi vallese che, durante il Novecento, ha saputo trovare soprattutto nell’impegno sociale la sua più autentica vocazione. Non a caso, di alcune di queste figure di “preti sociali” viene tratteggiata l’azione e la personalità nella collana “Storie e Memorie”, curata da Luigi Rossi e pubblicata da qualche anno dalle Edizioni del Centro di Promozione Culturale per il Cilento di Acciaroli; collana della quale anche il libro di Manlio Morra fa parte.
Di questo, e di tanto altro, si parlerà nell’incontro del prossimo 21 ottobre (alle ore 17), con gli interventi del dott. Paesano, attuale presidente della Fondazione “Mons. A. Pinto e S. Caterina”, erede dell’ente fondato da don Alfredo, del prof. Iavarone, dirigente scolastico e discendente del canonico Pinto, e dell’autore. Al moderatore, prof. Michele Santangelo, è affidato l’incarico di introdurre i vari relatori e alcune testimonianze personali sulla vita e le attività dell’ente.