Il tema del banchetto è molto usato nella Bibbia. L’evento conviviale diradava la tristezza di una esistenza continuamente provata dal dolore, dalla povertà, dal sopruso subito, situazioni che facevano percepire la durezza di un esilio lontano dalla terra promessa.
Nel Vangelo al banchetto si assegna un valore positivo come comunione di convitati amalgamati dall’amicizia con Dio, pronti, quindi, a sperimentare la portata della gioia eterna. Gli evangelisti riportano diversi episodi per accreditare questa interpretazione. Le nozze a Cana, il pranzo in casa di Simone il fariseo o di Matteo e Zaccheo, l’esperienza conviviale ad Emmaus, la condivisione dopo la risurrezione sulle rive del lago del pescato arrostito, sono tutti episodi che fanno conoscere la paternità di Dio grazie alla mediazione del Cristo, suo Figlio; esperienze talmente coinvolgenti per chi vi partecipa da far mutare la propria vita consapevoli che la misericordia ricevuta genera serenità e gioia, consolida la concordia e rafforza l’amicizia.
Nella prima lettura la Liturgia della Parola propone il passo di Isaia che descrive il banchetto preparato da Dio sul monte Sion: ricco, abbondante, offerto a tutti, evidente dimostrazione di una regalità che non conosce limiti. Su questo monte i popoli gustano la salvezza definitiva in comunione col Signore grazie alla mediazione d’Israele, il quale in tal modo porta a termine il compito per il quale è stato scelto. Il dono più prezioso di Dio sul Sion è manifestarsi alle genti, le quali faranno esperienza della sua presenza. La piena comunione col Lui, simboleggiata dal banchetto, determinerà il definitivo mutamento della condizione umana con l’eliminazione del dolore, la distruzione del male, la sconfitta perfino della morte.
La premura annunciata da Isaia è presente e attiva; la speranza accesasi nell’animo non delude perché la garanzia si fonda sulla promessa di Dio, fedele per sempre. Per partecipare al banchetto occorre accogliere l’invito, condividere il pasto partecipando nei modi dovuti. Gesù ha in mente proprio questa idea quando nelle sue parabole parla del banchetto. La ricchezza del simbolismo umano e religioso prende forma nelle varie fasi del racconto non idilliaco perché segnato dal rifiuto degli invitati a partecipare: chi si giustifica adducendo pretesti, chi arriva persino a percuote i servi impegnati ad estendere l’invito. Al padrone non rimane che raccogliere altri individui per riempire la sala, situazione che enfatizza l’universalità della chiamata alla salvezza.
Le parabole, piccole storie tratte dalla vita quotidiana, presentano sempre una particolarità che Gesù usa come chiave per l’insegnamento che vuole trasmettere. Nel caso di questa domenica Egli ritiene incomprensibile che gli invitati da un re al matrimonio di suo figlio non solo non vadano al banchetto, ma bastonino chi porta loro l’invito arrivando persino ad uccidere. Chi rifiuta occupa emergenti posizioni sociali e possiede molte ricchezze perché dispone di terre e svolge proficue attività. Ma il Signore, che vuole celebrare il convivio con l’umanità, è animato dal desiderio di avere la sala piena. La festa è pronta, perciò non esita ad invitare tutti, anche ospiti non selezionati, “buoni e cattivi”, non importa. Nessuno si deve sottoporre a preliminare esami d’idoneità perciò nessuna scusa può risultare valida perché il suo desiderio è gratuito, non pretende nulla in contraccambio. Egli vuole solo “che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità”.
E’ un desiderio che ci insegue costantemente; Dio non si cura che gli invitati sono poveri, storpi, ciechi, incapaci di restituire alcunché. Egli pone solo due condizioni: accettare l’invito senza lasciarsi distrarre da altri interessi ed entrare nella sala indossando una veste adeguata. Per il cristiano si tratta della definitiva decisione di liberarsi dell’uomo vecchio per assomigliare, grazie al battesimo, all’uomo nuovo, vale a dire Gesù in persona. Chi partecipa al banchetto non ha nulla di proprio, la sua è la condizione dei vagabondi nelle strade, degli scarti dell’umanità, non di chi é sazio e soddisfatto o possiede più del necessario e, di conseguenza, non sa apprezzare l’invito perché pretende di conservare privilegi e differenze e, per questo, mantiene le distanze. E’ un atteggiamento offensivo verso il Padre, che non può tollerare queste discriminazioni perché vuole che tutti sperimentino il banchetto della convivialità e dell’uguaglianza. Nessuno è tagliato fuori, si devono solo rispettare le regole per parteciparvi. La veste richiesta implica la correttezza nei comportamenti, la volontà di orientare la propria vita secondo i dettami dell’amore di Dio. L’esperienza esaltante della sua bontà spinge ad aver fiducia e a produrre una reale conversione perché l’amore divino ricevuto in dono non può rimanere senza effetti.
Il Signore non cerca uomini perfetti, ma persone che si sono incamminate, anche se a tentoni o claudicanti, perché il paradiso, come la sala del banchetto di nozze della parabola, é pieno di peccatori perdonati! Il Signore lo sa perché anche Lui entra nella sala, non rimane un Dio lontano, separato. Egli condivide l’esperienza con gli invitati perché gli sta a cuore la gioia dell’umanità, motivo per cui se ne prende cura. Chi non è vestito in modo adeguato o si rifiuta d’indossare l’abito delle nozze di fatto nel profondo del suo animo è rimasto fuori, non ha compreso il significato della festa, cioè che in cielo si gioisce salmodiando per ogni peccatore pentito, per ogni figlio che torna ad abbracciare il Padre, per ogni mendicante d’amore che bussa alla porta dal Buon Samaritano.
Facciamoci sorprendere dagli inviti divini, nessuno può essere estraneo per il Padre, nessuno é impossibilitato ad accogliere la chiamata perché tutto possiamo nel suo nome come l’apostolo Paolo, il quale ha imparato ad adattarsi in ogni situazione, nel bisogno come nella tribolazione, conservando la serenità e l’anelito a partecipare al banchetto dell’amore nel Regno dei cieli. La Salvezza è un mistero di grazie e di amore affidata alle nostre mani operose, al nostro cuore partecipe. Noi siamo invitati ad andare nei crocicchi delle strade del mondo per invitare tutti, specie gli scarti, gli sconfitti, i disperati. Il Padre è pronto ad accogliere, rincuorare, rifocillare, dare gioia ad una umanità affratellata, pronta a brindare grazie alla redenzione operata da Cristo.