In tempo di crisi, ristrettezze ed ottimizzazione di servizi, accade anche che siano sovvertiti stereotipi, diventati poi quasi convenzioni, come “Il postino suona sempre 2 volte”, romanzo poi tradotto in un film, con implicito riferimento alla “visita” giornaliera del portalettere.
In alcuni territori, tra i quali il Cilento ed il Vallo di Diano, infatti, il postino è destinato a suonare sempre meno.
È quanto prevede il piano di Poste Italiane, in accordo con le organizzazioni sindacali, legato alla rimodulazione del servizio di distribuzione della corrispondenza che, in diversi comuni, passerebbe da giornaliero a bisettimanale.
Il progetto dovrebbe andare a regime dal 2018, interessando più di 5000 comuni dei quali 126 in provincia di Salerno.
Tra essi quelli che rientrano nel circondario di Agropoli, Polla, Roccadaspide e Vallo della Lucania.
Il modello legato al recapito a giorni alterni è stato avviato, a partire dal 2015, in diverse realtà territoriali e vede, nello specifico, la consegna degli invii postali a giorni lavorativi alterni, dal lunedì al venerdì, 2 volte a settimana.
La priorità è data alla corrispondenza più importante, rappresentata da raccomandate, avvisi di Equitalia, telegrammi e pacchi.
“Nei territori in cui il modello è stato avviato, si sono registrati disagi per cittadini, imprese ed istituzioni, con bollette e posta recapitati in notevole ritardo”.
E’ quanto si legge nell’interrogazione della senatrice del Pd Angelica Saggese indirizzata al ministro dello Sviluppo economico per chiedere di rivedere il piano.
“Nell’atto – si legge ancora – è evidente come il piano determini una palese disparità di trattamento tra i cittadini delle aree interne e quelli delle città dove questo non verrà applicato”
E proprio in tal senso è quantomeno curioso come, in termini legislativi e di risorse, ci si orienti sempre più sulle aree interne, sui borghi e sui piccoli comuni, con l’obiettivo di salvaguardarne i servizi, mentre in contemporanea si assiste a piani che comportano graduali penalizzazioni per gli stessi centri.
Di certo non uno scenario incoraggiante per territori già privati negl’anni di importanti servizi e che sono disperatamente alla ricerca di appigli a cui aggrapparsi. Basti pensare al Vallo di Diano ed a tutto ciò che nel tempo è venuto a mancare, tra ferrovia, tribunale e carcere.