Gentile Nicola Ammaccapane, quando è nata Italia 2 Tv e chi fu il fondatore?
La nostra emittente nasce nel 1977, e l’unico fondatore rimasto tra i quattro che iniziarono, è Nicola Ammaccapane, unico editore attuale.
Come si è sviluppata nel tempo e quali sono stati i momenti più esaltanti del suo sviluppo?
Siamo partiti, come tutti, con attrezzature che oggi farebbero solo ridere. La TV era da poco a colori, e quindi avevamo telecamere e registratori in bianco e nero, e qualcosa, tra l’altro costosissima, a colori. I registratori erano di dimensioni enormi, e i portatili, solo di nome, erano delle piccole cassapanche. Quello però è stato il momento più esaltante, perché l’uomo non era ancora uno schiavo di una macchina, ma con il suo estro e la sua manualità, riusciva a creare cose diverse, nuove. Ricordo il classico rullo, cosa ci inventammo, un girarrosto da forno, con sopra incollato giornalmente tutti i programmi della giornata, regolarmente battuti a macchina con una telecamera da videocitofono in b/n che riprendeva. Erano bei tempi, oggi se non hai un PC con un bel programma, non si fa nulla.
Con l’avvento delle nuove tecnologie e con l’avanzare del digitale, quali sono stati i cambiamenti che avete dovuto affrontare e le scelte che avete fatto per restare sul mercato?
L’avvento del digitale, e la moltiplicazione delle proposte televisive, ha distrutto il mercato. Il telespettatore si è visto arrivare sul proprio televisore una infinità di emittenti con le loro proposte, e le Major l’hanno e la faranno ancora da padrona. Questo ci ha costretto ad abbassare i prezzi e migliorare l’offerta anche nei contenuti.
Qual è il bacino di utenza di riferimento che servite in questo momento?
Il nostro bacino di utenza è principalmente la provincia di Salerno, ma ci allarghiamo sulla città di Potenza e zone limitrofe, tutta la Calabria, fino a Reggio.
Com’è strutturata la vostra redazione giornalistica e con quale palinsesto giornaliero vi presentate ai vostri telespettatori?
Il nostro palinsesto si basa principalmente sulla informazione, con 9 TG giornalieri, con notizie dal nostro territorio di partenza, il vallo di Diano, e poi con le redazioni di Salerno e Potenza. Non trasmettiamo film e telefilm da oltre 15 anni, ma realizziamo rubriche tematiche con argomenti che interessano i telespettatori dei nostri territori, essendo orgogliosamente “local”;
La vostra emittente opera anche nel settore dei servizi alla pubblica amministrazione con convenzioni retribuite?
Abbiamo convenzioni con la pubblica amministrazione ed istituti scolastici, e facciamo, con quasi tutti gli istituti, anche l’alternanza scuola/lavoro.
Il Cilento e il Vallo di Diano hanno molti suoi “figli” in giro per il mondo. L’emittente ha programmi specifici rivolti agli emigranti in Italia e all’estero?
Dal 1° settembre siamo entrati nel DECODER “CIBORIO TV BOX”, che trasmette sul digitale terrestre, 24 ore su 24, nelle Americhe, in Australia e in Cina, tutta la nostra programmazione. Infatti abbiamo dovuto ampliare il numero dei nostri TG da 7 a 9, per dare la possibilità ai nostri emigrati, di vedere le notizie dei paesi di provenienza a qualsiasi ora, notte e giorno, in base ai loro diversi fusi orari.
Dal punto di vista legislativo negli ultimi anni ci sono stati diversi interventi nel settore delle telecomunicazioni. Hanno migliorato la situazione delle emittenti locali o hanno messo in difficoltà la loro esistenza?
Dal punto di vista legislativo abbiamo avuto sicuramente un peggioramento della situazione. Ci hanno scaricato tante norme, ed alcune contradditorie tra loro. Abbiamo dovuto aumentare i consulenti esterni per evitare di incappare in qualche nuova norma non di nostra conoscenza. Ultima fra tutte, a sorpresa, esce una nuova norma sulla SIAE. Una norma che ancora oggi non sappiamo bene come attuarla, visto che, anche la stessa SIAE, deve aggiornare i suoi software per poterla attuare. Per ora ci limitiamo ad inviare delle comunicazioni trimestrali.
Sono nate anche molte Web TV. C’è stato un fenomeno inflattivo nel settore dell’offerta televisiva oppure è stata un’occasione per aggiornare il settore?
Oggi abbiamo un’altra sfida: INTERNET. Due ragazzini si uniscono e creano, a loro dire, una web.TV. La verità è che, forse, non sanno che creano una TV on.demand e non una web.tv.
Una web.TV per essere una vera web.tv, deve trasmettere 24 ore su 24, e non realizzare dei servizi a pioggia ed il telespettatore ci clicca sopra e lo guarda quando vuole, questa non è una web.TV. Ma spacciandosi per web.TV, riescono a prendere pubblicità sottraendola a chi effettivamente ha una organizzazione e fa realmente informazione24 ore su 24, e chissà se sono in regola con tutte le normativa vigenti.
Concluda lei l’intervista con un suo intervento in merito alla possibilità del nostro sistema socioeconomico di reggere la presenza di tantissimi attori che operano nel settore dell’emittenza televisiva …
Credo che una grossa cernita delle emittenti è stata fatta. Come tanti settori, la crisi ha eliminato tanti attori. Adesso bisogna intervenire su internet, troppa gente, poco qualificata, apre e chiude con una velocità impressionante. Molto spesso non paga le tasse, e questo gli consente di essere concorrenziale sul mercato, a danno di chi ha: strutture, risorse umane e tanti investimenti alle spalle. Il futuro, anche televisivo è lì, e mi auguro che ci sia un altro far west, così come capitò agli inizi degli anni 80, dove l’assenza delle normative, permise a tanti di aprire e chiudere lasciandoci in eredità un settore anarchico e confusionario.