Il personaggio ha popolato l’immaginario collettivo nazionale ed internazionale come “simbolo di libertà” e di “riscatto dalla schiavitù” (nell’accezione più ampia e prismatica del termine). Ogni evento che ne utilizzi il nome e la memoria non può essere banalizzato ed immiserito al ruolo di “sagra” paesana, ma deve sempre ubbidire a canoni di grande spessore culturale e di sicuro impatto mediatico, anche per garantire una positiva ricaduta di immagine sul territorio.
Questo principio vale sempre e comunque, ma soprattutto per il Comune di Giungano e territorio limitrofo, che ha legato alla memoria del “gladiatore” liberto, attraverso “eventi” ripetuti negli anni, la possibilità della promozione del turismo nella Kora Pestana in nome e nel segno della cultura. E va, di sicuro, in questa direzione la Progettualità nota come “II Patto del Fiume”, che i sindaci di un vasto territorio hanno discusso, elaborato ed approvato. Il fiume è il Solofrone, il cui corso attraversa per buona parte il demanio di Trentinara e Giungano e, solo nella parte finale della foce paciosa, quello di Agropoli e Capaccio Paestum, pur ricevendo le acque da fiumare e torrenti delle colline di Cicerale e Ogliastro. Giungano, pertanto, ha il diritto/dovere di continuare ad accendere i riflettori dell’interesse locale, regionale, nazionale ed internazionale sulla figura di un uno dei più grandi rivoluzionari della storia di tutti i tempi, che, secondo la leggenda ben radicata nella coscienza popolare ma con agganci a belle pagine di storia non contraddetta né contestata con motivazioni fondate e credibili, combattè la sua ultima battaglia contro Licinio Grasso nel Vallone di Tremonti, tra Trentinara, Capaccio e Giungano, là dove il Solofrone dirupa nella gloria della luce nel fragore di una cascata di coralli d’argento dagli altari d’ocra delle falesie della rupe.
Sulla base di queste considerazioni, in nome del liberto/eroe, urge puntare in alto anche per consentire ai media di dare eco e risonanza adeguate a tutte le eventuali iniziative, in modo da acquisire una corposa rassegna stampa per richiedere e sollecitare, con motivazioni credibili, i finanziamenti per le edizioni degli anni futuri (ampliate ed arricchite nei contenuti e nella spettacolarizzazione/teatralizzazione), per farne l’EVENTO di caratura internazionale, a dimostrazione che anche i piccoli centri sono in grado di testimoniare e lanciare un “brand”, come si dice oggi, in cui la qualità della proposta ha la FORZA DELLE IDEE, che sono e restano le uniche vincenti e capaci di muovere il mondo
A tal proposito suggerisco all’amico sindaco di Giungano, che conosco come amministratore volitivo, determinato, fattivo e che si entusiasma per i fatti di cultura, un PACCHETTO di iniziative che trovano la sintesi nell’UNICUM DELL’INSIEME e di muoversi con celerità in modo da realizzarli, in parte o in toto, per la prossima estate.
L’iniziativa che segue va realizzata anche per ricordare la memoria del Cav Franco Palumbo che fu un grande sindaco di Giungano.
1 – UN CONVEGNO SULLA FIGURA DI SPARTACO con la partecipazione di intellettuali di chiara fama: storici, letterati, politologi/sociologi, registi/sceneggiatori, ecc. in grado, quindi, di avere spazio adeguato sui media.
2 – UNA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA sulla figura del gladiatore (con proiezione di due/tre film significativi), assicurandosi la presenza di qualche attore/attrice e/o regista/sceneggiatore, di chiara fama. A tal proposito informo che è attualmente in programmazione, su una importante rete televisiva americana, una fiction di successo sul liberto, a cui si può attingere.
3 – PREMIO INTERNAZIONALE “SPARTACUS”.
Motivazione: Lo spirito di Spartaco non è morto e in Italia, in Europa e nel mondo c’è sempre un capopopolo che guida una rivolta in nome della giustizia e della libertà. Questo spirito rivoluzionario, che, per sua natura, è più evidente quando sconvolge l’organizzazione politica di popoli e relative forme di governo, per analogia è da identificarsi anche nel ricco, vario ed articolato campo delle attività dell’ingegno come della vita produttiva. C’è sempre uno Spartaco che innova e rivoluziona la letteratura, la musica, il teatro, il cinema, la pittura, l’architettura, l’urbanistica, la scienza, l’economia, il mondo della produzione e chi più ne ha più ne metta. Questo è un pretesto straordinario per un “Premio Spartaco d’oro” (una statuetta o targa che riproduca il liberto gladiatore) da attribuire a politici italiani e stranieri che, nelle rispettive realtà, si sono distinti per studi, atti e comportamenti innovativi. E, per analogia, a letterati, musicisti, pittori, cineasti, urbanisti, architetti, ecc. italiani e stranieri, che hanno innovato profondamente i propri settori di competenza”.
Quest’anno, tenuto conto del breve tempo a disposizione, si potrebbe limitare il Premio a due/tre settori: a) la politica; b) la letteratura; c) la medicina.
4 – BORSE DI STUDIO per giovani ricercatori o TESI DI LAUREA sulla figura e la personalità storica di Spartaco da istituire ed assegnare in collaborazione con l’Università di Salerno e/o di Napoli. E Roma.
Ma c’è anche la necessità, secondo me, di intervenire sull’assetto urbanistico del territorio con qualche intervento che ne cambi ruolo e funzione immettendolo, ANCHE VISIVAMENTE, nel circuito dei mercati nazionali ed internazionali, come LA TERRA DI SPARTACO e come tale riconosciuta e visitata. E mi spiego: il Ponte (di Giungano), che, scavalcando il fiume, collega l’ultimo tratto di pianura con il paese assorto nella quieta riservatezza del borgo protetto dai giardini di agrumi ad arredo di qualche palazzo gentilizio come di umili dimore, e da un lecceto lussureggiante a protezione dai dirupi del Cantenna, scollina in comodi tornanti verso Trentinara, Cicerale ed il Cilento interno. Sotto il Ponte c’è una polla d’acqua sorgiva, che pigola lamenti di stenti e fatiche di una umanità dolente, che vi trovò ristoro e pausa di lunghe giornate alla calura rovente di un esercito di braccianti malpagati nei latifondi dei “signori” sulle “tempe” di Cannito. Quella fontana andrebbe recuperata, nobilitata nella struttura e nella funzione, dandole anche un nome che ne riscatti la dignità. Perché non chiamarla “La Fontana di Spartaco”, quasi ad indicare una sorta di riscatto, appunto, dei reietti della storia che figliarono miseria nella raccolta delle olive nei fondi sottostanti o nella fienagione di sulla, erba medica e granoturco, o nella raccolta delle foglie larghe del tabacco con il loro carico pesante di miasmi pestiferi, o a catturare sudori e reumatismi in posizioni anchilosate su graticci di canne e ginestre allineati sulle aie a “curare” fichi, i “moscioni”, le monde e le spaccate o ad abbacchiare sacchi di fagioli e ceci più giù lungo gli argini del fiume. E potrei continuare con la raccolta, ricca e colorata dei coltivi resi fecondi dall’irrigazione. Ma sulla fiancata del del Monte Sottano reclama vendetta una ferita devastante, che ne ha devastato bellezza e vegetazione. Ebbe la funzione di “cava” di pietra calcarea per le “carcare”, appunto (tutta da recuperare, narrare ed esaltare la minimprenditorialità del territorio, testimoniata da scheletri di fornaci/carcare e pianori per i “catuozzi”/carbonaie per la produzione di calce, carbonella e carbone. Ma questo è ancora un altro filone di storia/tradizioni da recuperare). Si potrebbe ipotizzare e realizzare un progetto di RINATURALIZZAZIONE con flora autoctona che esalti, in percorsi attrezzati e ragionati, ALBERI E FIORI, la cui storia si rifaccia a leggende e a miti legati a dei, dee ed eroi della nostra tradizione per farne IL PARCO DELLA LIBERTÀ da dedicare, manco a dirlo, a SPARTACO con al centro una sua statua/monumento. Saliremmo in un baleno al centro dell’attenzione della cronaca internazionale ed il territorio, con gli opportuni rodaggi e le limature di un progetto work in progress come si dice in inglese, o, meglio ancora, in fieri, nella terminologia a me più, familiare del vecchio latino, sarebbe meta di pellegrinaggi di TURISTI CURIOSI MA CONSAPEVOLI da tutto il mondo. E il nostro territorio con VIA E PARCO DELLA LIBERTÀ potrebbe diventare uno STRAORDINARIO MOTORE DI SVILUPPO di un TURISMO DEL FUTURO, ma con anima e cuore saldamente innestati sul passato. È UTOPIA la mia? Può darsi. “Ma, probabilmente, non c’è futuro senza un pizzico di folle creatività dell’utopia”. Buon lavoro!
Il progetto nel suo insieme va condiviso con il sindaco di Trentinara, Rosario Carione, che con la Strada dell’Amore, con il monumento al bacio, con Cilento in volo e con la Strada della Libertà è diventato punto di riferimento del turismo culturale del territorio a livello regionale e nazionale.