Con l’arrivo dell’autunno il lavoro nei campi si intensifica. Settembre e ottobre rappresentano da sempre un periodo in cui l’impegno dei contadini, e settori annessi, aumenta esponenzialmente. I primi mesi della stagione autunnale sono infatti quelli che canonicamente si dedicano alla vendemmia e alla raccolta delle olive. Quest’ultimo comparto ha avuto negli ultimi anni alterne fortune: annate in cui il raccolto è stato scarso, se non inesistente, a causa della siccità, delle temperature troppo alte o troppo basse, della pioggia, del vento e tanto altro ancora. Ed è con questo tema che inizia l’intervista a Giuseppe Cilento, presidente della Cooperativa agricola “Nuovo Cilento” di San Mauro Cilento, tra i pochi coltivatori che ogni anno hanno raccolti eccellenti.
Che annata si prospetta per la raccolta delle olive? Qui c’è un mito da sfatare. Le annate sono sempre buone e non è vero che le olive cadono per colpa del vento, della siccità o del maltempo. Il frutto si stacca dall’albero perché mancano i nutrimenti che dovrebbero arrivare dal terreno. C’è un errore diffuso nella coltivazione dell’ulivo, un errore che è nato recentemente, nonostante i nostri nonni facessero tutt’altro.
Volendo essere più precisi? È molto semplice. Noi della cooperativa “Nuovo Cilento” adottiamo un metodo diffusissimo nelle campagne dei nostri avi: alla base di ogni ulivo venivano piantati, ad esempio, fagioli, lenticchie, fave, grano, arena. I nostri nonni, senza alcuno studio scientifico, sapevano infatti che le radici di queste piantine arricchiscono il terreno, nutrendolo di sostanze importantissime. Tali sostanze vengono poi assorbite dall’ulivo e le olive crescono sane, forti e piene di olio.
Possiamo affermare che per voi non esiste crisi, avete sempre un buon raccolto? Certo! La piantumazione di legumi e graminacee fa tanto ma anche il lavoro che c’è intorno. Per avere un buon raccolto, il terreno deve essere sempre coperto, altrimenti perde i suoi nutrienti. Nei nostri terreni abbiamo un mezzo particolare che taglia e piantine, facendo in modo che lo stelo rimanga attaccato, seppure in minima parte, alle radici. Così facendo il terreno non è spoglio e il nutrimento è tutto dell’ulivo.
Una rivoluzione nell’agricoltura che rispetta molto la tradizione… È da sempre la nostra priorità. Senza rispetto per le tradizioni non si va da nessuna parte. Dobbiamo sempre tenere in mente l’insegnamento dei nostri nonni.
La soluzione per avere una produzione sempre ottimale è dunque semplice? Esatto, e basta una semplice piantina di fagioli. Sembra un’idea futuristica ma non lo è. Abbiamo semplicemente studiato un po’ di storia.
Dal lavoro nei campo passiamo alla tavola, il costo dell’olio varia moltissimo di anno in anno… Torniamo al discorso di prima. Il costo di un litro d’olio varia a seconda della produzione ma se se ne ha sempre una degna di nota, il costo può mantenersi basso e ovviamente ne guadagna la qualità. Spesso mettiamo sulle nostre tavole oli di infima qualità che non portano assolutamente benefici.
La Coop. Nuovo Cilento è sempre interessata alle novità? Dobbiamo esserlo se vogliamo la qualità per i nostri prodotti. L’1 e il 2 di ottobre, nell’ambito di Tecnolive a San Mauro, presenteremo alcune di queste novità al pubblico.
Una piccola anticipazione? Una di queste riguarda l’ambiente e il lavoro giovanile. C’è uno studio dell’Università di Salerno che ha coinvolto tanti giovani ricercatori e che ha dato risultati interessantissimi.