“Ebolesi, si sentono ebolesi”. Battuta a parte, chi vive da decenni la vita sociale ai confini di Eboli e dentro il cuore della cittadina eburina sa di cosa parlo. Del riflesso condizionato che si alza ogni volta che dall’Ospedale al Piano di Zona, dal partito X o da un qualsiasi ufficio c’è ogni volta un pezzo di potere, un’infrastruttura o tre impiegati devono essere “tolti” a Eboli e andare nei comuni vicini, peggio ancora se confinanti. Quando ciò avviene, si sviluppano gli alti lai ed è facile sentire invocare direttamente la questione meridionale in virtù di un refuso tipografico che colpì la casa editrice Einaudi chiamata, ancora sotto i bombardamenti bellici, a titolare l’opera rivelazione di Carlo Levi fermatosi a Eboli brevemente per motivi solo ferroviari. Un complesso un po’ diverso sembra essersi sviluppato a Roccadaspide, dove c’è una logica di tipo più predatorio, con uffici e scuole avocate direttamente a sé.
L’ultima è di pochi giorni fa. Bretella di collegamento con Agropoli: anche il Partito democratico di Eboli si schiera dalla parte del no. Mò uno dice, e a ragione, e questi chi sono? Ce li ricordiamo ancora a perdere le elezioni comunali contro Massimo Cariello. Dovrebbero essere ancora in pieno Daspo politico. Ed eccoli a farsi sentire: “Esprimiamo la nostra netta opposizione alla realizzazione del progetto Anas oggetto di finanziamento dal Cipe di una bretella di collegamento stradale veloce tra l’autostrada A3 “SA-RC” (Eboli-Campagna) e la variante alla statale 18 (Agropoli)”. Ohibò. Motivo, quest’ultimo, per una settimana di guerra civile, scontri con la polizia e tutto ciò che la coreografia del caso prevedeva. Questi invece dicono no. E- con sprezzo del ridicolo – lo spiegano. Sì, vabbè: “La bretella collegherà direttamente l’autostrada ad Agropoli tagliando fuori importanti comunità come quelle di Eboli, Battipaglia”. Pensereste, a questo punto, che minimo minimo, le strade esistenti siano tolte. Niente di tutto ciò. Eppure per il Pd locale, insomma ciò che resta: “Il progetto taglia completamente fuori la Piana del Sele dalla rotta dei traffici turistici e non che raggiungono il Cilento con una ricaduta negativa sull’economia locale, in particolare sulle tante attività imprenditoriali sorte spontaneamente lungo i tratti stradali (in primis la S.S. 18) e che fungono da vetrina commerciale delle tante eccellenze prodotte sui territori: dalla mozzarella di bufala campana, ai carciofi, ai pomodori, alle fragole”. “Ebolesi”, insomma. Siccome qui alberga la migliore cultura riformista d’Italia, ecco la proposta: “Le criticità del traffico veicolare possono essere risolte con l’allargamento e il miglioramento della rete viaria esistente. Come? Innanzitutto intervenendo sulla strada statale 18 sulle rotatorie di Ponte Barizzo e di Capaccio Scalo che fungono da imbuto e strozzano il traffico veicolare determinando i tanti problemi di congestione che viviamo soprattutto nei periodi estivi e nei weekend”. Fa niente, è fessaria re cafè, che proprio per rispondere a questi elementi critici che parte la proposta di Nuova Variante per Agropoli. Gli stessi poi occhieggiano a una cultura da risparmiosi del denaro pubblico che si fatica a credere ai nostri occhi. “Realizzare una nuova strada, che sarebbe inoltre costosissima rispetto agli interventi suddetti e che riuscirebbero a produrre lo stesso risultato a costi notevolmente inferiori”. Bene, bravi, bis. “Abbiamo richiesto un interessamento sulla questione a Luca Cascone presidente della Commissione Trasporti della Regione Campania cui abbiamo anche chiesto un incontro urgente presso la Regione Campania per verificare lo stato dell’arte e rappresentare la nostra contrarietà a tale intervento che penalizzerebbe in maniera seria una fetta importantissima del comparto economico di Eboli e dell’intera Piana del Sele”. Andiamo allora a vedere di cosa si tratta. E’ la vecchia proposta della Cisl salernitana fatta propria e propugnata da Franco Alfieri e con De Luca pronto a metterci sopra 250 milioni di euro. L’idea del Governatore Vincenzo De Luca, lanciata ad Agropoli lo scorso anno in occasione della riapertura della Cilentana, di realizzare una strada a scorrimento veloce che dal Cilento arrivasse direttamente sull’autostrada all’altezza di Eboli è attesa da molti. Soprattutto il comprensorio a sud di Agropoli ritiene fondamentale la nuova arteria stradale per lo sviluppo del territorio, caratterizzato dall’assenza di vie di comunicazione adeguate che rendono complessi gli spostamenti da e per i grandi centri. Gran parte del tracciato si snoderebbe nelle parti pianeggianti dei comuni di Altavilla e Albanella. Ai disagi – sottrazione di terreno agricolo e organizzazione di nuove modalità di mobilità in aree già molto urbanizzate – si contrapporrebbero nuove opportunità. “In estate – racconta Antonio Marra, sindaco di Altavilla – quel traffico già corre sulle nostre strade e su quelle di Albanella – come naturale decongestione dalla 18. Si tratta solo di razionalizzare il tutto. Conte, Cardiello e Melchionda stiano tranquilli”. I tre politici eburini citati da Marra hanno sottoscritto appelli – fotocopia dove evocano scenari foschi per le zone intorno alla 18. “Un traffico più ordinato a chi può nuocere?”. Continua a chiedersi Marra. Già, a saperlo. Mentre la Regione si dice pronta a finanziare il mega progetto per 250 milioni di euro, inizia il braccio di ferro tra comuni cilentani e della Piana del Sele. La più scema delle guerre territoriali.