Sabato 9 settembre in Certosa a Padula si è tenuta la 16esima edizione del Premio Internazionale Joe Petrosino. Come ogni anno la legalità è stata al centro dell’incontro che ha visto la partecipazione di numerose forze dell’ordine e di autorevoli personalità del mondo civile. La giornata è iniziata con la visita alla casa museo di Joe Petrosino, il poliziotto di origini padulesi ucciso dalla Mano Nera a Palermo il 12 marzo 1909. Dopo nella nuova aula delle conferenze ha avuto luogo l’incontro pubblico moderato dal giornalista Vincenzo Rubano che ha introdotto i saluti del sindaco Paolo Imparato, di Vincenzo La Manna Presidente associazione internazionale Joe Petrosino e di Nino Melito Petrosino pronipote di Joe. “E’ un premio nel quale crediamo molto – dice Imparato – parliamo di legalità. Il museo multimediale dedicato a Joe fa da traino a quello della pietra e del cognome. Ed è anche occasione per far crescere le attività socio economiche del centro storico”. “Unico museo dedicato a un esponente delle forze dell’ordine”, fa eco il pronipote del poliziotto italo americano. I premi sono stati consegnati a Pierpaolo Filippelli Procuratore aggiunto presso il tribunale di Torre Annunziata, al giornalista siciliano Paolo Borrometi, al gruppo cooperativo GOEL con sede a Gioiosa Jonica, ad Antonio De Jesu questore di Napoli, a don Maurizio Patriciello parroco di san Paolo Apostolo quartiere parco verde Caivano. “Sono eroi che ci fanno fare bella figura fuori ma non sono proponibili ai ragazzi – dice don Maurizio – se uno deve morire per essere una persona normale, i ragazzi potrebbero impressionarsi. Abbiamo bisogno di fare il nostro mestiere tutti i giorni per vivere più sereni. Soprattutto nella nostra terra abbiamo bisogno di serenità e abbiamo il dovere di lasciare ai nostri ragazzi un mondo come lo abbiamo trovato noi”. A queste parole seguono quelle del giornalista Borrometi: “Joe Petrosino ha incarnato la legalità con la normalità, con la quotidianità dell’impegno – spiega – in Sicilia 5 milioni di abitanti sono stati vittime per troppo tempo di 7000 mafiosi. Bisogna essere onesti e apparire onesti. Occorre sentire il dovere di denunciare”. Mentre gli attestati di merito sono stati conferiti a Margherita Asta familiare delle vittime innocenti della strage di mafia di Pizzolungo e al capitano Davide Acquaviva comandante della compagnia carabinieri di Sala Consilina. “Nella parte conclusiva nella casa museo c’è scritto non ci sono colpevoli per la morte di Joe Petrosino, io posso dire che anche per mia mamma e i miei fratelli non ci sono colpevoli – riflette Margherita Asta – ma ci sono quelli parziali. Molte vittime innocenti di mafia non conoscono il perché sono stati privati dei loro cari e allora la storia è importante per affermare la legalità e solo attraverso la conoscenza può nascere e affermarsi la democrazia”.
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