Franco Palumbo auspica “un confronto aperto e sincero con tutti coloro che vorranno costruire nuove opportunità di crescita … Il nostro comune deve recuperare il grande vuoto ricevuto in eredità dal passato governo cittadino e pertanto non possiamo permetterci di sprecare altro tempo prezioso”.
Ecco perché l’amministrazione appena insediata darà vita ad un “<
Non c’è niente di nuovo sotto il sole della Città dei Templi quando si comincia a parlare di PSC o di PUC (Piano Urbanistico Comunale). Si invoca partecipazione, si ritiene di dover fare in fretta e bene. Si da atto della grande professionalità ai tecnici incaricati. Si sbandierano gli obiettivi da raggiungere e le tematiche da affrontare …
Se si ha pazienza si può andare a rileggere la storia degli atti relativi alle decisioni assunte nel campo urbanistico che dal 1947 al 1992 (http://www.comune.capaccio.sa.it/allegati/22825.pd…) nei quali si trovano, con dovizia di particolari, la cronistoria delle scelte fatte ed anche di qualche colpo di mano. Ma anche le delibere di giunta e di consiglio dell’ultimo trentennio.
Anche le pietre della strada sanno che da oltre 20 anni le amministrazioni, oltre ad occuparsi dell’ordinaria svolgimento della vita economica e sociale della comunità capaccese, hanno sempre posto in cima ai propri pensieri l’adozione del Prg (Piano Regolatore Generale) poi denominato Puc, oggi Psc. Questo per andare oltre il Piano di Fabbricazione redatto dall’ing. Luigi Airaldi e approvato definitivamente nel 1988.
Già nella seconda metà degli anni ’90con Pasquale Marino ritornato sindaco (1995-1999 1999-2004) si cominciò a porre le basi del nuovo Prg. Ricordo ancora le fragorose dimissioni di mezza giunta della 2^ giunta guidata da Marino al 2° mandato proprio per divergenze sul Puc. Assessore competente era Tonino Orlotti, in giunta con Nicola Ragni e Gerardo Rega: si dimisero dagli incarichi e furono sostituiti. Marino arrivò alla fine del mandato ma non riuscì a far approvare il piano.
Gli subentrò Enzo Sica (Sica Vincenzo 2004-2007) che ottenne una maggioranza “bulgara”. Confermò nell’incarico il Prof. Francesco Forte che garantì alla nuova giunta leale collaborazione.
Sica cadde per mano di un gruppo suoi consiglieri e perse l’occasione per traghettare il comune dal piano di fabbricazione dell’ing. L. Airaldi a quello redatto da Forte.
Poi tornò in sella Marino (2007- 2011) che rispolverò il Puc (http://www.comune.capaccio.sa.it/allegati/34301.pd…), mantenendo sempre Forte a disfare ciò che aveva cominciato a definire con Sica … ma, anche in questo caso, l’amministrazione terminò la sua corsa per una fonda interna ala maggioranza e l’approvazione (o la disapprovazione) del Puc non fu, presumibilmente, una causa secondaria della caduta.
Ed ecco ricomparire Italo Voza (2012 – 2017) (era stato vicesindaco con Enzo Sica dimessosi dopo pochi mesi senza motivazioni ufficiali) sulla scena politica. Anche l’uomo che da bambino scorazzava tra il tempio di Cerere giocando a nascondino dietro le colonne di quello di Nettuno e saltando sugli altari prospicienti l’antica Basilica tentò di dare ordine al futuro urbanistico di Capaccio Paestum. Scelse la soluzione autarchica affidando l’incarico a Rodolfo Sabelli che glielo ha consegnato in tempo utile. Sembrava cosa fatta, ma essendosi incamminato sul sentiero scivoloso di voler fare e disfare la sua giunta, ha dovuto impiegare il tempo a puntellare la sua maggioranza.
È riuscito, comunque, a modificare con un referendum il nome della Città con l’aggiunta di Paestum al nome medioevale di Capaccio. Sono in molti ad addebitare l’inizio di molti dei suoi problemi con la sua maggioranza e con parte della cittadinanza proprio alla battaglia “referendaria” per il cambio del toponimo. C’è anche chi giura che anche la sua sconfitta alle recenti elezioni sia stata causata più dalla divisione prodotta da quella battaglia che mancato varo definitivo del Puc (http://www.comune.capaccio.sa.it/allegati/34301.pdf)
il cui preliminare fu presentato nella sala Erika il 9 aprile 2015 con Voza in missione a Roma, mentre Mimmo Nese, Nicola Ragni e Rodolfo Sabelli lo illustravano all’assemblea dei cittadini.
Oggi siamo al punto in cui Franco Palumbo, arrivato da Giungano per mettere ordine nel labirinto di documenti e progetti parziali e definitivi, vuole riuscire dove in 20 e più anni i suoi predecessori hanno fallito.
Il sindaco “straniero” comincia con l’apertura del “Laboratorio di pianificazione partecipata”.
Non avendo ancora individuato l’assessore al ramo, la delega è in capo proprio al sindaco. Per cui sarà lui ad insediare il gruppo di lavoro che, presumibilmente, sarà aperto ai tanti tecnici comunali e a quelli che operano sul territorio.
Avrà bisogno di tempo per aggiornare i dati e gli indirizzi. Ma, come è successo ai suoi predecessori, potrà lavorare sul “file” sempre aperto su cui il Prof. Francesco Forte si impegnò a fondo per dare un’anima e una base scientifica obiettiva alle fondamenta su cui poi alzare le varie asticelle con in cima le bandierine colorate delle varie anime.
Vale la pena ricordare che i 16 anni trascorsi dal 2000 ad oggi sembrano un secolo. Tante cose sono cambiate sia rispetto alle sensibilità del territorio sia in merito alle attese economiche degli imprenditori. Per cui cubature e distribuzione degli insediamenti abitativi, commerciali, turistiche, agricole … si sono modificate.
Come anche la necessità di ric
La Giunta comunale, nel corso dell’ultima seduta, ha dato avvio al procedimento di revoca della delibera di Giunta numero 49 dell’8 febbraio 2011, ossia la delibera di approvazione del Piano Urbanistico Comunale di Capaccio, il cui iter era stato portato avanti dalla precedente amministrazione comunale. Il Puc era giunto alla fase della discussione delle osservazioni dei cittadini, circa 600, da parte del Consiglio Comunale. Ora la parola passerà al Consiglio che dovrà dettare gli indirizzi, per poi tornare in Giunta per la revoca definitiva. «La revoca del Puc e la redazione del nuovo Puc sono e rimangono tra i punti principali del nostro programma amministrativo. – afferma il sindaco Italo Voza – Il Puc è fondamentale per la pianificazione territoriale e di conseguenza per l’economia e lo sviluppo di un territorio, soprattutto per un Comune importante come Capaccio-Paestum, dove lo sviluppo urbanistico non può prescindere dalla tutela del patrimonio archeologico e dalla salvaguardia dell’ambiente. Vogliamo ripartire puntando a realizzare uno strumento urbanistico che sia il più possibile condiviso dai cittadini e dalle associazioni di categoria, proseguendo sulla strada della partecipazione, sulla quale abbiamo improntato la nostra azione amministrativa».
Il Consiglio comunale nella seduta del 15 marzo 2013 ha approvato ad unanimità gli indirizzi e gli obiettivi per la formazione del Puc che sarà approvato entro il 2 gennaio 2014. Il Consiglio comunale, recependo un emendamento dei consiglieri di maggioranza, ha approvato le indicazioni di indirizzo del sindaco Italo Voza, formalizzate con atto prot. 33107 del 25 settembre 2012 ed esaminate dal Consiglio comunale nello stesso giorno con delibera n. 66. Il Consiglio ha preso atto della delibera di G.C. numero 10 del 18 gennaio 2013 con la quale era stato approvato il documento predisposto dall’area IV dell’ente. L’amministrazione Voza, con il nuovo progetto di Puc, ha posto la parola fine al processo di cementificazione del territorio comunale, individuando i carichi insediativi in conformità a quanto previsto dal D.M. 2 aprile 1968 n. 1444 ed alle indicazioni del P.T.C.P. Lo sviluppo ordinato ed ecocompatibile del territorio comunale sarà assicurato attraverso: 1) Soluzioni plano volumetriche e completamento dei lotti compresi nelle aree A, B, C del vigente Prg; 2) Avvio del processo di decementificazione del territorio rurale, preservando i terreni agricoli fertili da nuovi insediamenti urbani; 3) Recupero e valorizzazione dei borghi esistenti; 4) Conservazione e razionalizzazione di tutte le attività produttive esistenti sul territorio comunale; 5) Riordino del territorio costiero comunale incentivando il recupero, la ristrutturazione e la creazione di moderni insediamenti turistico-alberghieri. Utilizzo plurimoproduttivo ed ecocompatibile della pineta comunale; 6) Rafforzamento e valorizzazione, mediante adeguate scelte infrastrutturali, delle attività turistiche legate all’archeologia, alla storia, alla cultura, al mirabile patrimonio paesaggistico e naturalistico, alle risorse idriche, ai numerosi corsi d’acqua, come i fiumi Salso, Sele, Solofrone. 7) Valorizzazione di Paestum antica come grande attrattore culturale e turistico internazionale. Il progetto innovativo di PUC nella sua complessità e modernità tende alla riaffermazione dei seguenti principi di fondo: 1) La piana di Capaccio-Paestum, per il suo sviluppo e la sua ubicazione baricentrica rispetto alle aree del Calore e del Cilento, rappresenta la principale entità intercomprensoriale tra le aree territoriali circostanti. 2) Le caratteristiche di sito Unesco saranno utilizzate come grande riserva strategica da affiancare a quella di Paestum già affermatasi, negli ultimi secoli, ai massimi livelli della cultura europea. Le scelte previste dal Puc per il nuovo assetto urbanistico del territorio comunale consentiranno di avvicinare la soluzione degli obiettivi, di completamento della nuova Città di Paestum sita nell’area baricentrica della Piana tra Capaccio Scalo-Rettifilo-Borgonuovo-Cafasso-Capodifiume di riordino e razionalizzazione dell’aree turistiche e dei rispettivi insediamenti urbani siti tra Foce Sele, Laura, Torre di Mare, Licinella e S.Venere per dar vita alla città marittima del litorale di Paestum. – Di recupero e valorizzazione del Capoluogo Capaccio. Si sono così creati i presupposti per dar vita al nuovo processo di rilancio territoriale occupazionale economico e culturale del Comune.
NOTE: il sito web del Comune di Capaccio Paestum è in fase di rinnovamento. Presumiamo venga aggiornato nelle prossime settimane.