Capaccio Paestum al posto di Giungano. Questo l’obiettivo principale di Franco Palumbo con la modifica proposta ai sindaci dei comuni che il 1 settembre del 2016 sottoscrissero l’Accordo di Programma (http://www.comune.castelsanlorenzo.sa.it/allegati/3686.pdf) con il quale si candidava il territorio dell’area vasta compresa nella “Chora” di Paestum per ottenere risorse nell’ambito del nuovo POR FESR 2014-2020.
I comuni che sottoscrissero l’accordo furono Capaccio Paestum, Giungano, Castel San Lorenzo, Felitto, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Roccadaspide e Trentinara. Fu individuato Giungano, allora sindaco Franco Palumbo, come comune capofila.
Nell’incontro di fine agosto, oltre alla proposta di affidare a Capaccio Paestum il ruolo di capofila sia per dare peso specifico al progetto che vedrà impegnato il comune più popoloso tra quelli aderenti sia per consentire a Palumbo, intanto insediatosi sulla poltrona di sindaco della Città dei Templi, di mantenere nelle sue mani il timone del progetto.
Quanto concordato nel corso della seduta dovrà ora passare alla ratifica di tutti i consigli comunali delle realtà interessate.
Palumbo, che ha accolto i colleghi sindaci dei comuni partner, aveva al suo fianco anche Teresa Palmieri e Claudio Aprea e l’ing. Gianvito Bello, coordinatore dell’Accordo di Programma.
Obiettivi del progetto di rete sarà quello di migliorare l’ambiente, attraverso “il risanamento dei corsi d’acqua, la depurazione, il rifacimento delle reti idriche, l’efficientamento energetico; qualificare il turismo, attraverso la valorizzazione dei borghi; il rafforzamento della rete infrastrutturale e della rete di servizio ai cittadini”.
Nella sostanza cosa cambia con il passaggio di consegne da Giungano a Capaccio Paestum? Intanto va sottolineato che la compagine sarà allargata anche ai Comuni di Albanella e Altavilla Silentina spostando in modo significativo il baricentro dell’area d’intervento del programma. Ma questo potrebbe essere anche un elemento di forza per ottenere più risorse visto l’aumento del numero degli abitanti dell’area interessata e le significative concordanze di interessi nel campo agricolo e con la sovrapposizione dell’ambito territoriale in cui opera il Consorzio di Bonifica di Paestum.
C’è poi da considerare il fatto che questa scelta allontanerà nel tempo l’idea sempre ventilata ma mai effettivamente posta sul tavolo di lavorare per una forte integrazione tra Capaccio, Paestum e Agropoli.
Anche in questo caso, i punti di integrazione sono e saranno sempre più cogenti in quanto alla comune vocazione turistica va aggiunta la non sovrapposizione di servizi e sensibilità diverse nel modo di interpretare l’accoglienza. Senza contare della grande forza di attrazione che il Parco Archeologico di Paestum, anche per la sua posizione baricentrica, ha di fatto assunto.
Il porto turistico di Agropoli, tre stazioni ferroviarie, strutture sportive all’avanguardia, i due borghi medioevali, un’area industriale sul confine, 400 Km di strade, 16 Km di spiaggia, la necessità di dotare le due città di un servizio di mobilità integrata per farne un unico polo turistico capace di porsi all’attenzione mondiale. Un mondo che si deve aprire alle vie del mare anche per dare sfogo al poderoso ritorno di turismo in atto verso le due Costiere (Cilentana e Amalfitana).
Ricercare sinergie nel campo dei servizi (trasporto pubblico, raccolta dei rifiuti, assistenza anziani, promozione turistica …) potrebbe liberale risorse da impiegare in altre necessità sarebbe un grande affare per le due città.
Dobbiamo, intanto, prendere atto del fatto che le due sponde del Solofrone, il fiume che segna il confine tra Capaccio, Paestum e Agropoli, si sono allontanate un altro po’!