Bisogna dare atto a Franco Palumbo nuovo sindaco di Capaccio Paestum che, come aveva promesso in campagna elettorale, ha preso di petto la questione della viabilità e dei parcheggi sul litorale di Paestum.
Non era facile effettuare dei cambiamenti in corsa e mentre la stagione estiva era già in stato avanzato. Questo esalta ancora di più il lavoro fatto nel tentativo di razionalizzare l’utilizzo degli spazi lungo la strada che costeggia la spiaggia e, soprattutto, vietando il parcheggio selvaggio in corrispondenza delle spiagge libere diventate, di fatto, inaccessibili ai bagnanti che preferiscono portarsi sedie ed ombrelloni da casa sia per necessità sia per scelta di vita.
Altro aspetto qualificante dell’intervento è l’aver ricavato percorsi pedonali e ciclabili da e verso il mare per consentire un “sentiero” sicuro ai tanti pedoni che preferiscono, avendone la possibilità, raggiungere a piedi o in bicicletta la spiaggia. Questo consente sicurezza a grandi e piccini, sottrae spazio al parcheggio selvaggio che costringeva pericolose gincane ai pedoni con “invasioni” obbligate sulla carreggiata.
Interventi più organici e strutturati si potranno preventivare per la prossima stagione sulla scorta dell’esperienza fatta …
Intanto, però, è necessario anche continuare sulla strada intrapresa verso la realizzazione di percorsi alternativi a quelli automobilistici che consentano la realizzazione di un anello ciclo-pedonale che comprenda Capaccio Scalo, viale della Repubblica, via Poseidonia, contrada Torre, parco archeologico di Paestum e via Magna Graecia. Con la possibile “scorciatoia” di via Laghetto che immetterebbe direttamente sulla via Magna Graecia o sulla “variante” che porta alla stazione ferroviaria di Paestum.
Si avrebbe così un primo serio approccio alla possibilità di avere un circuito pedonale e ciclabile di circa 10 Km sul quale si potrebbero innestare altri “rami” provenienti dal Rettifilo o da altre contrade come Borgo nuovo, Gromola, Varolato, Licinella … Sempre che si riesca a risanare la “ferita” della pista ciclabile “trincerata” realizzata con grande dispendio di risorse ma, nei fatti, “rifiutata” dagli utenti perché pericolosa in sé (forse è il caso di abbattere il muretto di cemento e riportare la pista a livello della strada).
Se si potesse, poi, collegare alla rete viaria protetta anche molte delle scuole primarie e secondarie esistenti nella “piana”, allora avremmo un vero e proprio sistema ciclopedonale che consentirebbe un risparmio dell’uso dell’automobile che crea, oltre al traffico, un aumento delle emissione di gas tossici nell’aria.
Si tratterebbe di piccoli interventi di “rattoppo” per mettere il fondo stradale in condizione di sicurezza e dell’istallazione di una segnaletica orizzontale e verticale che consenta, soprattutto ai turisti, di muoversi in sicurezza.
In fondo, un progetto di mobilità alternativa fu avviato, per la prima volta, nel 2009 quando il consorzio Paestum in (gli albergatori di Paestum con l’aiuto della Provincia e dei comuni di Agropoli a Capaccio)) collocò presso le strutture ricettive dei due comuni oltre 400 biciclette di colore arancione che, ancora oggi, girano per la città.
In fondo, il territorio del nostro comune si presta benissimo all’uso della bicicletta! Si tratta di rendere praticabile e sicura questo tipo di mobilità che in tante città (vedo Berlino) ha superato in percentuale quella di quattro ruote.