Sono in tanti a chiedere e a chiedersi se l’avvento di Franco Palumbo sulla poltrona di sindaco di Capaccio Paestum stia già dando frutti tangibili da consentire ai cittadini di percepirli come un cambiamento auspicato e come segnali che vanno nella direzione giusta.
Sono molti tra quelli che non l’hanno scelto al momento del ballottaggio che si sono messi alla finestra a guardare per capire se le aspettative alimentate con una campagna elettorale sempre all’attacco di quello che era stato (tutto sbagliato) e quello che sarà (tutto da rifare).
Non sono pochi quelli che erano candidati e schierati sui fronti opposti al neo sindaco che sono saliti sul suo carro con lo scopo dichiarato di contribuire a rendere possibile l’auspicato cambiamento che dovrebbe rendere la Città dei Templi all’altezza della sua storia.
Abbiamo già assistito nel corso dei precedenti insediamenti, alle successive festa di piazza e all’assegnazione delle deleghe in giunta ad esaltanti momenti di unione sociale tesa a rilanciare in modo “definitivo” le aspettative di rinnovamento promesse nelle rispettive campagne elettorali.
Nel 2004, la grande vittoria di Enzo Sica in piena crisi dei rifiuti vide uno straordinario impegno sia dei dipendenti comunali sia dei consiglieri e perfino di tanti cittadini che, con ogni mezzo, pulirono la città per consentire lo scorrere della stagione turistica estiva in modo dignitoso. Enzo Sica fu disarcionato da una parte della sua maggioranza che, unitamente al opposizioni, sottoscrisse la fine del suo mandato.
Nel 2007 ci fu il ritorno di Pasquale Marino, anche lui eletto al 1° turno, che si insediò con l’impegno solenne di dare alla città il Puc richiamando il Prof. Francesco Forte. Purtroppo nel 2011, anche lui fece la stessa fine di Sica.
Nel 2012 fu la volta di Italo Voza al quale fu tributato un poderoso suffragio elettorale con un’opposizione ridotta ai minimi termini. Solo grazie ad un infinito turn over dei componenti della giunta è riuscito ad arrivare alla fine del mandato. Per lui c’è stata una forte presenza di personaggi capaci di apportare consensi personali (come si è visto dai voti di preferenza attribuiti ai singoli candidati) ma non è stato in grado di sostituire i consensi di quelli che lui stesso aveva scaricato nel corso di 5 anni.
Nel 2017, Franco Palumbo, forte dell’esperienza maturata nella sua Giungano, tenta di ribaltare la tendenza di ogni “maledetta elezione” sia accreditandosi come uomo di “polso” lisciando il pelo all’animo di destra della cittadinanza capaccese, sia come vigile servitore del “popolo” promettendo che sarà l’interesse generale a guidarlo nell’espletamento del suo mandato sindacale. Ha dato un segnale impegnando la Paestum Servizi a effettuare interventi di pulitura sia sul litorale sia nelle zone di forte impatto visivo per chi si muove sul territorio comunale. Ha emanato ordinanze sindacali per dare la linea a vigili e cittadini sul fronte del decoro urbano e per abbattere la presenza di ambulanti non autorizzati sulle spiagge.
Ha tentato di dare una soluzione alla carenza d’acqua, soprattutto a Capaccio Capoluogo, ed ha attivato con solerzia la protezione civile per combattere gli incendi che hanno travagliato quasi ogni angolo del comune.
Ha incontrato il Commissario del consorzio di Bonifica, Giorgio Franza, e il direttore del PAE, Gabriel Zuchtriegel ed altri soggetti portatori di interessi che operano nel territorio.
Ha nominato tre assessori su cinque (Franco Sica, Giuseppe Troncone e Teresa Palmieri) trattenendo per sé le deleghe non assegnate. Ha difeso l’operato dell’ufficio ragioneria retto da Carmine Vertullo, addossando interamente agli amministratori la responsabilità del “disastroso bilancio” comunale come relazionato, dopo una prima ricognizione, dall’assessore alle finanze il Gen. Troncone.
È facile immaginare che sta studiando i dossier in merito al Puc, redatto da tempo dall’Arch. Rodolfo Sabelli, che ha trovato nel cassetto di Voza e tutti i fascicoli relativi all’edilizia privata di competenza dell’Ing. Carmine Greco. Ovviamente, il sindaco valuterà anche l’opportunità di rimescolare le carte anche degli altri funzionari: Maria Velia Petraglia, Emilio Grimaldi e la riorganizzazione dell’area che si occupa di viabilità, abusivismo e controllo del territorio.
Il consiglio ha formato le commissioni consiliari dove gli eletti potranno valutare a priori i provvedimenti che gli assessori porteranno in approvazione in giunta ed, eventualmente in consiglio. In questo caso sarebbe in caso di andare a rivedere il numero delle convocazioni e dei tempi di durata effettiva per evitare “rigonfiamenti” degli oneri per le casse del comune.
Sul “Piano di zona”, spostato a Roccadaspide con un blitz dell’allora sindaco Girolamo Auricchio, ha già immaginato un rapido ritorno nella responsabilità del comune più grande.
Sulla viabilità ha effettuato un buon intervento sulla segnaletica orizzontale con strisce pedonali ben visibili ed aree di parcheggio blu e bianche (il posteggio è ancora gratuito non avendo predisposto macchinette per l’emissione dei biglietti). Sul litorale, purtroppo, le spiagge sono intasate fino all’inverosimile da auto parcheggiate in doppia e più file.
La luna di miele che ogni realtà regala ai sindaci appena eletti, per Franco Palumbo si protrarrà fino all’inizio di ottobre. Per cui, il sindaco “maresciallo” arriverà nel pieno di una spinta emotiva forte all’appuntamento autunnale, a fine ottobre, che chiude la stagione turistica: la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.
A quel punto Capaccio Paestum dovrebbe avere una giunta al completo e, possibilmente, un piano strategico per l’intera consiliatura e la pianificazione economica e politica che dovrà trovare i riscontri nel 1° bilancio preventivo per il 2018 e in quello triennale negli anni a venire.
Sarà quello il momento in cui Palumbo svelerà l’anima vera della sua amministrazione …