Erano le prime ore del pomeriggio quando dalla zona Santa Venere si è alzata una spaventosa nube di fumo, era però solo il preludio di quanto sarebbe avvenuto da lì alle prossime quarantotto ore. La nube, causata da quello che forse è stato l’incendio più grave nella storia della città di Capaccio Paestum, ha raggiunto subito Agropoli tant’è che molte persone sono state costrette ad abbandonare le spiagge e a chiudere le finestre di casa per non rimanere intossicate. È bastato poco però e Agropoli da spettatrice è passata anch’essa a vittima; i primi roghi sono apparsi alle Mattine, e hanno lambito l’importante struttura Elysium. Successivamente si sono trasferiti lungo tutta la collina di San Marco dove si sono verificati i pericoli maggiori. Le fiamme della prima sera sono diventate sempre più importanti e fino a tarda notte gli abitanti della zona sono stati costretti a evacuare le proprie abitazioni. Incessante il lavoro dei vigili del fuoco, coadiuvato dai volontari della Protezione Civile. La situazione è sembrata subito critica. Il fuoco ha lambito alcune abitazioni, poi ha minacciato il Parco Sogno e le case nei pressi del residence Le Terrazze. Alcune villette sono state avvolte dalle fiamme. I vigili del fuoco sono stati costretti a fare gli straordinari e ad agire in sottonumero considerato che alcune squadre sono state richiamate su altri fronti, tra Sarno e Palinuro. Il tutto chiaramente alimentato dal fortissimo vento che si è calmato solo con le prime ore della notte. L’emergenza ha dato adito anche alle solite polemiche, sotto accusa l’amministrazione comunale. In molti infatti hanno denunciato un’assenza delle autorità durante tutta l’emergenza. Alle accuse è arrivata secca la risposta del neo sindaco Adamo Coppola: “Sono stato sempre presente sul luogo degli incendi pur non potendo far molto. “Fino all’una di notte – spiega il primo cittadino agropolese – sono stato sul posto per verificare personalmente la situazione. Ho dato piena disponibilità ai vigili del fuoco, ma questi ultimi ci hanno escluso da ogni attività ritenendo opportuno che fossero loro a coordinare le operazioni di spegnimento. Sono andato via soltanto quando i carabinieri mi hanno tranquillizzato, dicendo che la situazione risultava sotto controllo. Siamo sempre operativi – ha poi concluso Coppola – anche lunedì sono stato sul posto, è inutile strumentalizzare la situazione e fare polemiche”. La vera polemica, infine, riguarda sicuramente organi più in alto. Resta infatti chiusa la centrale antincendio boschivo della comunità montana Gelbison e Cervati di Vallo nonostante l’incontro di qualche giorno fa tra il presidente dell’ente montano Carmine Laurito, il consigliere regionale con delega all’agricoltura Franco Alfieri e il direttore della Protezione civile Massimo Pinto. Ricordiamo infine che le fiamme non hanno colpito solo Agropoli e Capaccio ma anche il basso Cilento, Vallo di Diano e gli Alburni.
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