Start up. Oramai questa parola è costantemente utilizzata nella vita di tutti i giorni e non solo negli inserti o negli speciali dedicati all’economia. Ma cos’è, esattamente? Steve Blank (autorevole esponente dello startup ecosystem internazionale), l’ha definita come un’ “organizzazione temporale (perché la sua ambizione è quella di diventare una grande impresa) che ha lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile”. Si tratta di un settore in crescita e anche l’Italia, secondo la “Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione e sull’impatto della policy a sostegno delle startup e delle PMI innovative” (dati aggiornati al 2016), si sta allineando a questo trend.
Ovviamente, e fortunatamente, il Cilento viene travolto anche dalle belle novità che interessano l’Italia e il mondo e, per questo, possiamo parlare di start up come “Cloe – Cilento Land of Experience”, realizzata da Federica Vassallo e Antonella Sica. Entrambe cilentane (rispettivamente di Acciaroli e di Piano Vetrale) e quasi coetanee, queste ragazze hanno condiviso un percorso di studi e di vita abbastanza simile. Infatti Federica ha conseguito la laurea magistrale in “Progettazione e gestione dei sistemi turistici” presso la Federico II di Napoli, ha frequentato due corsi di formazione post laurea e nel 2013, grazie alla partecipazione a un “Progetto Leonardo”, si è trasferita a Malta, dove ha lavorato presso il marketing department di un’importante catena multinazionale di alberghi di lusso. Antonella, invece, dopo la laurea in Economia e la specializzazione in Consulenza e Marketing Management a Salerno, ha svolto alcuni stage e poi è stata a Costanza (Romania) dove ha collaborato per alcuni mesi con un ente specializzato nella promozione turistica locale. Sia Federica che Antonella, però, amano troppo il loro territorio e queste esperienze all’estero hanno dato loro la giusta carica per rientrare nel Cilento con la volontà di sviluppare un progetto loro. La svolta decisiva per entrambe è arrivata nel 2016 grazie a un corso di formazione post laurea presso la “Fondazione Alario” di Ascea dove si sono incontrate. A parlare della start up è Federica…
Che cos’è, in teoria e in pratica, Cloe?
Cloe è un “marketplace online multidevice” che permette ai viaggiatori di ricercare, scoprire, acquistare, vivere e condividere attività ad elevato contenuto emozionale nel Cilento. La filosofia con cui nasce Cloe, infatti, è quella secondo la quale “un prodotto turistico è quello che compri. Un’esperienza turistica è quello che ricordi”. La particolarità delle attività proposte è dovuta al “Local Buddy”, ovvero a chi conosce e vive il territorio nella sua quotidianità come, ad esempio, un pescatore, un contadino, un artigiano, una massaia. Il Local Buddy è un narratore di luoghi e di esperienze che conduce attivamente il viaggiatore nell’autenticità, nell’atmosfera e nella magia dei posti raccontati. A livello pratico, volendo banalizzare l’attività svolta da Cloe, posso dire che si tratta di una piattaforma di e-commerce, e in futuro di un’applicazione, dove coloro che desiderano scoprire il Cilento in modo originale possono sfogliare un catalogo di esperienze, tour e attività, selezionandoli e acquistandoli con pochi clic e in tempo reale.
La proposta di valore di Cloe non si esaurisce con quest’offerta esperienziale, ma vuol creare anche un senso di appartenenza e una comunità di persone, virtuale e reale, attraverso i diversi momenti di contatto tra viaggiatori e territorio, ma anche tra viaggiatori stessi.
Perché è nata l’esigenza di creare questa start up che vuole “condividere esperienze turistiche”?
L’idea di Cloe è nata circa 13 mesi fa come risposta ad alcune criticità che caratterizzano il comparto turistico cilentano: infatti molti turisti che decidono di trascorrere le vacanze nel Cilento sono confusi in merito alle attività che possono svolgere e che vadano oltre il tradizionale binomio sole-mare. Le informazioni disponibili online e offline sono dispersive, incomplete e spesso non aggiornate.
Il passaggio dall’idea alla creazione della startup è stato possibile anche grazie alla partecipazione al programma di business acceleration Su.Su.Su. promosso dalla Fondazione Alario. Durante i tre mesi di incubazione, io e Antonella abbiamo avuto la possibilità di usufruire dei servizi che ci hanno permesso di implementare la nostra business idea e – dopo più di un anno di progettazione, studi, analisi di fattibilità, ricerche di mercato, raccolta di dati, screening e mappature del territorio – siamo finalmente pronte per il lancio ufficiale della piattaforma.
Cloe sta avendo successo?
Sì. Cloe e la sua filosofia volta alla promozione dello “slow tourism”, ovvero di un turismo attento, consapevole, rispettoso delle culture locali e dell’ambiente, stanno riscontrando molto successo. Da qualche mese abbiamo avviato una partnership con una rete di imprese del territorio di cui fanno parte rilevanti realtà della ricezione alberghiera ed extra-alberghiera e dei trasporti. Inoltre, stiamo per definire una collaborazione con un’importante associazione di promozione territoriale della quale condividiamo filosofia e finalità.
Come mai pur essendo giovane e vivendo in una terra che non offre molti spunti lavorativi, hai deciso di restare nel Cilento?
Sono molto legata alla mia terra per la quale nutro un sentimento di “odi et amo”. Tuttavia, nonostante i tanti punti di debolezza che attanagliano il Cilento e i vari ostacoli e rallentamenti che abbiamo incontrato durante il nostro percorso, io e Antonella non demordiamo e abbiamo deciso di credere nel nostro territorio cogliendo la sfida di fondare questa startup.
Assaporare ciò che offre Cilento e poterlo condividere grazie a Cloe è un “esperimento” interessante e innovativo che, si spera, farà aumentare l’afflusso turistico in questa terra di emozioni e di bellezza.