Lo canta Ennio Rega, su parole scritte da Antonio Buonocore. “Cristo non è mai stato a Eboli”, la canzone – inno è contenuta in “Terra Sporca”, l’ultimo cd dell’architetto musicista originario di Roccadaspide ma operante a Roma. Dopo il 1945, l’anno della prima edizione del capolavoro di Carlo lEvi, c’è qualcuno che prova a ribaltare quell’incipit. Ed è un poeta ebolitano della diaspora – non presente quindi ogni giorno tra Santa Cecilia e piazza della Repubblica che getta un sasso nello stagno e si giustifica: “Le assenze non sono mai vuoti di presenza e in tutta la mia vita Eboli non è mai mancato…anche in questo ho voluto che ci fossero le mie origini, in forma simbolica, senza parole, come Eboli ha segnato tutto il mio tempo trascorso lontano…in realtà non è un ritorno: non sono mai andato via”. L’abbinata Buonocore e Rega funziona alla grande e per la prima volta l’odio amore per la città eburina diventa canzone e va a smentire il celebre refrain della letteratura meridionalista. “Buonocore parla solo di Eboli ma analizza il mondo intero – racconta Rega – ecco l’ebolitano tipico, Il livello musicale altissimo raggiunto da Rega accompagna i suoi inni contro tutti i poteri e i suoi evviva a chi riesce a lasciare un segno della sua esistenza. “Il mio è un paese lungo, o meglio alto…”. Il libro di Levi, il film di Francesco Rosi. Ci siamo cresciuti culturalmente su quelle cose lì, e adesso arrivano Buonocore e Rega, a raccontarci un’altra storia. “Qui i caporali non veston divisa…”, 72 anni dopo.
Dopo “Eboli” il disco si apre con “Sgacio”, singolo che ha anticipato l’album insieme al videoclip omonimo, personaggio realmente esistente da cui Rega prende spunto per affrontare il problema della sostenibilità e dell’impatto ambientale. Sgacio è un artigiano anarchico che sogna di edificare case che non abbiano bisogno di licenza edilizia, finanche mobili, e spiega la sua ricetta all’architetto Rega.
Appena uscito nei negozi “Terra Sporca” si cala con profondità nel mondo contemporaneo e parla di una coscienza collettiva che deve risvegliarsi. Un album ricco di personaggi e storie vere, un album contro, di “porci” e di strade che amano e sognano come nella “Ballata di zecche e pidocchi”, racconti di guerra in “O my God look!” e di galera come “Innocente”, di razzismo come “Ripensa inventa”, che vede ospite Patrizio Trampetti (ex NCCP), mentre “Terra sporca” e “Cristo non è mai stato a Eboli” sono brani che si scagliano contro l’idea stessa del “potere”, nella sua accezione più negativa. Storie di fabbriche come ne “Il quaderno di Angiolina”, che racconta il dramma della perdita del lavoro; storie d’amore e abbandoni come in “Non ti ho mai fatto un regalo”, “Evviva Bellavista”, “Angela dici” e “Polvere da sparo e neve” a chiusura della playlist. Storia di un’adozione è “La strada per Celia” mentre “Il condominio delle insegnanti” narra la resistenza al vuoto di ideali; “Tutto non è qualsiasi cosa”, è invece canzone contro il conformismo degli “ignavi” contemporanei, che si dichiarano né di destra né di sinistra. Nato dalla co-produzione tra Scaramuccia Music e Forward Music Italy, con distribuzione Edel Italy l’album, un crossover tra jazz, rock londinese e una spruzzata di canzone popolare a tinte mediterranee, vede la presenza di musicisti di primo piano nel panorama nazionale. Oltre a Ennio Rega (pianoforte e voce), Lutte Berg (chitarre), Marco Siniscalco (basso elettrico e contrabbasso), Pietro Iodice (batteria), a cui si aggiungono Primiano Di Biase (fisarmonica) e Paolo Innarella (flauti e sax).
Ennio Rega, premio Tenco 1993, presenta il primo album “Due passi nell’anima del sorcio”, ha sempre costante l’alta tensione poetica di testi e musica nella sua opera intrisa di denuncia sociale. Premio Lunezia e Premio Carosone per “Concerie”, suo secondo album a cui seguono “Scritture ad aria” e “Lo scatto tattile”. “Terra sporca” segue ad “Arrivederci Italia”, album che oltre al grande consenso di critica e pubblico è valso al cantautore due importanti premi nazionali, il Premio Lunezia 2012 e il Premio Brassens 2013.