Capaccio capoluogo. Da qualche tempo aleggia malcontento tra i fedeli della parrocchia di San Pietro Apostolo insoddisfatti del lavoro di gestione del parroco Don Vincenzo Fiumara. La parrocchia è una comunità umana prima che spirituale e nei piccoli centri è vitale l’operato di un parroco per mantenere attiva l’aggregazione sociale e religiosa. Diverse sono le mancanze che lamentano i cittadini, in primo luogo chiedono che venga ristabilito l’orario delle messe: da sempre la domenica veniva detta messa tre volte al giorno, alle 7:30, alle 10:00 e alle 18:00, ora non è più così. Da gennaio 2017 Don Vincenzo, nonostante i diversi richiami dei fedeli, ha detto solo la messa delle 10:00, malgrado il suono puntuale delle campane continuasse ad avvertire la popolazione che c’era messa anche negli altri orari fino a qualche settimana fa, quando è stato aggiunto l’orario serale. In più i cittadini hanno difficoltà a confessarsi non trovando mai disponibilità nel parroco e non hanno ricevuto la benedizione nelle proprie case. Inoltre al capoluogo in passato non è mai mancata la disponibilità della sala della Casa Canonica, luogo di tante attività educative e ricreative specialmente per i più giovani, ma con Don Vincenzo anche quelle porte sono rimaste chiuse perché nel teatro della Canonica manca l’energia elettrica. Il problema sorge dal fatto che Don Vincenzo Fiumara sta sostituendo, ormai da mesi, il parroco Don Ottavio Sicilia della parrocchia Santa Maria di Loreto della contrada Laura di Capaccio Paestum, impossibilitato per problemi di salute e i fedeli chiedono alla Diocesi di provvedere a questa mancanza, nominando un altro parroco stabile che abbia possibilità di vivere al meglio la comunità. Se da un lato i parrocchiani si sentono orfani del proprio parroco, Don Vincenzo li ritiene troppo pretenziosi .
La redazione di Unico ha contattato il parroco chiedendo la sua opinione sui fatti: “Gestire due parrocchie non è semplice, il problema degli orari della Santa Messa non sussiste perché al capoluogo tra la parrocchia di San Pietro e il convento di Sant’Antonio vengono dette quattro messe nel fine settimana, per una popolazione di 1.800 abitanti circa non mi sembra che i fedeli vengano trascurati. In nessun comune della Diocesi ci sono 9 parroci, posso assicurare che anche altre parrocchie di Capaccio Paestum necessiterebbero di più sacerdoti, non è un problema solo di Capaccio Paese. Quanto ai locali del teatro della Casa Canonica, quando sono arrivato erano ridotti a sgabuzzino, con l’aiuto di alcuni fedeli li abbiamo ripuliti e resi accessibili a tutti gratuitamente, ora c’è l’incombenza delle spese della corrente elettrica per le quali propongo una ripartizione dell’onere perché da sola la parrocchia non ce la fa. A Capaccio c’è un teatro bellissimo ma sembra che il suo stato d’abbandono lo abbiano colto solo ultimamente, quando, ripeto, un anno e mezzo fa io lo trovai in condizioni disastrose e lo feci ripulire. Magari venisse inviato un altro sacerdote ad affiancarmi, non è mia intenzione trascurare il capoluogo.”