L’aumento dell’aspettativa di vita si accompagna ad un numero crescente di pazienti anziani con più patologie da gestire per lunghi periodi. Ciò pone molti problemi perché un paziente anziano complesso in politerapia è esposto ad interazioni di diverso tipo: farmaco-farmaco, farmaco-malattie, farmaco-cibo. Queste interazioni possono generare diversi effetti collaterali, particolarmente gravi in pazienti delicati e con un sistema metabolico certamente in parte compromesso, come i pazienti anziani. Il rischio di interazione tra farmaci cresce con il numero di farmaci assunti ed aumenta così anche la probabilità di sviluppare reazioni avverse, che necessitano di ospedalizzazione e che, nella maggior parte dei casi, sarebbero invece evitabili.
Recentemente è stato pubblicato sul sito www.farmacovigilanza.eu un articolo che riprende il problema.
Gli autori evidenziano alcuni punti ed alcuni comportamenti utili, a carico soprattutto del medico di medicina generale: sarebbe necessaria una periodica valutazione per ottimizzare il trattamento nei pazienti over 75 enni, soprattutto controllando periodicamente sia la funzione epatica che quella renale; è essenziale una migliore comunicazione tra medico di medicina generale e specialisti, sia privati che ospedalieri, rafforzando il ruolo di tutela del medico di famiglia che, per una maggiore conoscenza del paziente, ne ha una visione più “olistica”, complessiva, e non per singola patologia; sarebbero opportune inchieste periodiche, in collaborazioni con gli altri protagonisti sanitari che hanno rapporto col paziente, quali il farmacista o l’infermiere, sulla assunzione di integratori, farmaci SOP (senza obbligo di prescrizione) e OTC (over the counter, prodotti da banco), erbe medicinali.