E’ la prima volta che affronto il tema spinoso dell’immigrazione nei miei articoli. Pur essendo molto sensibile alla materia, finora non me la son sentita di togliere il pane quotidiano ai tg nazionali, ma l’arrivo di trenta migranti con iniziativa privata ad Auletta mi ha fatto riflettere sull’opportunità di poter dire anch’io la mia su un fenomeno che da emergenziale sta diventando sempre più normale e quotidiano.
Per tutta la settimana non si è parlato d’altro nel nostro comprensorio. Tutto ha avuto inizio il 28 giugno scorso, quando il sindaco di Auletta e la sua giunta si sono mobilitati per la notizia dell’arrivo di 30 migranti. “Una mobilitazione, una protesta democratica e pacifica, non una barriera verso l’arrivo dei richiedenti asilo – ha tenuto a precisare il sindaco di Auletta Pietro Pessolano – una situazione inaspettata e inattesa anche alla luce dell’approvazione da parte del consiglio comunale dell’adesione al progetto Sprar del Piano Sociale di Zona S10 che doveva scongiurare ogni ipotesi di arrivo di immigrati sul territorio in strutture gestite da privati”. I trenta migranti, secondo quanto riferito da esponenti della giunta, sarebbero “ospitati” da strutture private e inviati dalla Prefettura senza che sia stato informato il primo cittadino. I migranti dovrebbero essere ospitati presso una struttura privata in località Amorosella, più notoriamente conosciuta come Lontrano.
Nel corso dell’incontro pubblico, convocato come consiglio straordinario urgente nei pressi della struttura adibita a centro di prima accoglienza, in località Lontrano, il primo cittadino di Auletta ha sottolineato che gli ospiti della struttura sono 30 e precisamente 15 donne di cui tre in stato di gravidanza e 15 bambini. L’allarme e lo stato di allerta, come riferito dal primo cittadino, è conseguenza delle modalità con cui la decisione si sarebbe consumata, cioè senza alcun preavviso da parte del prefetto all’amministrazione comunale, la cui notizia è giunta solo a decisione già assunta. I destinatari del messaggio di protesta del primo cittadino di Auletta Pietro Pessolano sono il prefetto Salvatore Malfi, tutta la prefettura e i proprietari dell’immobile privato. Al consiglio comunale, oltre ad alcuni cittadini, c’era anche il presidente della Fondazione Mida Francescantonio D’Orilia, il sindaco di Caggiano Giovanni Caggiano e il presidente della conferenza dei sindaci del Piano di Zona nonché sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone.
Intanto, mentre il primo cittadino Pietro Pessolano insieme ai suoi uffici ha avviato tutti i controlli del caso sulla struttura per verificarne l’idoneità ad ospitare i migranti, il presidente del Piano Sociale di Zona S10 Francesco Cavallone, presente ad Auletta al consiglio comunale straordinario, ha inviato una lettera al Ministero dell’Interno e al Prefetto in cui sottolinea come l’attività della prefettura è non solo anomala ma anche contro la legge. Cavallone nella missiva ha anche chiesto il trasferimento ad horas degli immigrati presenti sul territorio di Auletta, ricordando come non siano stati rispettati gli accordi con i rappresentanti locali e la prefettura e chiedendo la garanzia del rispetto di tali accordi onde evitare scontri istituzionali tra il governo centrale e le autorità locali.
Sempre nello stesso contesto, Enzo Faenza, già consigliere comunale di Pertosa, responsabile della cooperativa che, ad Auletta, ha accolto i trenta migranti che tante polemiche e proteste stanno suscitando, attacca il sindaco Pessolano per i toni e i modi usati e spiega chi sono gli ospiti della struttura e come si è arrivati alla decisione di ospitarli ad Auletta nell’ex agriturismo di Lontrano. Faenza spiega che la sua è una cooperativa sociale con intenti altamente etici: “La volontà della cooperativa è quella di tentare un’integrazione e di tentare di rendere felice la vita dei 15 bambini ospitati. Il posto è stato scelto perché è un luogo ameno, un luogo bellissimo che è proprio il luogo ideale, ci sono giochi per bambini e c’è un po’ di tutto per creare un ambiente favorevole sia all’infanzia che alle mamme”.
A seguito dell’arrivo nell’ex agriturismo Lontrano di Auletta dei 30 migranti, il primo cittadino Pietro Pessolano aveva avviato una serie di verifiche sulla struttura e sui permessi volte ad assicurare in primis la corretta e adeguata ospitalità, vista anche la presenza di 15 minori. Tra i controlli effettuati, la richiesta di analisi delle acque e, sembrerebbe, da ultime indiscrezioni filtrate dai media locali, che l’acqua presente nella struttura non sia potabile. Inoltre, pare che l’agriturismo non abbia nessuna autorizzazione per gli scarichi. Tutte notizie che, se confermate, potrebbero portare il sindaco ad emettere un’ordinanza che impedisca ai migranti di restare nella struttura che attualmente li ospita.