“Adottare” è il titolo della giornata d’accoglienza organizzata sabato 24 giugno all’auditorium comunale del polo culturale Cappuccini di Sala Consilina. “Abbiamo creato un momento di confronto tra le famiglie che hanno deciso di avviare un iter di adozione – ha detto il coordinatore del piano di zona Antonio Florio – un’occasione per poter discutere di temi delicati che riguardano l’età dell’infanzia”. Dopo l’introduzione del giornalista Geppino D’Amico e i saluti del sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone e di Antonio Florio, sono intervenuti Ermelinda Candela pedagogista e assistente sociale con una relazione dal titolo “I mille colori dell’adozione tra scenari e storie per crescere”. “Il ruolo delle assistenti sociali nel percorso adottivo” è stata invece la tesi di Mirella Carucci assistente sociale del piano di Zona S10, Giuseppina Isoldi la psicologa dell’ente sociale ha discusso su “L’accompagnamento post adozione dei servizi sociali”. Sono intervenute pure Laura Landi presidente della Camera per i Minori di Salerno su “Rappresentazione della volontà del minore nel procedimento di adozione” e Assunta Dino Guida sociologa esperta di adozioni e affido su “Adottare e lasciarsi adottare. Il concetto di appartenenza”. Ha chiuso i lavori Angela Rivellese presidente vicario del tribunale per i minorenni di Roma. Filo conduttore dell’evento la capacità di creare dialogo tra coloro che pur tra mille insidie hanno condotto avanti la loro battaglia per adottare un bambino e farlo crescere nell’affetto e nell’amore che solo una famiglia solida può e sa dare. L’educazione e l’aspetto sociale sono due componenti che non vanno insomma trascurate e se il minore è sempre soggetto debole da tutelare in qualsiasi occasione, il piano di Zona S10, si dimostra particolarmente sensibile nell’accogliere le esigenze dei genitori che vivono nei comuni che ricadono nella competenza dell’ente. E se un occhio particolare è stato dato in questi anni agli anziani e ai diversamente abili ora nelle competenze del Piano rientrano anche i minori, la loro crescita e il loro sviluppo. Importante allora è avviare una comparazione tra ciò che si poteva e si può fare adesso per far vivere il bambino adottato in un contesto sempre più congeniale alla sua evoluzione psicofisica e avviare un confronto anche con i coetanei. Un momento delicato nel quale diverse figure professionali convergono per dare un segnale forte di presenza e di ausilio, pronte ad intervenire in caso di necessità.
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