Non sono più tra noi, ma ‘foscolianamente’ sono ancora con noi; vivono attraverso le loro magiche creazioni: due straordinari artisti, singolarmente originali, Antonio Fontana e Luigi Grieco. In occasione di alcune manifestazioni artistico/letterarie “Verso il Duemila”, impressero la loro estrosa orma con particolari creazioni: alcuni riconoscimenti scultorei vennero realizzati da Antonio Fontana, mentre ‘Gigino’ Grieco illustrò diplomi e targhe con suoi disegni e creazioni pittoriche, le opere dei due artisti apparvero sulla omonima rivista, fondata, “in simbiosi” col Premio, dallo scrittore Arnaldo Di Matteo nel 1961. Ecco, gioverà ripercorrere alcune fasi salienti della avventura terrena di Grieco e Fontana; nel presente articolo tratterò di Grieco e successivamente analizzerò il percorso artistico ed esistenziale di Fontana. Iniziamo dunque con Luigi Grieco, che nacque a Salerno il 2 agosto del 1923; nel suo DNA trovavano spazio ‘molecole artistiche’: difatti la madre, Maddalena Autuori, era appassionata d’arte, frequentava Mostre e Gallerie d’Arte ed amava la musica, il pianoforte era il magico strumento che elevava dalla condizione terrena; anche papà Francesco era attratto dalla ‘aerea magia’ delle Note, suonava il mandolino. Famiglia numerosa, 8 figli, dei quali Gigino era il primo, conseguì il diploma di Maestro alle Elementari, divenne insegnante; inizialmente alla Casa Circondariale di Salerno, e lì, in quel luogo di detenzione manifestava la sua umanità coinvolgendo i carcerati in un percorso di formazione culturale e di riabilitazione sociale; i detenuti seguivano con interesse i suoi corsi di Disegno e Gigino dava loro modo di esprimere la propria creatività, organizzando coinvolgenti esposizioni; nel contempo partecipava a rassegne pittoriche, inizialmente in àmbito locale, poi, crescendo artisticamente, il suo percorso si espanse oltre i confini nazionali: le sue creazioni vennero ammirate nel Salernitano, seguirono esposizioni a Rovigo, a Matera, indi in Francia ed in Svizzera. Nel 1979 illustrò splendidamente insieme ad Alfio Scandurra il volume di estetica morale ‘Il Vangelo di Matteo’, del quale furono autori Franco Pastore e Liana Annarumma; il testo venne presentato alla stampa da uno degli scrittori cardine nel panorama letterario del Novecento, Domenico Rea, presso la Camera di Commercio di Salerno; Grieco in quel periodo partecipò ad una importante Esposizione a Ginevra, ivi furono acquistate tutte le sue opere. Quando la sua carriera si accingeva a spiccare il luminoso balzo verso la estesa notorietà, un terribile evento stroncò i suoi sogni abbattendo un agognato volo e scrivendo la parola “fine” sul foglio delle sue ambizioni. Doveva partecipare ad un evento artistico in Francia, a Parigi, l’importante manifestazione veniva inaugurata nell’ottobre del 1980; ma nell’estate di quell’anno nefasto, venne colpito da ictus. I tempi di recupero furono lunghissimi: smise di dipingere, da allora non ritrovò mai più le energie sufficienti; soltanto pochi disegni, qualche dipinto, alcune bozze, il tutto faticosamente realizzato con la disuefatta mano sinistra, che dové educarla alla nuova condizione. È deceduto nel 1993, il 31 marzo, aveva, all’incirca, settanta anni. Vengono evidenziate immagini di alcune sue opere: la prima delle quali (‘Fanciulla che trasporta una brocca’) fungeva da rappresentazione illustrativa impressa sul riconoscimento assegnato, ovvero il Diploma di merito, nel corso di manifestazioni “Verso il Duemila” degli anni ’80; seguono: ‘Volto pensoso di ragazza’ (olio su tela) ed una invenzione grafica (autori Grieco e Scandurra) illustrante un brano del Racconto evangelico di S. Matteo.
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