Il vino nutre e sostiene le suggestioni di un popolo, trascende il momento del convivio e si trasforma nel collante di una tipica società rurale: è fonte di legittimazione e soprattutto di identità. Il vino del simposio che fa cantare i banchetti e alleggerisce le pene del cuore, è l’emblema dell’aggregazione verace, genuina e ruspante del Cilento, poiché evoca un ventaglio di sentimenti stridenti, dalla gioia festosa alla malinconia più liquida. Il vino si è trovato per, negli ultimi tempi, a svestire i suoi panni più “poetici” per rendersi protagonista di una delle pagine della cronaca della Valle Del Calore: sarebbe ridondante ricordare la questione della Cantina Sociale di Castel San Lorenzo, poiché su queste stesse pagine se ne è parlato abbondantemente in passato quando l’argomento era scottante. Ciò che ci interessa è provare a conoscere e capire altre realtà, altre cantine che puntellano il nostro territorio dopo quella che è stata definita una vera e propria “messa all’asta” della cooperativa “Val Calore” di Castel San Lorenzo.
Tutti conosceranno, almeno per sentito dire, la Cantina Rizzo di Felitto. Costantino, marito della proprietaria, la signora Antonio, ha conferito per anni l’uva proprio alla Cantina Sociale di Castel San Lorenzo, ed è attivo dagli anni Settanta.
I figli, Gianvito e Mariarosaria Capozzoli, sono rispettivamente enologo ed agronomo e ingegnere e responsabile del marketing e della strategia di comunicazione aziendale.
Non è di certo una realtà nuovissima, poiché la cantina è stata realizzata nel 2004, ma ciò che ci preme ora è concentrarci sul reperimento di qualche “punto di riferimento” sul territorio dopo la dissoluzione della cooperativa “Val Calore”.
La Cantina Rizzo è situata proprio all’imbocco della stradicciola che conduce alla località Remolino, sfondo della celeberrima oasi del fiume Calore, ed è di proprietà dell’azienda vitivinicola Rizzo Antonia. Inizialmente, nel 1970 (anno di nascita dell’azienda) vi era spazio anche per la produzione dell’olio extravergine di oliva, ma tale attività ha via via lasciato sempre più spazio alla produzione di uve e quindi all’allestimento della cantina. Da dove provengono le uve vinificate? Essi provengono da vigneti aziendali siti nei Comuni di Felitto e di Laurino. Quali varietà vengono coltivali? Vi è uno spazio preponderante per l’aglianico, il merlot e l’aglianicone: l’aglianicone è ormai riconosciuta come varietà autoctona della Regione Campania. Uno dei vini prodotti è un omaggio a Felitto, si chiama “Fiix”, etichetta che si rifà alla felce, pianta che rappresenta i profumi, le fragranze e gli umori della zona. Il terreno cilentano, ricco di calcare e argilla, è favorevole per la coltivazione di vitigni, e la fermentazione e la macerazione avvengono in contenitori di acciaio inox a temperatura controllata.
Ma in località Giuprino, tra Castel San Lorenzo e Felitto, è ubicata anche l’azienda vitivinicola “Chiara Morra”, fondata nel 2005. Il mercato enologico è un campo tortuoso e diffidente, e i produttori della zona devono dimostrare di distinguersi e di offrire qualità pura e di alto livello. Tra i vini prodotti da Chiara Morra spiccano il “Barbera Dop”, “Barbera Riserva Dop”, “Bianco Dop”, “Lambiccato Dop”, (forse il più famoso), “Fiano Igp”, “Aglianico Igp”. Il vino viene lavorato nella zona, immersa nelle vicinanze di Ponte Calore, e nel mese di agosto degli anni scorsi il Lambiccato è stato valorizzato al massimo con una festa ad esso dedicata.
Sempre nel territorio di Castel San Lorenzo, è presente l’azienda “Cardosa” di Marco Peduto, figlio di Gustavo Peduto: l’azienda esiste dal 2004, la prima bottiglia risale al 2006. Dieci anni di commercio, oltre ventimila piante e dieci ettari di territorio di proprietà. Gustavo ha iniziato ad impiantare i vigneti nel 2003, al giorno d’oggi vi sono altri tre ettari di terreno da piantare: verranno piantati in una località di Aquara chiamata appunto “Cardosa”. Una parte del vigneto, la Falanghina, è stata recentemente rinnovata. A Castel San Lorenzo esiste proprio una vocazione vitivinicola, lo dimostrano le altre cantine che si avvicendano pregevolmente sul territorio: da annoverarsi c’è l’azienda vitivinicola Mucciolone di Antonio Mucciolo, con molti vigneti di proprietà, l’azienda agricola Scairato, l’azienda agricola Russo nata nel 1978 a opera di Antonio Russo e passata poi a Carmine Russo, impegnato in un’opera di vinificazione delle sue uve biologiche e certificate dall’ICEA di Salerno. L’azienda si trova in due DOC: il DOC rosso Castel San Lorenzo”Barbera e Sangiovese” e il DOC Cilento “Aglianico e primitivo” “Fiano e Falanghina”, e per imprimere a tutto ciò una impronta e una nota particolare, nei pressi del vigneto è stato impiantato un noceto locale. Associate alla produzione di vino, la cantina Russo propone anche la produzione di olio extravergine di oliva e varietà di formaggi locali. Aziende nate come conseguenza alla dissoluIone della “Val Calore”? Certo che no, stando a quanto ci dice Marco Peduto di “Cardosa”, in quanto sarebbero nate comunque, perché più aziende si affastellano nel territorio e meglio ne risente la vocazione vitivinicola di Castel San Lorenzo, poiché un nome pregiato conta molto sul mercato, crea interesse, profitto ed indotto. Si può parlare di concorrenza? Certo che no, perché lo scopo delle aziende vitivinicole di Castel Lorenzo, unite per il comune vitigno dell’aglianicone, non è quello di fermarsi alla vendita delle proprie bottiglie a Capaccio, Paestum o Salerno, ma di agire a più ampio raggio. E quindi, quando i confini della concorrenza scemano, si può parlare di sinergia. Sinergia di un territorio innaffiato dal vino e dalla connessione capillare della sua immissione sul mercato: è l’espressione e l’identità di una zona ben precisa. Spostandoci verso Roccadaspide, troviamo l’azienda agricola Tabano, conosciuta per la produzione dell’oro verde”, l’olio extravergine d’oliva: la famiglia Tabano ha infatti dedicato sapienza e arte delle proprie generazioni alla premitura dell’oliva rocchese. Vi è, a Roccadaspide, anche la produzione di BIOS, Vini biologici, di proprietà della famiglia Scorziello dal 1979. I vini a marchio BIOS arrivano nei migliori ristoranti salernitani, dalla Costiera amalfitana alla cilentana, passando addirittura per Francoforte: la coltura di uve biologiche il loro segreto pregnante, e il Barbera Castel San Lorenzo Doc il loro segreto.
Allargando il nostro sguardo al territorio degli Alburni, osserviamo le Tenute del Fasanella, con Fiano, Primitivo, Aglianico e Aglianicone, nata nel 2003 a Sant’Angelo a Fasanella da un’idea di Michele Clavelli, e la Fattoria di Bellosguardo, che produce Chianti DOCG, le varietà di Bellosguardo Green, Rough e Tee, nonché olio extravergine d’oliva IGP toscano.