A distanza di ventiquattro ore il candidato a Sindaco Agostino Abate risponde al duo Alfieri-Coppola che sabato sera avevano monopolizzato l’attenzione di Piazza Vittorio Veneto. Abate non è stato il solo a prendere la parola, e già in questo si è denotato subito un modus operandi diverso, chiaramente non c’è stata nessuna celebrazione ma non sono mancati gli argomenti importanti nella scaletta di chi ha preso la parola nell’ora e mezza di comizio pubblico. La prima a salire sul palco, dopo la presentazione delle liste, è stata Roberta Morrone della lista Agropoli Libera: “Con grande emozione e grande passione calco di nuovo, dopo dieci anni, un palcoscenico politico – ha esordito la Morrone – Lo faccio per una battaglia di democrazia e dignità di cui la nostra città ha bisogno. La nostra avventura nasce dalla necessità di rendere di nuovo Agropoli una fucina di democrazia. Agropoli ha un disperato bisogno di politica e non di questo ‘show-biz’ perché in questi anni la politica è stata vista come imposizione del marketing. Da quanto ascoltato ieri sera (in riferimento al comizio di Alfieri, ndr) Agropoli era una città depressa ma evidentemente non hanno vissuto lo spirito sociale che manca da dieci anni in questo paese. Non hanno visto cosa ha reso veramente grande questa città, niente a che fare con le loro operazioni di lifting”. Le parole della Morrone, col passare dei minuti, si fanno sempre più aspre nei confronti di Alfieri e della sua gestione: “Ho sentito parlare di crisi arginata ad Agropoli grazie al lavoro dell’amministrazione, forse è vero ma solo per chi era loro amico. Gli altri l’hanno sentita eccome la crisi. Chi non era oggetto di attenzioni ha sofferto tantissimo”. Prima dell’Ing. Abate è stata la volta di uno tra i volti più controversi di questa campagna elettorale, Emilio Malandrino: “Sono qui – ha premesso Malandrino – per esplicarvi innanzitutto i motivi per i quali abbiamo lanciato questa sfida. Prepotenza, arroganza e tracotanza, questo è quanto ci ha regalato l’amministrazione di Alfieri. Io dal ’90 siedo in consiglio comunale e mai nessun politico aveva intenso la politica come un essere nemici a livello personale. In dieci anni abbiamo osservato una mare di spiacevolezze, chi non fosse amico di questa amministrazione si è visto i diritti calpestati. Un diritto non è qualcosa che ci viene regalato da qualcuno ma è ciò che nessuno può togliere, questo sarà il senso del mio impegno nella campagna elettorale. Basta con la politica del chiedere, anche quando si parla di diritti. Basta coi ricatti al momento della campagna elettorale, questa non è la democrazia che merita Agropoli. Io vi chiedo di votare per la libertà, di tutti. Non solo a chi ha votata a tizio al posto di caio. Signori io non ho capito chi è il candidato a Sindaco se Alfieri o il bambinello che porta per mano, normalmente in una campagna elettorale il sindaco uscente accompagna ma non è colui che parla al posto del neo candidato. Il cittadino di Torchiara – riferendosi ad Alfieri – non ha mai preso residenza ad Agropoli, non ha mai pagato un euro di tasse ad Agropoli. Probabilmente non sa che grazie al suo indebitamento le stesse sono aumentate del 100%”. Il resto dell’intervento del candidato Malandrino non poteva che soffermarsi sulla querelle dell’ospedale di Agropoli: “Questa città non ha l’anello al naso, sappiamo tutti cosa è stato fatto per l’Ospedale di Agropoli. Chiamano ospedale una struttura che non ha niente, dove ti guardano e ti impacchettano destinazione altro presidio ospedaliero. Tutto questo è pericoloso, non si scherza sulla salute. Siamo di fronte a dello sciacallaggio politico. Ma sono sicuro che Agropoli dirà ‘No’ come ha già fatto durante il referendum costituzionale quando Alfieri voleva comprarci a suon di fritture”. Nell’intervallo tra le parole di Malandrino e quelle del candidato a sindaco Abate un video ha mostrato il modus operandi della maggioranza durante l’ultimo consiglio comunale dove l’inversione dei punti all’ordine del giorno ha permesso ad Alfieri e soci di discutere solo i punti di loro gradimento: “Questo e altro e quello che vogliamo evitare – dice subito Agostino Abate – non avevo mai fatto politica ad Agropoli prima del 2007. Dopo solo due anni capii che non c’era spazio per i confronti. Nonostante questo, per signorilità andai avanti anche nel 2009 ma poi mi resi conto ancora una volta che mancavano i presupposti per continuare con Alfieri. Oggi, grazie a Vito Rizzo ed Emilio Malandrino ho ritrovato coraggio, e siamo pronti per questa nuova campagna elettorale con tranquillità, serenità e confronto. Con me vince la città, abbiamo svegliato le coscienze e siamo pronti per questa campagna. Lo slogan della campagna di Coppola è ‘Avanti’, ma io mi chiedo avanti con cosa? Con i concorsi che hanno già un vincitore in partenza, con l’indebitamento costante e tutti i loro escamotage per sottomettere la gente? Alfieri ci chiede continuità, la continuità del leaderismo totalitario”. Infine, c’è da sottolineare, che Abate è l’unico in realtà a presentare qualche programma politico. Come l’esigenza di sviluppare diversamente il neo nato PUC. Le ultimissime parole infine sono rivolte una parte della stampa che proprio rivendicava l’assenza di programmi da parte della coalizione Agropoli Bene Comune: “Il nostro obiettivo è costruire una città che crei posti di lavoro. Invece oggi si scambio i lavoretti stagionali al posto di voti. I programmi? Dobbiamo fornire prima le idee sui valori chiave della nostra politica. Abbiamo le decisioni territoriali, non possiamo sostituire le idee della città con i nostri progetti cantierabili”.
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