Sarebbero dovute essere tre, le liste civiche a sostegno di Agostino Abate, saranno invece due: “Agropoli Libera” e “Agropoli al Centro”. Due liste per un totale di trentadue candidati. Nei quali spiccano senza dubbio i nomi di Vito Rizzo, a sostegno della prima lista, e di Emilio Malandrino, che invece guiderà il secondo raggruppamento. Non ci sarà il nome di Antonio Domini, nonostante l’ex sindaco sia un gran sostenitore del progetto dell’Ing. Abate non troveremo il suo nome tra i candidati. “Avevamo pensato di dare corso a tre liste civiche di area centro-sinistra, centro e centro-destra, – commenta il candidato a sindaco Abate – ma anche valutando il sistema elettorale alla fine abbiamo deciso di rinforzare le prime due liste. In queste liste troviamo l’emblema di Agropoli: professionisti, piccole imprese e tutti quelli che vogliono garantire la democrazia in città. L’eterogeneità delle liste è, inoltre, sotto l’occhio di tutti: per il centro-sinistra abbiamo i nomi di Vito Rizzo, Roberta Morrone, Aldo Romano e Mauro Gervasio; a destra invece troviamo Emilio Malandrino, Gerardina De Feo, Raffaele Di Marco e tanti altri ancora”. Accantonato il discorso delle liste l’Ing. Agostino Abate continua a criticare il neo nato PUC della città di Agropoli e con i consiglieri di opposizione Rizzo e Malandrino scrivono al Prefetto per la sospensione dello stesso: “L’adozione del PUC da parte della giunta comunale comporta che per sessanta giorni il PUC va in pubblicazione e in questo lasso di tempo i cittadini di Agropoli, proprietari o non proprietari di beni immobili, dovranno comunque esaminare il PUC in tutte le sue tavole grafiche e normative e vedere se sono stati commessi degli errori oppure delle previsioni che toccano la loro proprietà o la proprietà comune di interesse generale della città. Chiaramente chi fa l’osservazione al PUC deve consegnarla al Comune di Agropoli ed è chiaro che la maggioranza adesso al comune potrà riservarsi la scelta di accoglierla o non accoglierla. Questo significa, in parole povere, scambiare un voto. È un fatto gravissimo. Non è la prima volta che scriviamo al Prefetto e speriamo che dichiari nulla la delibera di giunta comunale”. Abate, poi, entra nello specifico del nuovo PUC: “Innanzitutto precisiamo che questo non è un vero e proprio PUC ma un PRG (Piano Regolatore Generale) adottato nel 2013. Quattro anni nei quali abbiamo assistito al completamento dei “lotti degli amici”. Come sempre si sceglie la strada personale senza badare alle esigenze dei cittadini. Noi con le nostre analisi dei quartieri teniamo conto della forza, della debolezza, delle opportunità e delle minacce di ogni angolo della nostra Agropoli. È con questo criterio che intendiamo fare politica. Il vero PUC ad Agropoli è un sogno, perché dovrebbe essere un processo costruttivo di idee frutto della partecipazione di tutti i cittadini. Solo il territorio potrà ritrovare sviluppo ed economia. Tutti i cittadini dovrebbero fare ricorso a questo PUC perché non è altro che un PRG fatto senza la partecipazione dei cittadini”. La polemica del PUC si aggiunge ovviamente a quella dell’ospedale, le due questioni, demarcano sempre più la differenza di opinioni tra gli schieramenti. Il primo, fiero e orgoglioso dei traguardi ottenuti, mentre il secondo pronto a ridimensionare, e non di poco, quanto fatto dall’attuale maggioranza. Abate inoltre continua a screditare l’attuale lavoro di Franco Alfieri che sta usando quest’ultimo mese di campagna elettorale per concludere opere e cantieri messi in naftalina da diverso tempo.
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