L’olio d’oliva di alta qualità, oltre alla sua particolare composizione in acidi grassi, contiene vari elementi minori, i polifenoli. Tra i fenoli tipici delle olive, e quindi anche dell’olio che se ne ricava, vi sono oleuropeina e idrossitirosolo, responsabili del tipico sapore amaro delle olive appena colte dall’albero.
Il diffondersi della dieta mediterranea ha stimolato l’interesse di vari gruppi di ricerca verso i possibili effetti antiossidanti di alcuni composti che sono stati isolati e purificati dall’olio extravergine d’oliva. La potenza dei fenoli dell’oliva spesso è superiore a quella di molti antiossidanti noti, quali la vitamina E. Inoltre sono state studiate numerose ed interessanti attività biologiche che potrebbero rivelare nuovi ruoli di tali componenti nella prevenzione di alcune malattie.
La formazione di trombi, per esempio, è favorita da un’eccessiva aggregabilità delle piastrine, cellule deputate a costituire il tappo emostatico. I composti fenolici estratti dall’olio d’oliva, in particolare l’idrossitirosolo, sono in grado di inibire l’aggregazione piastrinica indotta da vari agenti aggreganti.
Esistono ad oggi 20 studi effettuati nell’uomo, di cui una dozzina dimostrano la superiorità dell’olio di oliva extravergine rispetto agli altri oli in termini di attività biologiche. L’idrossitirisolo e gli altri fenoli dell’oliva agiscono, come detto, come antiossidanti, ma anche come antinfiammatori e potenziali anticoagulanti.
Ma quali sono le giuste quantità da assumere? Per una dieta sana ed equilibrata è consigliabile non superare i tre cucchiai al giorno.
In conclusione, le evidenze scientifiche disponibili a oggi suggeriscono che l’olio d’oliva extravergine e i suoi componenti minori esercitano azioni riconducibili a protezione cardiovascolare.