Incontriamo Domenico Monaco, fiero ragazzo trentinarese, noto nel Cilento come “Il Contastorie”, nato nel maggio dell’86 e vincitore nella sezione Cultura della Primula D’Oro, l’Oscar del Cilento.
Com’è nato il Contastorie?
Il mio primissimo spettacolo ebbe luogo dopo una serata musicale nel mio bar a Trentinara. Iniziai a raccontare aneddoti del mio paese, poiché quella sera erano presenti anche persone di fuori, accompagnando con romantici arpeggi di chitarra. Di seguito, l’amico di Scigliati Gianfranco De Rosa, m’invita ad esibirmi allo SMAC Festival, fiducioso del mio spirito trentinarese. Non sapevo cosa proporre. All’epoca il fenomeno Crozza era in ascesa e su quella scia decido di portare sul palco uno sketch satirico sulla religione in cui giocavo sulla proclamazione del nuovo papa vista come attenta scelta di marketing, poiché il nuovo era decisamente più simpatico del precedente. Mi presento sul palco con la vestaglia bianca di mia madre ed un pallone tagliato sul capo. Maggior parte del pubblico era formato da ultra ottantenni molto religiosi, davanti al palco la chiesa aperta con la Madonna delle Grazie in vista. Il mio pezzo era divertente ma non venne capito, risero solo due ragazzi. Proprio un anno dopo, a Scigliati, vinsi la corrida con uno spettacolo improntato su aneddoti trentinaresi, riscattandomi con il pubblico. Da lì ho iniziato ad esibirmi in feste private, matrimoni, feste di paese, facendo del Contastorie il mio lavoro.
Protagonista dei tuoi sketch è Trentinara, a cui riservi sempre molta devozione…
Ne parlo con amore e devozione perché lo spettacolo è incentrato su Trentinara, devo molto al mio paese e ai trentinaresi. Ho iniziato a fare battute su fatti realmente accaduti, cose dette realmente da trentinaresi, a me va solo il merito dell’ interpretazione, dell’accompagnamento musicale. Ho cercato di portare sul palco lo spirito trentinarese e di leggere nel profondo di questa naturale inclinazione alla comicità che hanno un po’ tutti a Trentinara. Ha avuto un successo che in parte non mi aspettavo, non credevo che i miei sketch potessero avere così larga accoglienza.
Se Trentinara è protagonista dei tuoi spettacoli, la lingua, in tutte le sue manifestazioni,regna sovrana fra le tue battute…
Quando si parla del dialetto cilentano si parla del nulla, non ne esiste uno vero e proprio, esistono però molte varianti. La variante trentinarese presenta le sue peculiarità. Spesso veniamo presi in giro, soprattutto dai vicini capaccesi, ma qui “c’è quel famoso conflitto che dura da 300 anni e terminato solo nel 1992 con la Pace di Serre di Mulito”. Ho studiato le lingue, che mi appassionano in ogni loro aspetto. Cerco di raccontare, con i miei sketch, anche le storie di alcune parole, dal punto di vista etimologico ed antropologico. Ho fatto tesoro della mia formazione linguistica universitaria per raccontare le varianti linguistiche cilentane. Per me dietro ogni parola c’è un mondo da scoprire.
Sei il vincitore della Primula D’Oro nella sezione Cultura degli Oscar del Cilento 2017, come hai vissuto quest’esperienza?
Colgo nuovamente l’occasione di ringraziare lo staff di Infocilento che dà la possibilità di conoscere realtà altrimenti nascoste. Preferisco definirmi vincitore della categoria Spettacolo, presente nella sezione Cultura. Il mio è un lavoro comico-teatrale senza nessuna pretesa accademica. Noi siamo i portavoce di un Cilento che vuole e sa farsi sentire di più.
Cosa pensi degli altri vincitori?
Stimo tutti i candidati alla Primula D’Oro, stimo chiunque lavori per la valorizzazione del Cilento a patto che sia un impegno onesto e senza secondi fini.
A che progetti stai lavorando?
Molti, alcune idee da realizzare ce le ho in mente da 10 anni. Al momento lavoro al laboratorio giovanile di Made in Sud, al teatro TAM che ha formato molti comici meridionali, tra i tanti sono stato seguito anche da Lello Arena, uno dei migliori comici meridionali. Questo progetto mi rende felice, ma io sul palco sono sempre entusiasta che ci siano 4 o 400 paganti, il contatto col pubblico è sempre meraviglioso. Sto seguendo anche un corso col maestro Pierluigi Iorio, direttore del teatro E. De Filippo di Agropoli, con cui vorrò mettere in pratica dei progetti. Il Contastorie non durerà in eterno per una questione quasi fisiologica mia, non mi ancoro mai ad un solo lavoro, poi gli altri progetti sono per Trentinara e per il mio bar che iniziava ad essere un porto per persone di vari paesi e mi piaceva un sacco quest’atmosfera a cui voglio tornare a dedicarmi anche in vista dell’apertura di quella che sarà una grande attrattiva per Trentinara , il Cilento In Volo.
C’è un personaggio a cui t’ispiri?
In uno spettacolo prendo spunto da più personaggi, non ce n’è uno in particolare. C’è un ideale di personaggio che poi è reale, il trentinarese schietto con la battuta pronta.
Cosa vuoi fare da grande?
Volevo insegnare ai ragazzi l’inglese e il tedesco ma ora mi ritrovo a fare il Contastorie per feste e varie manifestazioni. Come ho già detto, ho molti progetti da realizzare ma non posso dire dove mi porterà il futuro.
Ogni promessa è debito: Domenico, fatti una domanda e datti una risposta.
Dopo accadimenti spiacevoli, che capitano a tutti, ora sto bene, quindi mi chiedo:
Domenico Monaco, sei felice?
La risposta è sì!