“Sono lavori fatti male e che vanno a rilento. Mi destano così tante perplessità che, facendo violenza a me stesso, che vivo ormai facendo l’olivicoltore a tempo pieno, ho deciso di affiancare il moto spontaneo di protesta dei cittadini”. Pietro Eolo Florenzano, segretario comunale in pensione, una vita di lavoro soprattutto nel Nord e in Lucania, ma con lunghe permanenze a Roccadaspide e Auletta. In gioventù (“Avevo più di 14 anni”, spiega), fu militante nelle federazioni giovanili prima socialista e poi comunista. Al suo attivo anche una parentesi di consigliere comunale del Pci e con Paolo Josca, padre del sindaco attuale, e nobile figura di medico e galantuomo, considerato da molti un Santo laico, rivendica una sintonia che andava oltre partiti e ideologie. “Renato [il sindaco attuale] l’ho visto crescere e gli voglio bene”, racconta.
Florenzano, cosa ha fatto?
“Ho inviato una diffida al Sindaco, dott. Josca e, per quanto di rispettiva competenza, alla Giunta e al Consiglio comunali, al Responsabile tecnico, alla Direzione dei lavori e alla Ditta appaltatrice, a dare esecuzione ad un’opera, in fase di rifacimento, del tutto inadatta”.
C’è davvero una pietra che ha fatto scandalo?
“C’è una protesta popolare di cittadini liberi. E poi ci sono le notazioni puntuali della Soprintendenza. La gente si è arrabbiata quando si è resa conto che al posto della vecchia pavimentazione in pietra locale se ne stava mettendo un’altra che ad occhio non appariva soddisfacente. La Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Salerno ed Avellino, in sede di sopralluogo, l’aveva bollata come di “scadente qualità”. E non finisce qua. Secondo la Soprintendenza, inoltre, la posa in opera non seguiva un disegno organico ed inoltre le rifiniture ai bordi dei fabbricati e dei marciapiedi erano realizzate in modo superficiale”.
Giudizi estetici, quindi discrezionali….
“I cittadini sono andati oltre, avevano avuto modo di constatare l’inadeguatezza della pietra che in più punti si presentava da subito, disgregata, sfaldata, polverizzata”.
Messa così c’è il pericolo d’inciampo. Il Comune vi avrà dato subito ascolto…
“Macché. La diffida, sottoscritta da molti cittadini, tendeva e tende ad un ravvedimento dell’Amministrazione comunale che, a quanto sembra, però non ha intenzione di adeguarsi né ai rilievi della Soprintendenza né alle richieste dei cittadini. Viene, infatti, riposizionata, la stessa pietra, definita scadente. E a questo punto sono partite le raccolte delle firme. I sottoscrittori ora si chiedono, vi sono responsabilità e di chi?”.
Immagino che da questo punto in poi si chiamino in causa gli organismi giurisdizionali.
“Io sono contrario alle denunce. Nei miei diversi decenni di lavoro su i muncipi mi sono reso conto che non sono il mezzo migliore per risolvere i problemi. Idem il silenzio omissivo. Ora che sto nel mio paese mi propongo ,attraverso l’accesso agli atti, di accertarle e, ove se ne rinvengano, di rappresentarle alla collettività nonché agli organi/uffici competenti in materia di vigilanza e di controllo della regolarità di esecuzione delle opere pubbliche”.
Cosa ha finora trovato?
“Da un primo sommario accesso è stata rilevata una notevole discrepanza in ordine allo spessore della pietra utilizzata nella prima fase di posa in opera (2/3/4/6 cm) rispetto alle previsioni progettuali (8/10cm). Non può essere così, saranno state autorizzate delle varianti. Sto chiedendo di vedere tutte le carte per rendermene conto”.
La sua richiesta al “giovane Josca” è…
“Chiarezza e trasparenza. E che l’opera si completi subito e nel modo migliore. E non si risparmi sulle pietre facendo inciampare la gente. Sa, nemmeno io sono più giovanissimo”.