“L’idea dell’ospedale unico della Valle del Sele è bella che rottamata. Non lo trovate scritto o formalizzato da nessuna parte, ma questo è. Vorrà dire che i plessi di Oliveto Citra, Roccadaspide, Eboli e Battipaglia, mentre non saranno formalmente toccati dovranno però essere ridefiniti nel profondo e concorrere ad una offerta sanitaria unitaria e d’eccellenza. In sintesi: non potranno rimanere uguali a ciò che essi sono. Lo stesso si dovrà fare con le altre strutture pubbliche del comprensorio a sud di Salerno”. Nella serata del 25 aprile, dal palco di a Albanella, il giovane consigliere regionale socialista – ma non lontano dal cuore di Vincenzo De Luca – Enzo Maraio, riflette ad alta voce sul tema sanità. Il servizio salute è in perenne e forte difficoltà nei territori a sud di Salerno. Almeno per la parte pubblica. Arrivano nuovi dirigenti, i graduati, ovvero i vecchi primari, mancano sempre gli infermieri negli ospedali, non tanto nel numero perché mentre si bloccano i trasferimenti dagli ospedali del nord aumenta l’abuso di personale “somministrato” dalle agenzie interinali. I medici di base fanno quello che possono e continuano a denunciare l’aumento troppo alto di casi di tumore e l’inesistenza di una rete per la prevenzione. Il cambio ai vertici delle direzioni mediche di presidio degli ospedali di Polla, Sapri e Vallo della Lucania è ormai cosa fatta. L’Asl Salerno, infatti, ha pubblicato sull’albo pretorio un Avviso di selezione pubblica per il conferimento di incarico di direttore di struttura complessa. Per la teoria del bicchiere riempito a metà è un segnale positivo, segno che si vuole investire anche in questa parte del territorio.
QUESTIONE INFERMIERI. PRIMA I NAPOLETANI E POI GLI INTERINALI RACCOMANDATI
I sindacati hanno l’allarme sulle modalità di reperimento del personale nell’ambito dei presidi sanitari del Cilento e Vallo di Diano da parte dell’Asl Salerno. “La Regione ha chiesto a tutte le aziende sanitarie di fare concorsi per la mobilità intra ed extra regionale e provvedere a stabilizzare il personale precario che ne ha i requisiti. Ad oggi, però, il reclutamento di infermieri sta avvenendo dalle graduatorie dell’ospedale “Monaldi” di Napoli”, denunciano i sindacati in una nota. In particolare, il personale che viene assegnato nei presidi sanitari del comprensorio, è per il 90% dell’hinterland napoletano. Un dato negativo poiché “una volta arrivati nei presidi di Polla, Vallo della Lucania, Sapri e Oliveto Citra, faranno di tutto per tornarsene nelle loro aree di riferimento”, creando ulteriori problemi di carenza di personale. Di qui la proposta di “restringere le procedure di mobilità intra ed extra regionale all’Asl Salerno”, in modo tale che “coloro che verranno scelti saranno persone del posto, che non avranno alcun interesse, in futuro, ad andare altrove, rimanendo presso i presidi dove è stata rilevata la carenza”.
GLI INTERINALI CHE BLOCCANO GLI “EMIGRATI” CHE VOGLIONO TORNARE
Nella sanità campana, il 70% degli assunti tramite le agenzie interinali sono parenti di infermieri, amministrativi e medici degli ospedali o delle Asl dove lavorano. Lo indicherebbe una ricerca del gruppo in Consiglio regionale dei Verdi che ha presentato un dossier in Procura. Stando al controllo dei primi 100 nomi di interinali assunti a chiamata diretta senza alcun concorso, ben 71 hanno parentele “ed è giusto capire se si tratti solo di un caso o se sia stata messa una vera e propria parentopoli”, spiega il consigliere Francesco Emilio Borrelli. Oltre a questo scoglio sulla mobilità si frappone anche l’ostacolo del ricorso alle agenzie interinali. Qui oltre alle ombre su favoritismi e presunti tentativi di stabilizzare personale assunto a chiamata diretta e senza concorso ci sarebbe anche una lievitazione dei costi. Nel dossier dei Verdi e del Movimento infermieri, viene preso ad esempio la gara che ha indetto il Cardarelli di Napoli per reclutare, quattro anni orsono, 76 infermieri per una spesa di oltre 16 milioni per tre anni. I costi, per singolo infermiere, sarebbero di oltre 70 mila euro laddove, per assumere a tempo indeterminato, basterebbe meno della metà. «Un Cud di un infermiere – avverte D’Angelo – con tutte le indennità non va quasi mai oltre la soglia dei 30mila euro».
NEL VALLO DI DIANO COME HANNO GIA’ DIMAGRITO POLLA
“Hanno pesantemente fatto dimagrire il ‘Curto’ di Polla”. I conti li fa il prof. Roberto De Luca, del Codacons. E sono questi: “Noi siamo convinti (e questa convinzione emerge da dati e da fatti ben dettagliatamente documentati e non già da rappresentazioni meramente suggestive del problema) che il ruolo centrale che il P.O. di Polla ha rivestito nel passato nel campo della sanità locale non sia stato riconosciuto appieno dall’Azienda Sanitaria negli ultimi anni. Uno di questi dati è la progressiva diminuzione di posti letto e la scomparsa di interi reparti (oggi denominati “Unità Operative”) nel corso del tempo. Per citare solo un dato, agli oltre trecento posti letto (PL) degli anni ’90, si contrappongono oggi i 212 PL programmati, così come riportati nell’Atto Aziendale. Ma a guardare più a fondo, si possono contare solo 174 PL nel P.O. di Polla. E vediamo perché: – i 20 PL della UOCUOSD Recupero e Riabilitazione (che non è un servizio destinato ai malati acuti, ma prevede lungodegenza) non sono immediatamente riscontrabili nelle attuali strutture; lo stesso vale anche per i 4 PL destinati alla UOSD di Gastroenterologia; per gli 8 PL di Psichiatria, abbiamo appreso dalla stampa che il personale di questa UOSD è stato trasferito a Vallo della Lucania; i 6 PL di Otorinolaringoiatria semplicemente non esistono, non essendo presente l’Unità Operativa. Pertanto, (20 + 4 + 8 + 6) PL = 38 posti letto esistono solo sulla carta. E quindi, si ha: (212 – 38) PL = 174 posti letto. Solo su questo oggi questi possiamo “contare”, quasi la metà dei PL destinati all’Ospedale di Polla-Sant’Arsenio negli anni ’90. Naturalmente, c’è chi, da questo irreversibile declino, ha saputo trarre vantaggi”. Insomma il “ristrutturare per qualificare”, l’assunto teorico dei tagli, a Polla sarebbe già stato messo in atto.