Bullismo e società. Sempre più giovani sono vittime di bullismo, perché? Il fenomeno del bullismo soprattutto in età adolescenziale viene fuori perché il giovane sente quasi sempre più l’esigenza di dover compiere delle azioni per manifestare anche la sua presenza. In questi casi va considerata anche la famiglia, una famiglia che spesso versa in condizioni difficili. Quindi loro vedono in una fase adolescenziale un cambiamento, un bisogno di essere visti e apprezzati e, attraverso questi atti di prevaricazione, i giovani cercano un modo per affermarsi proprio perché in famiglia manca questa possibilità. Quanto conta la famiglia? La famiglia è un nucleo primario e ha un ruolo fondamentale. Deve porre attenzione su alcuni comportamenti del giovane per andargli incontro e dargli la possibilità di essere ascoltato, di essere visto, di essere guidato e anche contenuto. I ragazzi in famiglia così come a scuola devono essere portati ad esplorare le loro emozioni anche perché non hanno contatti con le loro emozioni. E l’intervento di prevenzione in famiglia e a scuola dovrebbe porsi proprio l’obiettivo di contrastare la nascita di questa angoscia che avviene in quiescenza e assecondare bisogni affettivi che il giovane ha fin da quando è piccolo. Cambiano cioè le modalità di ricevere questi bisogni in adolescenza, si sa che è più facile per un bambino richiamare l’attenzione dell’adulto. È meno difficile nell’adolescenza ma il bisogno resta lo stesso. Quali sono i contesti dove il bullismo si afferma? Sicuramente le strade e gli ambienti comuni come lo sport. Assistiamo a delle scene che possono anche rivelarsi importanti ad esempio nelle palestre, negli spogliatoi e in tutti i luoghi dove il ragazzo non è sottoposto al controllo degli adulti. Ciò accade ad esempio nel corso di una festa di paese, può essere nel tragitto casa – scuola, può essere in una cena, negli spogliatoi di una palestra in contesti cioè dove il bullo non può avere un controllo e viene disturbato. Perché il giovane esercita questo potere sul suo coetaneo e non su un adulto? Per il bullo è più facile esercitare potere sul coetaneo. È di per sé molto fragile, è un ragazzo che va sul sicuro e avverte qual è la preda più facile per lui. E non è mai un fenomeno in diseguale, è sempre un fenomeno di gruppo perché poi entrano in gioco varie dinamiche che possono prendere spazio in questi asti. I rapporti interni tra i vari compagni poi possono trasformarsi, è sempre il primo che parte ma poi si trasforma, non è duale. Resta un fenomeno di gruppo. La vittima, la preda è la più semplice da individuare proprio per i vari cambiamenti che avvengono in questa fascia d’età. Il giovane cioè conosce i suoi punti deboli e viene più facile mostrarli sul più debole. Ma è lui il più debole che ha bisogno di aiuto, non tanto la vittima che va comunque sostenuta dopo le offensive che subisce e che comportano danni psicologici.
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