Antonio è il secondo candidato sindaco di Capaccio Paestum, e che Antonio … Non deve dimostrare più nulla: il padre faceva il calzolaio, lui il medico chirurgo; ha fondato prima una cooperativa di medici, poi il centro poliambulatoriale ”Prometeo” quindi il consorzio “Maellas” che unisce diverse cooperative di medici della Provincia (www.cmmg.it); tutto quello che ha fatto nella sua professione è ancora vivo e vegeto, con le sue imprese dà impiego a una dozzina di persone, eppure è pronto a pensionare tutto per diventare il primo cittadino di Paestum. “Sono pensionabile, Capaccio ha bisogno di un sindaco a tempo pieno!”.
Tanto associazionismo nel suo trascorso, si è sempre impegnato per unire le persone, creando luoghi metafisici di comune sentire.
Identità è la parola chiave della sua candidatura; dal 1975 balla con la politica, ma galantemente ha sempre fatto un passo indietro, l’ultimo con l’attuale sindaco Italo Voza, e se ne è pentito.
Abbiamo parlato tanto e di tutto, ma la sua iniziativa “100 sindaci per Capaccio Paestum” è una cosa bella. Secondo Antonio De Rosa, ci sono sul territorio almeno 100 sciabole degne di fare il sindaco, ma stanno a guardare mentre le custodie s’azzuffano nel politichese chese chese… Nomi oltre al suo non me ne ha fatti, è ancora work-in-progress.
Mi ci sono voluti un paio di giorni per metabolizzare il personaggio: una persona garbata, arrivato all’età della pensione con uno sguardo intelligente, senza più spavalderie se mai ne abbia avute, completamente asservito alle sue convinzioni.
“Non c’è un’identità comune a Capaccio, e di ciò è responsabile la politica che non valorizza tutto il territorio: chi è di Gromola, per esempio, non gode dei benefici del turismo pestano, e dovrebbe essere compito della politica prendersi cura di tutto il territorio e di tutti i cittadini”.
Pare sincero e pare credibile, a giudicare dagli elementi che mi è stato dato da valutare, tanto da concludere l’intervista con un invito a tutti i candidati a sindaco ad incontrarci intorno al tavolo elicoidale della redazione di Unico per confrontarsi sui programmi, modi e categorie della politica.
“In un quinquennio Capaccio Paestum potrebbe acquisire il titolo di città”; una sua promessa, che già aveva fatto al nostro direttore Bartolo nella sua scorsa intervista, ma non ci tiene a dire cosa farebbe per far ciò, egli fa un discorso più ampio: l’importante sembra mettere le persone giuste al governo del territorio, e sembra che lui sappia come fare per coinvolgere qualche “sciabola”.
Ci salutiamo e in dote mi lascia con il dubbio che anche questa volta sarà tanto galante da tirare la volata per qualcun altro; gli auguro invece di competere fino all’ultimo e lasciare agli elettori la decisione sulla sua sorte: sindaco full-time o pensionato full-optional!
Guarda l’ intervista integrale!