di Alberto Di Muria
Le Crucifere (o Brassicacee) sono piante erbacee. Le specie più saporite, come la senape, ma anche il ravanello o la rucola e il cren, debbono il loro sapore a una famiglia di compositi dal sapore pungente e leggermente piccante: i glucosinolati. Tutte le piante appartenenti a questa famiglia sono una preziosa fonte di sostanze bioattive, quali fitocomposti, vitamine, minerali e fibre.
Il più tipico rappresentante delle crucifere è sicuramente il cavolo. I cavoli sono ortaggi caratterizzati da basso contenuto calorico e da elevato contenuto di acqua e fibre; in essi sono poi presenti in quantità significativa zolfo, iodio, calcio, vitamina C e, in misura minore, potassio, vitamina , niacina e riboflavina.
Il cavolo ha sempre trovato un posto speciale nella medicina ed è stato usato come lassativo, antinfiammatorio, nelle affezioni delle vie respiratorie, nelle cistiti, nelle emorroidi e in caso di astenia. Gli impacchi di foglie di cavolo sono un rimedio usato per lenire dolori e per cicatrizzare le ferite. Il succo mescolato al miele è usato il caso di raucedine e tosse. Una proprietà ancora oggi apprezzata del cavolo è quella anti-ulcera, perché contiene il gefanato, una sostanza molto usata dall’industria farmaceutica, per le sue proprietà protettive sulla mucosa gastrica. La ricchezza in minerali e vitamine, inoltre, fa dei cavoli alimenti particolarmente indicati in caso di anemia e dopo malattie debilitanti.
Le crucifere contengono sostanze con proprietà antiossidanti e sono risultate efficaci in particolar modo nella prevenzione dei tumori gastroenterico, del polmone, mammella e prostata. L’effetto benefico di queste piante può essere dovuto anche alla presenza di elevate concentrazioni di glucosinolati, i cui principali prodotti di degradazione hanno elevate proprietà chemioprotettive.