In chiusura del mio precedente articolo, dedicato al mare, promisi che sarei ritornato sul tema della fascia pinetata, che ritengo sia una straordinaria rirorsa e che, come tale, vada inserita a pieno titolo nella promozione del turismo di qualità del territorio e che, pertanto, debba fare parte integrante del programma elettorale, sempre che i candidati sindaci dedichino un ampio dibattito ai temi/problemi, mettendo il silenziatore alle alleanze ed al poco esaltante sport dell’aggregazione dei portatori di voti più che di idee.
L’ho promesso e mantengo l’impegno, continuando a privilegiare il PER COSA VOTARE prima del PER CHI VOTARE. E ritorno così ad una politica del mare e per il mare, che può e deve conoscere una nuova stagione di rilancio.
Basta mettere mano con coraggio ad una bonifica totale della fascia pinetata ed esaltarne ruolo e funzioni per una valida offerta turistica. Basta mettere ordine negli stabilimenti balneari, imponendo ai gestori buon gusto ed omogeneità negli arredi/attrezzature ed eliminando i frequenti suk da baraccopoli. Questo nell’immediato. Ma, a medio e a lungo termine, forse è doveroso ed opportuno porsi il problema del mare e per il mare, ipotizzando
1) approdi alle foci dei fiumi: al Sele (che ne è dell’ambizioso ed esaltante progetto del porto canale?), a Varolato, al Solofrone. E ciò per consentire un minimo di diportistica;
2) creazione di una o più piazze (Laura, Torre di Mare, Licinella) che si spalanchino sul mare e consentano vita di socializzazione con iniziative di grande effetto spettacolare e di sicuro impatto mediatico, d’estate certamente, ma anche d’inverno e nelle mezze stagioni, quando la costa è desolatamente vuota ed assume l’aspetto da paesaggio fantasma;
3) invogliare, per intanto, i gestori degli stabilimenti balneari ad utilizzare gli incentivi di legge e tenere aperti i propri esercizi il più a lungo possibile (qualcuno intelligente e lungimirante già lo fa), trasformandoli in solarium di giorno e ritrovi per iniziative culturali e spettacolari di sera (presentazioni di libri, recital di poesie, miniconcerti di musica, ecc.).
4) organizzare una Grande Festa del Mare, nella prismaticità dei significati: storia, arte, sport, lavoro, moda, cinema, gastronomia e che sia a dimensione nazionale come storia e tradizione di Paestum consigliano e consentono;
5) dare in temporaneo comodato d’uso (con un capitolato preciso di impegni da osservare scrupolosamente) porzioni di pineta agli operatori balneari con l’obbligo della manutenzione, innanzitutto, da concordare con il demanio forestale. Il che garantirebbe un introito dell’erario, da un lato, ed una decorosa vivibilità/fruizione di un bene,dall’altro. E bando alla museificazione dell’ambiente, che va tutelato e salvaguardato, certamente, ma anche vissuto e fruito con rispetto;
5) le rotte del mare sulla scia della grecità/mediterranea con mini escursioni guidate lungo la costa dei miti fino a Velia e Palinuro.
Ed il discorso potrebbe continuare a lungo, ma lo spazio limitato di un articolo di giornale non lo consente. Spero, però, che il tema susciti un qualche interesse ed apra un dibattito tra candidati, operatori economici, intellettuali e la più vasta società civile, se si affranca dalla ossessiva pressione/ricatto del comparaggio di chi aspira ad uno scranno nel Consiglio Comunale. Sarebbe l’unico modo per dare dignità alla politica ed imprimere al territorio il passo spedito verso il futuro.
Non so se i candidati sindaci e gli operatori turistici nella prismatica rappresentanza delle categorie si siano già parlati o abbiano programmato di parlarsi, ed, eventualmente, quali temi abbiano affrontato o promesso di affrontare (la stampa sempre attenta non ne ha dato notizia). Ma quello del mare, che va vissuto e valorizzato appieno, non è di secondaria importanza. Come non lo è, su un altro versante, quello di Paestum e Velia, grandi attrattori culturali, di cui si stanno perdendo le tracce, dopo gli entusiasmi iniziali, come si sono affievolite quelle di una Progettualità Paestum-Agropoli che sono per cultura, contiguità territoriale, omogeneità di economia e complementarietà di beni e servizi nell’offerta, un Polo Turistico Unico per competere degnamente sui mercati nazionali ed internazionali. C’è, mi pare, ampia materia per riempire di qualità e spessore la campagna elettorale. Se mai si pone il problema di chi lo deve fare, del reperimento, cioè, delle risorse umane, delle intelligenze e delle competenze professionali. Forse è questo il problema maggiore che dovrebbero porsi i candidati sindaci che abbiano voglia e siano capaci di affrancarsi dal campanilismo asfittico ed improduttivo e di rinunziare a starnazzare nel cortile di casa e volare alto.E ce sono alcuni che hanno capacità, intelligenza e piglio manageriale per farlo Escano allo scoperto con un programma di ampio respiro., come sollecita anche l’amico Enzo Di Sirio, sempre acuto e lucidamente attento ai problemi del territorio.
Buon Lavoro e Buona Fortuna!