di Bartolo Scandizzo A Piaggine ci sono da tempo tre candidati alla carica di sindaco: Giuseppe Palmieri figlio di un ex sindaco, Angelo Pipolo ex sindaco, e Gugliemo Vairo sindaco in carica. Da tempo si incrociano in piazza e nei bar del paese guardandosi in faccia e confrontandosi con i cittadini che vorrebbero amministrare per i prossimi 5 anni. Oltre a loro ci sono altri soggetti, pienamente legittimati, che sono perplessi rispetto a questi candidati e, non avendo la forza per proporsi direttamente nella competizione, sono andati alla ricerca di un candidato che potesse mettere d’accordo tutti. Anche su questo, per quanto l’idea di trovare soluzioni che mettano tutti d’accordo è difficilmente praticabile, è un atteggiamento del tutto legittimo. Quando, però, la condizione per la discesa in campo di un personaggio individuato è proprio quella di fare tabula rasa di un patrimonio di esperienze consolidate in decenni di scontri e incontri, allora diventa più un’ipotesi campata su un presupposto sbagliato: che in un paese non ci sia niente più a cui aggrapparsi. Ed è questa la fattispecie in cui si vuole far infilare una comunità come quella “chiainara” che, per quanto piccola, ha sempre saputo esprimere risorse umane e intellettuali capaci di confrontarsi, sfidarsi vincere e perdere. Mai in condizione di abdicare al proprio diritto/dovere di scegliersi i propri amministratori. In fondo, la pretesa di chiedere e far fare non uno ma ben tre passi indietro ai candidati in campo per spianare la strada al “salvatore della patria” e convincerlo a risalire la Valle del Calore per la via della “transumanza” che i suoi genitori percorsero in discesa decine di anni fa è del tutto fuori luogo. Carmelo Conte che ha dato molto e avuto tutto dalla politica attiva è un “figlio” di Piaggine trapiantato ad Eboli e proiettato politicamente a livello nazionale quando la “nave viaggiava con le vele al vento” della 1^ repubblica. Da tempo si dedica allo studio e alla nobile arte del conferenziere e scrittore che progetta, illustra e propone progetti per il nostro territorio come l’idea di realizzare un unico parco per le tre regioni Campania, Calabria e Basilicata con epicentro Sapri. Lui stesso, quando a novembre gli chiesi se fosse disponibile a candidarsi a sindaco di Piaggine, mi rispose che solo se non ci fosse nessuno disponibile a farlo e per non lasciare il paese senza guida, avrebbe potuto prendere in considerazione l’idea di fare un servizio al paese natio. Questo, rispetto al fatto di far ritirare dalla corsa ben tre candidati è un salto “mortale” molto carpiato! Cosa dovrebbero accettare i tre uomini già in campo? Palmieri, Pipolo e Vairo (soprattutto quest’ultimo) dovrebbero prendere atto della loro “pochezza” sia professionale che amministrativa e affidarsi all’unto dalla politica di un’era già ampiamente sepolta dalla cronaca e che difficilmente passerà alla storia. Potrebbero, come è nei piani dei suggeritori, entrare tutti insieme nel listone di Conte, farsi eleggere con una campagna da “fratelli coltelli” all’ultimo voto utile per non essere esclusi dagli “eletti” che potrebbero sedere al tavolino dove, una volta alla settimana, “Carmelo” risalendo la Valle del Calore li troverà seduti ad aspettare il suo “verbo” su come risolvere gli annosi problemi che assillano Piaggine e il 90% dei comuni delle aree interne: decremento demografico, deterioramento del patrimonio abitativo, viabilità devastata, popolazione invecchiata, pochi servizi alla persona e troppi sprechi e risorse per quelli che sulla carta dovrebbero essere attivi … Molto spesso nella vita si tenta di evitare i problemi scartando di lato invece di affrontarli per poi ritrovarseli così come sono dietro la curva successiva camminando nella direzione giusta. In questo caso la soluzione proposta significherebbe tornare molto indietro sui propri passi, quasi fino a tentare di rinascere in un’altra epoca come solo un’impensabile macchina del tempo potrebbe garantire se esistesse! Faccio un appello ai tre candidati Giuseppe, Angelo e Guglielmo: “non rinunciate alla speranza di poter essere protagonisti in un film amatoriale per una comparsata in uno datato” .
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