Di Bartolo Scandizzo
Ogni volta che pensavo a questo viaggio in Australia non potevo fare a meno di pensare ad un amico ( cugino di mio padre, pertanto zio) Demetrio Scandizzo. Un ragazzo diventato uomo lontano dai suoi genitori ma vicino alla sua famiglia e poi una vita vissuta all’unisono con sua moglie, Concetta, sposata bambina. L’avevo conosciuto nel mio precedente viaggio a Melbourne dove abitava nella sua bella casa, costruita in due anni in tutti i weekend con le sue mani e quelle del fratello muratore, Tony. Demetrio e Conny hanno due figli che già allora avevano avuto successo nel campo lavorativo nel settore del parrucchiere. Con Demetrio ci siamo subito intesi e capiti. I pochi giorni passati insieme lasciarono una traccia certa nella mia vita. Ci incontrammo di nuovo in Italia in occasione del suo unico viaggio a Rofrano e in Europa. Aveva paura di volare, ma superò quell’avversione più per accontentare la moglie e i cognati che per la voglia di partire. Venne a casa mia e furono due giorni pieni di vita e sana allegria. Ci salutammo con l’impegno di rivederci in Australia con più tempo a disposizione per approfondire la nostra amicizia. Il tempo da allora è passato. Già nel 2015 però mi arrivarono notizie sconfortanti in merito alle sue condizioni di salute: era stato aggredito da un tumore. Conoscendolo, sapevo che avrebbe lottato senza tregua per vincere la battaglia per la vita. Circondato dall’affetto della sua famiglia e da quello della comunità in cui si era strutturata la famiglia dei “Tudisco”, avrebbe potuto combattere a viso aperto il male che si accaniva contro di lui. In ogni caso ero fiducioso di poterlo incontrare ancora una volta da vivo. Conny e i suoi fratelli mi tenevano aggiornato sulle sue condizioni di salute. Più volte ha chiesto di me e di Gina e del nostro viaggio. A pochi mesi dalla nostra partenza ci giunse la notizia della sua morte. Un trapasso nella sofferenza ma lucido: il suo ultimo atto chiedere ai figli di regalare, per lui alla moglie, una composizione di floreale che Conny tiene in bella evidenza nel suo soggiorno insieme ad una “galleria” fotografica di Demetrio. Una storia singolare quella tra Demetrio e Concetta. I due si incontrarono in casa di zia Maria, cognata di lui e zia di lei, arrivata dall’Italia con il padre. C’è simpatia tra i due giovani, lui di 19 anni e lei di 16, ma non lo dicono a nessuno. Dopo una breve permanenza a Melbourne, il padre di Concetta decide di rientrare in Italia a Torino e, spediti di bauli via mare a Genova, partono. Concetta, intanto, si è promessa a Demetrio e non ha nessuna intenzione di rinunciarvi. Lei fa di tutto per convincere il padre a farla rientrare in Australia dove ha parenti e, soprattutto, Demetrio. Il padre non cede, ma di fronte al fatto che Concetta giura che al compimento dei 18 anni sarebbe partita comunque, scrive alla compagnia dove ha depositato i bagagli a Genova e li fa rispedire indietro a Melbourne. Loro rientrano via aera! Concetta si ripromette che se Demetrio non si fosse fatto ritrovare all’aeroporto ad attenderla, voleva dire che non l’amava, e lei avrebbe riposto il suo amore nel fondo di quei bauli che facevano la spola tra Melbourne e Genova. Demetrio quel giorno si diede ammalato sul lavoro all’insaputa di Filippo e Maria, nella casa dei quali viveva da scapolo. Si recò all’aeroporto dove si chiuse il cerchio delle promesse e diedero il via a al principio della loro storia. Nel giro di un anno si sposarono ed ebbero due figli, Jowa e Jonny Scandizzo. Due giovani che hanno fatto salire molto in alto l’orgoglio dei loro genitori. Infatti, oggi sono il meglio che c’è in Australia e nel mondo nel campo del settore delle acconciature per donne.
Per la grande famiglia Scandizzo non è stato facile proseguire a vivere con l’entusiasmo di sempre dopo la sua scomparsa. Il vuoto lasciato, per quanto incolmabile, è anche la traccia che la sua esistenza ha lasciato in tutti noi. Questo scritto e una piccola dimostrazione che, nonostante tutto, non ho voluto perdermi l’appuntamento con lui, “nemmeno a morire” …