Di Massimiliano De Paola Il Sud inverte la tendenza e va meglio del Centro Nord. Il sorpasso è dovuto al settore primario, l’agricoltura. Dal Rapporto Svimez Ismea emerge come a cavallo tra il 2015 ed il 2016 sono in crescita valore aggiunto, investimenti, esportazioni e occupazione giovanile al Sud. Il suo Pil, la ricchezza prodotta nel territorio, è cresciuto dello 0,8%, contro lo 0,5% del Centro-Nord a cavallo tra il 2015 ed il 2016. Sono aumentate le produzioni dop e doc, molti giovani sono tornati alla terra e sta nascendo una nuova imprenditoria, che mira a prodotti di qualità, all’esportazione e ad attività affini, come agriturismo, energie rinnovabili, sistemazione di parchi e giardini. A raccontare il risveglio del Sud è il Rapporto Ismea-Svimez ed è l’agricoltura a diventare protagonista della ripresa economica del Mezzogiorno. Crescono valore aggiunto, esportazioni, investimenti e anche l’occupazione. Nel Mezzogiorno la crescita occupazionale è stata del 12,9%, più della media italiana. Sale anche il peso dell’imprenditorialità giovanile agricola con quasi 20 mila imprese nate al Sud nei primi mesi dell’anno scorso. Il Mezzogiorno stacca il Centro Nord proprio sul settore primario con una crescita (+7,3%) ben più alta di quella dell’agricoltura del Centro-Nord (+1,6%) e, nell’area, estremamente migliore di quella dell’industria (-0,3%) e dei servizi (+0,8%). Le Regioni migliori sono Calabria e Campania. “Questi dati – ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – confermano che il Sud può essere sempre più protagonista del rilancio dell’economia italiana, puntando sul settore agroalimentare. Passa da qui anche una parte importante della lotta alla disoccupazione giovanile e proprio nel Mezzogiorno stanno nascendo realtà che interpretano con chiavi innovative e sostenibili la nuova agricoltura”. E allora, in questo contesto generale di ripresa economica, perché non cogliere le opportunità per il settore agricolo che si presentano anche nel Vallo di Diano grazie ai fondi europei del PSR 2014/2020? Negli ultimi anni il Vallo di Diano è stato unito solo nel dire No al petrolio. La paventata invasione delle trivelle ha rimesso in fermento la classe politica ed imprenditoriale locale, in nome della tutela del territorio. Ora il comprensorio ha un’occasione irripetibile per costruire un futuro, veramente alternativo al petrolio, fatto di progetti, sviluppo e sostenibilità. Se il Vallo di Diano crede davvero nell’opportunità di sviluppo del settore agricolo, lo si potrà intuire dalle capacità di accedere ai fondi che la Regione Campania ha messo a disposizione con l’approvazione del Bando di Attuazione della tipologia d’intervento 4.2.1.“Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli nelle aziende agroindustriali”. Il bando mette a disposizione 35 milioni di euro da destinare ad imprese agroindustriali che puntano a migliorare la qualità produttiva oltre che crescere dal punto di vista strutturale e imprenditoriale. Il bando prevede l’assegnazione, a punteggio minino di 40 punti, per l’acquisto o la costruzione di nuovi stabilimenti con tetto massimo di 2 milioni di euro; 1 milione di euro in caso di ampliamento o miglioramento degli stabilimenti esistenti; 2 milioni di euro a sostegno di investimenti finalizzati all’acquisto di attrezzature e impianti; e un tetto massimo di 400 mila euro per l’acquisto di beni immateriali e per spese generali. 35 milioni di euro quindi messi a disposizione dalla Regione Campania attraverso la misura del Piano di Sviluppo Rurale che potrà, se ben sfruttata, offrire quell’opportunità di sviluppo su cui la politica valdianese ha da sempre focalizzato l’attenzione. Sul decreto dirigenziale in questione n. 20, approvato lo scorso 20 gennaio e pubblicato sul Burc della Regione Campania n. 8 del 23 gennaio, viene riportato anche l’obbiettivo di “Promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo, migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, creare valore aggiunto per i prodotti agricoli con la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, associazioni e organizzazioni di produttori e organizzazioni interprofessionali”. Sul BURC sarà possibile trovare, oltre al decreto, anche il regolamento per partecipare al bando con tutte le informazioni utili relative sia alle procedure di presentazione delle richieste, che all’assegnazione dei punteggi e alle tipologie di intervento che potranno essere ammessi a finanziamento. Sono inoltre disponibili anche i moduli per la presentazione delle domande.
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