di Albert Di Muria
Attualmente, in Italia, la maggior parte dei prodotti di derivazione vegetale utilizzati a scopo salutistico sono registrati come “integratori alimentari” o sono venduti come “alimenti”, talvolta addizionati di vitamine e minerali o appartenenti a categorie particolari come è il caso dei “nutraceutici” o dei “novel foods”. Nell’ultime due decadi si è assistito a un incremento delle segnalazioni di reazioni avverse, anche gravi, associate all’uso di preparati a base di sostanze di origine naturale. Questi prodotti sono generalmente considerati totalmente innocui, ma i principi attivi che contengono svolgono sull’organismo un’azione biologica e possono, quindi, essere gravati da effetti indesiderati o interagire con i farmaci di sintesi. Il frequente utilizzo di materiale vegetale proveniente dall’estero comporta il rischio che siano imprevedibilmente presenti dei contaminanti difficilmente rilevabili. Per esempio, la contaminazione con alcaloidi tropanici di un partita di Coleus proveniente dall’India ha causato gravi casi di intossicazione acuta in Italia nel 2005. Un rischio aggiuntivo è costituito dalla presenza sul mercato di prodotti irregolari venduti attraverso canali difficilmente controllabili, come l’e-commerce, l’importazione illegale o la vendita da parte di privati.
La convinzione che i prodotti naturali siano sempre sicuri e benefici per la salute può portare il consumatore a utilizzarli senza precauzioni e a sottovalutare eventuali sintomi che si possono manifestare in concomitanza al loro uso. E’ estremamente importante, quindi, che si ricorra a questi prodotti solo se guidati da un consiglio esperto, per evitare effetti indesiderati ed interazioni con altri farmaci assunti, e che ci si affidi a canali di vendita sicuri per evitare truffe e somministrazioni di sostanze pericolose.