di Bartolo Scandizzo
Caldo, sì, ma umidità alla nostra portata. Il monsone che continua a flagellare Darwin è alle nostre spalle. Il ricordo di una bella esperienza, però, rimane nella mente e negli scritti che volentieri andremo a rileggere in un prossimo e remoto futuro. L’arrivo nella City di Brisbane è come entrare in un vorticoso mondo di sorprese: tutte positive. A cominciare dall’hotel Ibis di Elisabet S.t. La nostra camera è situata al 21 piano (l’ultimo è il 26). La vista della città dall’alto, è uno spettacolo che si può ammirare solo dalla ruota panoramica che si trova proprio di fronte dall’altro lato del fiume omonimo: Brisbane River.
Il fiume è il baricentro della città. Essa si poggia sui due argini, moltiplicati per tre, dove si concentra il cuore pulsante della capitale della Gold Cost. Infatti, le tre anse in cui si contorce il Brisbane per rendersi “utile” ne fanno un elemento determinante intorno al quale si alternano edifici pubblici e grandi building privati. I tanti ponti che “ponteggiano” tra le diverse rive sono tutti improntati a sfidare il futuro, tranne lo Story Bridge che troneggia si tutti gli altri come un imponente mostro di ferro.
Su una delle rive del Brisbane, fu allestita l’esposizione universale del 1988. Ed è proprio su quella riva che si può gustare l’essenza del vivere in questa città meravigliosa.
Intanto vale la pena di ricordare che qui il concetto di “città” non è un “titolo” da anteporre al nome di una località. Esso è sinonimo di qualità della vita dove i cittadini hanno servizi essenziali e molto, molto di più!
È anche utile ricordare che qui, come in altre parti della Australia, il lavoro non è chimera. Non lo è nemmeno se si perde o se si lascia, perché è facile trovarne un altro. E, se proprio, non ci riesci nonostante l’impegno tuo e dell’agenzia che ti forma e ti segue in ogni momento, ecco pronto il sussidio che non ti Lascia mai in mano alla disperazione.
Questo fatto dà tranquillità e riesce a far esprimere l’umanità delle persone in modo spontaneo in un quadro di certezze garantite dall’amministrazione della cosa pubblica.
L’uguaglianza è garantita dalle leggi che valgono per tutti, indipendentemente da come si è “colorati” o vestiti. I doveri sono anteposti ai diritti, per cui nessuno è disposto a rinunciarvi “gratuitamente”. Lo stato spende molto denaro per il verde pubblico, per piste ciclabili e pedonali (ad ogni ponte sul Brisbane per le auto ne corrisponde un’altra altrettanto bello ciclo-pedonale. Musei, gallerie d’arte, orto botanico, parchi con piscine e campi da golf, stadi “gli ovali si chiamano” che sono presi letteralmente d’assalto per le partite di cricket, football australiano, rugby … Sono invasi da famiglie con bambini che trovano in questi luoghi l’ambiente ideale per passare in tempo libero.
Per lo stato gli spazi per il tempo del non lavoro sono altrettanto importanti, se non di più, rispetto a quelli destinati al lavoro.
La filosofia che sta dietro alle decisioni di spendere tante risorse pubbliche per rendere la qualità della vita degna di essere goduta, sta nella determinazione che questo sia giusto. Ma c’è anche un aspetto economico da tenere conto: chi governa ha capito che è meglio manette in salute le persone che curarle dopo che si sono ammalate.
Questo consente di avere più gente a correre o andare in bicicletta che in una corsia d’ospedale che pure ci sono e sono di altissimo livello. Un amico mi dice che ogni 100 anni piscina rifare l’ospedale di una grande città come Adelaide. Insomma si programma e si investe per il futuro delle persone.
A conferma di ciò basta guardare cosa è successo agli spazi costruiti in occasione di Expo nel 1988. Oggi, l’intera area è un posto da sogno. Qui si intrecciano teatri, conservatorio di musica, in grande museo naturalistico, una favolosa pista ciclo pedonale lungo la riva dx e sx del fiume, orto botanico, piscine e grandi prati per ogni tipo di attività all’aria usato bisogna aggiungere una teoria ininterrotta di locali che si affollano ogni sera per vivere e far vivere la vita senza soluzione di continuità con l’essere se stessi in ogni momento.
In questo contesto sono arrivati e cresciuti i nostri connazionali che hanno contribuito a rendere questa nazione con un territorio 25 volte più esteso dell’Italia, e con un numero di abitanti 3 volte più piccolo.