di Lucio Capo
Il livello di civiltà di un popolo si misura dal grado di rispetto per gli esseri viventi … non fare entrare gli animali domestici nei musei è un segno d’inciviltà. Visto che i musei sono frequentati da greggi di pecore disinteressati all’arte e da mandrie di asini che se ne fregano della storia, non si capisce per quale arcano motivo cani educati e rispettosi, tenuti al guinzaglio dalle loro dolci padroncine, non possano scambiarsi effusioni nei lunghi corridoi bui e negli ampi saloni disadorni dei nostri polverosi musei. Se solo li facessimo entrare potremmo verificare che, i nostri compagni a quattro zampe, sono molto più interessati ai reperti custoditi negli austeri spazi museali, più delle mandrie incontrollate dei bipedi umani. Perché i cani non possono andare al cinema, visitare un museo, frequentare una spiaggia ed entrare in qualsiasi luogo con i loro proprietari? Se il nostro amico a quattro zampe è bello, bravo e in buona salute, non c’è motivo per cui non possa frequentare gli stessi luoghi, gli stessi laghi, gli stessi fiumi, gli stessi mari e gli stessi musei frequentati dagli umani che accompagna. Basta poco, che ce vo’? … Un po’ di saggezza e si potrebbero abbattere muri di diffidenza e barriere d’isolamento in cui vivono i compagni a quattro zampe, orecchie lunghe e musetti dolci…molto chéri. Se Capodimonte piange Paestum non ride, in tutti e due i musei non è possibile entrare in nessun modo e con nessuna modalità accompagnati da fido, fedele amico di giochi, di giostra e di sonni ristoratori. La presenza degli animali nei luoghi frequentati dagli umani pare sia vietata dalla legge, ma la legge si sa è opera degli umani, che per definizione non sono propensi ai nobili animali, ma più all’apparenza. Nessuna battaglia vinta e intese tra animalisti e istituzioni non fatte rispettare, in Italia c’è ancora moltissimo da fare in questo senso, soprattutto per quanto riguarda l’ingresso nei musei degli umani accompagnati dai loro cani. Anche rendere dog-friendly un museo, potrebbe essere un motivo di attrazione turistica. In Italia però, come al solito siamo ultimi nell’accogliere Fido nei musei e nei luoghi d’arte, dove sono custoditi reperti, che il mondo c’invidia ma che noi italioti non sappiamo valorizzare. La domanda nasce spontanea, ma perché la passione per l’arte e per i cani non possono andare d’accordo? Migliaia di persone e i loro amici animali se lo chiedono ogni volta che voglio entrare in un museo italiano, ma la risposta resta inevasa. Ma si sa l’Italia e il paese dei mille campanili e delle mille campane, ogn’uno suona la sua, nel caso di Civitanova Marche è suonata a festa a favore dei nostri amici cani, che hanno avuto la possibilità di entrare nella Pinacoteca Moretti. Molti i visitatori che accompagnati dai loro cani hanno potuto ammirare le opere esposte, con il loro fido al guinzaglio, con palettina e sacchettino al seguito, per pulire eventuali bisognini. La geniale idea dell’apertura della Pinacoteca ai cani, è venuta alla direttrice Enrica Bruni. Soluzione brillante a cui si pensava da tempo, e, che in altri musei è prassi, nella Pinacoteca di Jesi, è stato portato a termine uno studio da cui è emerso che non ci sono effetti bioclimatici dovuti alla presenza degli animali domestici. Pure Firenze aveva fatto una scelta analoga, che sfortunatamente è rimasta allo stato embrionale. In Europa la presenza dei cani nei musei è prassi consolidata, fido e i suoi amici hanno accesso nei musei austriaci, danesi e olandesi. La direttrice Enrica Bruni, sensibile alle esigenze degli animali, ha deciso di far entrare i cani al museo, dopo aver capito che un sacco di persone non entravano in Pinacoteca perché non potevano portarsi la loro cagnolina/o. È stato sfatato anche il problema della sicurezza delle opere, si è dimostrato che l’arte e la cultura possono andare d’accordo con il migliore amico dell’uomo.