di Veronica Gatta
Nella notte tra il 31 gennaio e il primo febbraio scorsi, la comunità di Vallo della Lucania ha subito un duro colpo. Una banda formata da 8 malviventi ha messo a segno un colpo, facendo irruzione nella Cattedrale e rubando il “tesoro di San Pantaleone”. I ladri hanno agito intorno alle 4 di notte. Immediatamente è scattato l’allarme e il parroco, don Aniello Scavarelli, ha prontamente avvisato i Carabinieri della stazione di Vallo della Lucania. Quando la volante è giunta sul posto, non c’era più traccia dei malviventi. Secondo le prime ricostruzioni dei militari, i ladri erano incappucciati e con guanti alle mani. Sono arrivati a piedi dinanzi alla chiesa. Hanno sbarrato la strada principale con delle grosse fioriere e, con una forca, hanno forato le ruote di tutte le automobili parcheggiate nella piazzetta di San Pantaleo, per evitare che qualcuno potesse inseguirli. Hanno sfasciato la porta di accesso secondario alla Chiesa, con un’ascia. Una volta entrati nel luogo sacro, hanno sfondato il vetro della teca dove era esposto e custodito il tesoro del Santo Patrono e, per attutire il rumore, hanno utilizzato un telo. I malviventi hanno messo a segno il colpo in brevissimo tempo, lasciando fedeli e cittadini sgomenti.
I carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania, diretti dal capitano Mennato Malgieri, unitamente alla scientifica di Salerno stanno lavorando su tutti gli elementi utili raccolti nella giornata di mercoledì. Al momento ci sarebbero degli indizi che potrebbero portare all’individuazione di uno degli otto malviventi.
“È una indagine delicata – ha affermato il capitano Mennato Malgieri – lavoriamo su più fronti ma nel più stretto riserbo”. I militari di Vallo sono in contatto con altri comandi della regione. Sono già stati interrogati nel salernitano e napoletano alcuni pregiudicati con precedenti per ricettazione. Si tratta indubbiamente di un atto ignobile che scuote l’intera Diocesi di Vallo della Lucania, di cui San Pantaleone è Patrono, ma che colpisce soprattutto il cuore della comunità vallese. È la dimostrazione di un profondo declino di una parte di “umanità” che non ha rispetto per un luogo di culto. È bene ricordare che l’oro che è stato rubato era stato donato “a San Pantaleone” in qualità di ex-voto: oggetti preziosi donati da tanti devoti in seguito a grazie ricevute.
La cosa che lascia turbati e interdetti è che i malviventi non si siano fatti alcuno scrupolo e abbiano “toccato” il cuore delle persone, le speranze che avevano riposto nel loro Santo Patrono, i miracoli che hanno ricevuto. Che siano credenti, atei, agnostici o appartenenti ad un’altra religione, coloro che hanno commesso un gesto tanto vile e meschino hanno dimostrato di non aver rispetto, non soltanto di un luogo di culto, ma anche dei nostri avi, persone che hanno sofferto, sperato e creduto nel loro “Medico per eccellenza”. Sono state violate le speranze di tutte quelle persone che, con fede sincera, avevano fatto un “voto” a San Pantaleo per aver ricevuto una grazia, un miracolo.
La violazione di un momento di profondo dolore vissuto da tante persone è il simbolo di un profondo degrado.
La vicenda ha sollevato molte polemiche, soprattutto sui social network, riguardanti un presunto malfunzionamento delle telecamere di videosorveglianza. È una cosa che lascia profondamente amareggiati. È bene fare chiarezza sull’accaduto, ma l’invito ai cittadini di Vallo della Lucania è che, in un momento così delicato, restino uniti ed evitino di cogliere la palla al balzo per fare sterili polemiche contro l’amministrazione di turno.