Ogni giorno migliaia di cilentani sono costretti a spostarsi da una parte all’altra del Cilento e della Campania per raggiungere il posto di lavoro o di studio. Nel corso degli anni, Trenitalia ha fatto indubbiamente passi in avanti, ma i disagi non mancano: alcuni disservizi sono sotto gli occhi di tutti e assumono contorni sempre più raccapriccianti.
Le stazioni più piccole sono senza dubbio quelle che soffrono la disorganizzazione e l’inefficienza: scarsa pulizia, vigilanza inesistente, per non parlare dell’ecatombe delle stazioni impresenziate. Ecatombe, sì! E non è un termine utilizzato a caso: l’abbandono delle stazioni arreca ulteriori disagi ai pendolari, specialmente se unito a monitor informativi poco (o per niente) funzionanti, biglietterie automatiche rotte, per non parlare delle “trombe”, utilizzate per gli annunci sonori, che spesso sono dislocate rispetto al “cuore” delle stazioni.
“Annuncio ritardo! Il treno… proveniente da… e diretto a… delle ore… arriverà con un ritardo previsto di… minuti. Ci scusiamo per il disagio!” oppure “Si avvisano i signori viaggiatori che il treno… proveniente da… e diretto a… arriverà al binario… invece che al binario… Ci scusiamo per il disagio!”.
Chi sa quanti pendolari accettano le scuse di Trenitalia…
Immaginiamo una situazione-tipo: vi trovate in una stazione impresenziata, dove c’è un solo monitor informativo (rotto) e dove le trombe per gli annunci sonori si trovano ad un centinaio di metri dal “cuore” della stazione (che nella maggior parte dei casi coincide con l’accesso alle scale del sottopasso); vi recate alla banchina a isola che collega i binari 2 e 3 (perché, per esperienza pluriennale, per conoscenza o per “sentito dire”, sapete che il vostro treno arriverà proprio su uno di quei due binari), state aspettando il treno che vi condurrà a casa dai vostri figli, o che vi permetterà di raggiungere un’altra stazione dalla quale dovrete prendere la cosiddetta “coincidenza” (altro treno o pullman) per arrivare a destinazione. Le trombe, poste a molte decine di metri lontane da voi, annunciano un cambio improvviso di binario, ma non siete “Blue Ear – Orecchio Blu” (supereroe dei fumetti della Marvel), e non riuscite a decifrare cosa Trenitalia vi stia annunciando. Restate sul “chi va là” sperando che non si trattasse dell’annuncio di un ritardo. Finalmente vedete il vostro treno in lontananza, ma improvvisamente assistete ad un repentino cambio dal binario 2 al binario 1. Vi precipitate per le scale del sottopasso sperando di raggiungere in tempo il binario 1. Dopo una breve ma affannosa corsa, arrivati in cima alle scale che portano al primo binario, vi trovate intrappolati nella plastica a rete arancione che segnala i lavori in corso. A questo punto avete varie possibilità: sprigionare la forza dell’incredibile Hulk e rompere la rete, tornare al binario 2 e infrangere le regole attraversando i binari, oppure correre come se stesse partecipando alle olimpiadi per percorrere la strada alternativa (e decisamente molto più lunga) che vi permetterà di accedere al binario 1 e prendere il vostro treno senza commettere infrazioni. La realtà delle cose mette a dura prova il vostro senso morale: ma siete troppo onesti e decidete che è meglio rischiare di perdere il treno piuttosto che infrangere le regole. Il risultato? Avete perso il treno! Che siate pendolari abituali o turisti del momento, madri e padri di famiglia o giovani studenti, poco importa! Il vostro treno è partito senza di voi.
Siete stanchi, stressati e nervosi, ma cittadini onesti e rispettosi delle regole e non potete far altro che aspettare il treno successivo che, se siete fortunati, passerà 60 minuti più tardi.
Non è fantascienza, non è immaginazione… è la situazione della stazione di Capaccio-Roccadaspide e di tante altre.
Un’altra importante questione è quella delle biglietterie chiuse, autentico incubo soprattutto per chi è anziano o poco pratico nell’utilizzo delle biglietterie automatiche e non sa come potersi munire del biglietto di viaggio. L’unica soluzione è quella di uscire dalla stazione e recarsi al bar o al tabacchi più vicino per acquistare il biglietto.
Altra imbarazzante situazione è data dall’inesistenza di ascensori: le persone con problemi motori e i cosiddetti “diversamente abili” hanno serie difficoltà per raggiungere la banchina. È davvero impensabile che, ancora oggi, dopo innumerevoli campagne di informazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche, un cittadino, soprattutto se disabile, si trovi costretto a subire gravissime limitazioni personali.
Allora, cara Trenitalia, non ti scusiamo per il disagio!