di Adriana Coralluzzo
La disciplina insegna come suo fondamento che una persona più piccola e debole può difendersi con successo da un assalitore più grande e più forte portando lo scontro al suolo dove utilizzerà appropriate tecniche come leve, chiavi articolari e strangolamenti. L’allenamento nel Brazilian jiu-jitsu viene praticato principalmente con il kimono (gi) ma negli ultimi anni la Federazione Internazionale ha introdotto anche competizioni senza kimono (no-gi o grappling) più utili per gli atleti di MMA (arti marziali miste). La pratica di sparring (comunemente chiamato rolling) e di sessioni di allenamento con confronto con un avversario non collaborativo giocano un ruolo maggiore nell’allenamento, e vengono premiate le prestazioni, soprattutto durante le competizioni, in relazione al progresso attraverso i gradi/cinture.
Sin dal suo principio nel 1914, l’arte ascendente del judo era separata dai sistemi più antichi di jujutsu giapponese da un’importante differenza trasmessa al Brazilian jiu-jitsu: non si tratta solamente di un’arte marziale ma anche di uno sport, un metodo per promuovere lo sviluppo del fisico e del carattere nei giovani, e, infine, una via (Dō) di vita. La federazione internazionale IBJJF organizza periodicamente tornei a carattere nazionale, continentale e mondiale di jiu jitsu brasiliano: tra questi ovviamente il mondiale è l’evento più prestigioso dello sport. In Italia è l’Unione Italiana Jiu Jitsu (UIJJ) a rappresentare esclusivamente la IBJJF nella nazione, ed è affiliata all’AICS, ente sportivo riconosciuto dal CONI. Oggi ci approcciamo ad uno sport non molto conosciuto, che però ha un capaccese classe ’99 Campione italiano, e pochi lo sanno. Proprio per questo, più che un’intervista botta e risposta, ho chiesto a Mattia di farci entrare nel suo mondo.
Parlaci di te e del tuo sport.
“Sono Mattia Calvelli, ho 18 anni, mi alleno presso l’associazione sportiva Yin yang art marziali che ha sede alla Zottoli gym di Raffaele Zottoli a Capaccio Paestum. Pratico arti marziali da quando ho quattro anni e mezzo, ho iniziato con il kung fu, e solo da cinque sono passato al jiu jitsu brasiliano, al quale mi dedico con tutto me stesso. I risultati che ho ottenuto fin ora sono: i campionati di Coppa Italia, per cinque anni di fila sono Campione nelle mie categorie. Spero di riuscire ad ottenere qualche titolo anche in gare internazionali ed europee. La prossima gara sarà a Monaco a inizio preparazione, nella quale seguirò una dieta particolare, allenamenti tutti i giorni, anche più volte in un giorno. Saluto Cilento World Tv e Unico e li ringrazio per questa possibilità”.
Quali sono i prossimi appuntamenti internazionali?
“Il 26 febbraio gli Open Internazionali di jiu jitsu brasiliano a Monaco”.
Poi ci spiega tecnicamente alcuni movimenti del suo sport (potrete vedere il video sul nostro canale Youtube Cilento World Tv).
“L’obiettivo di questo sport è quello di dominare l’avversario a terra. Questo sport infatti si è sviluppato a terra, tramite posizionamenti se stiamo sopra; se invece stiamo sotto tramite un raspado, ovvero un ribaltamento, e poi un posizionamento. Per poi effettuare una finalizzazione, portare alla sottomissione l’avversario. Penso che come sport per la difesa personale sia uno dei migliori, perché nessun altro sport vi può bloccare a terra, ed è propedeutico per l’MMA, senza questo sport non si può effettuare un incontro di MMA. (Dimostrazione pratica) Si parte da in piedi per effettuare una posizione classica: Double Leg, per buttare l’avversario a terra. Ora prendo due punti e mi tocca passare la guardia, il baricentro, una volta che sono dominante prendo un posizionamento che si chiama: sai. Prendo così il passaggio di guardia più i punti della Said. Da qui posso prendere la monta che mi dà altri quattro punti e di solito si finalizza. Per finalizzare posso fare una chiave articolare, uno strangolamento. In questo caso vi farà vedere una chiave articolare che si chiama Arm Lock: blocco il suo braccio, metto peso, spalla e vado giù”.