di Bartolo Scandizzo
La corsa mattutina si è trasformata in piccolo incidente. Uscito per fare jogging, mi si è spento lo smartphone e mi sono perso nel dedalo di villette unifamiliari ordinate come grani di un rosario ininterrotto. Un po’ di apprensione a casa. Il tempo di fare la doccia e via in strada con Sabino per tentare di recuperare l’appuntamento con Bill Mazzeo, Rofranese trapiantiamo a Melbourne nel 1964. Da garzone meccanico a titolare di un garage che la fa da padrone nel mercato dell’auto nell’area di Dandinong, la passione per le auto da corsa e degli aerei che li costruisce da solo. Lo incontro nel pomeriggio nella sua bella casa accolto dalla moglie Antonietta arrivata a Melbourne nel 1956 all’età di 4 anni. Rinviato ad un altro giorno un giro tra i ricordi di gente di chi ha radici nel Cilento. Poi un salto al circolo NOX costituito da Rofranesi e Sanzesi dove anche altri Cilentani sono bene accolti, per un breve incontro con persone che si ritrovano il sabato per giocar a bocce o a carte. Vi facciamo irruzione nel bel mezzo di una “passerella = patrone e sotto”.
Savino accosta e parcheggia nei pressi di una struttura che è stata uno stadio di football Australiano oggi usato come campo di allenamento e con l’area parcheggio riattato a bellissime villette che guardano verso la spianata di racchiusa l’ovale verde. Qui Adriano, figlio di Savino, ha rilevato il ristorante dello stadio e lo trasformato in un locale di successo. Ci viene incontro il socio Attilio, calabrese di Cosenza. Ci offre da bere intanto che facciamo un giro nel locale attraversandolo fino al terrazzo che dà sul campo di gioco. Incredibilmente, risento frasi fatte e imprecazioni lasciati a “marcire” nella memoria tra chi detta legge e chi soccombe alle scelte incontestabili di chi governa la “partita”. Torniamo a casa per prepararci per andare ad una festa di presentazione di un giovane italo-canadese Joseph e Julia, una giovane attrice che ha appena finito di girare un film su Gomorra, il terzo dopo il film e la serie. Il film sarà presentato al festival del cinema di Roma nell’estate del 2017.
Nel corso della festa mi si avvicina un uomo con il viso consumato dal sole. Si tratta di Tony Scandizzo un mio zio di Rofrano che ha deciso di andare a vivere il campagna. Ha acquistato una farm dove ha creato un “regno” del fare. Oltre 3 ettari di terreno sezionato e dedicato alle sue molteplici attività: allevamento, vigneto, frutteto, e un grande laboratorio per la raccolta, sistemazione, riparazione e rivendita di qualsiasi mezzo legato alla manutenzione di giardini o terreno coltivato. Svolge questa attività da pensionato in piena autonomia per occupare il suo tempo. È già mezzanotte quando la festa finisce. È stato un bagno di emozioni nel mare dei ricordi. Quello più significativo per me è stato il ricordo di Tony di me e mia madre Giuseppina in visita a mia nonna a Rofrano che risale a quando avevo 5 anni nel lontano 1961: come in una foto mi ha riconosciuto con il mio maglioncino blu tra mia nonna Carmela e mia madre. Una sensazione irripetibile …