Di Giuseppe Liuccio
Oggi domenica 8 gennaio 2017, nonostante il tempo inclemente, si vota per eleggere il nuovo Consiglio Provinciale. La campagna elettorale è stato il motivo conduttore delle chiacchiere durante tutte le Feste Natalizie. E l’ha fatta da padrona anche nella cronaca della stampa cartacea ed online. Ancora campeggiano titoli e commenti all’insegna dell’ironia intelligentemente graffiante alcune volte, o, spesso, banalmente, ripetitiva: Il vecchio che avanza. Indietro tutta, controriforma, retromarcia, retroazione da rinculo…. E chi più ne ha più ne metta. È il primo vociante effetto della vittoria del NO del 4 dicembre. È la rivincita del gambero che con sicumera avanza lento ma deciso “verso il futuro del passato”. E l’esercito di sindaci, assessori e consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza si frantuma nelle opposte fazioni e macina chilometri tra paesi e contrade per la conquista di uno scranno a Palazzo Sant’Agostino, per amministrare il nulla o quasi, ma solo per un titolo da vanagloria in questa nostra Italia di periferia che si accapiglia nelle e per le “passarelle dell’apparire” più che per la “sostanza della progettualità operativa dell’essere”. E dire che alcuni di noi si sono battuti per un “Paese, il nostro, perché avesse un ruolo di primo piano in Europa”. Sapremo nella tarda serata o alle prime luci dell’alba di domani chi canterà vittoria sui campi di battaglia di un territorio ulteriormente mortificato, ferito, sfregiato da Positano a Sapri lungo la costa e dal mare ai monti o, “dall’osso alla polpa”, secondo una bella efficace immagine di un meridionalista dello spessore di Manlio Rossi Doria, quando la Politica si pensava e si scriveva con la maiuscola. In attesa di tempi migliori io mi rileggo due bei libri che mi hanno fatto compagnia nei giorni di vacanza di fine 2016 e inizio 2017. Si tratta di “IL PRESENTE NON BASTA” di Ivano Dionigi e di “IL COMPLESSO DI TELEMACO” di Massimo Recalcati.
Il primo mi ha ricordato e mi ricorda il primato della parola, nella accezione latina del termine, che già sacralizzai nel principio etico del Vangelo nel catechismo dell’infanzia “Et verbum caro factum est” (e la parola si fece carne): la parola, il verbum, che, se pure minuta ed invisibile, può spegnere la paura, eliminare la sofferenza, alimentare la gioia, accrescere la compassione. Nulla è impossibile alla parola. Facciamo un esempio. Oggi nelle assemblee elettive i politici amano dividersi in maggioranza ed opposizione piuttosto che in maggioranza e minoranza. Nulla è impossibile alla parola. Pensiamo per un attimo al nostro termine “competere” che nella sua origine etimologica “cum-petere” non ha nulla di sgomitante e muscolare, ma molto più semplicemente significa andare insieme nella stessa direzione, correre insieme verso la stessa meta per conseguire gli stessi obiettivi. Oggi invece la minoranza preferisce chiamarsi opposizione che etimologicamente deriva da ob = contro, ponere = porre, con la riaffermazione di una contrapposizione aprioristica, a prescindere dai temi e dai loro contenuti. Purtroppo!!!
Nel secondo, Massimo Recalcati affronta, tra gli altri, il tema della eredità, partendo dalla psicanalisi per trasmigrare nella sociologia e, conseguentemente, nella politica. Lo spunto è una riflessione di Goethe citata da Freud: “Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero”. Di qui il paradigma, che acquista valore emblematico di eticità: l’eredità è una riconquista non un atto passivo di ricevere un dono, bensì un atto soggettivo di ripresa. L’erede è fuori dubbio il figlio che si appropria per legge del lascito del padre, ma anche una comunità che riscopre ed esalta l’eredità della storia ossificata in atti e comportamenti di intere generazioni e sacralizzata dalla tradizione. I miti e la letteratura ci hanno indicato tre modelli di figli/eredi che sono diventati punto di riferimento nel corso dei secoli: Edipo, Narciso, Telemaco. Il mito di Edipo è noto e non propone un modello positivo perché è furia di possedere tutto, di avere tutto, di sapere tutto, di essere tutto e, come tale, nega l’esistenza del limite, rifiuta l’impossibile che la legge della parola inscrive nel cuore dell’umanità. L’altra figura di figlio/erede è Narciso, vanesio ed infecondo, tutto preso dal protagonismo dell’apparire, è il simbolo della evaporazione del padre,morbosamente malato dell’orgoglio della propria identità. È una personalità infantile, che non diventerà mai adulta. È bozzolo che non sarà mai farfalla e non conoscerà mai la feconda fatica ed il salutare dolore di esistere. Terza figura simbolo di figlio /erede è Telemaco, cantato da Omero nell’Odissea. Di fronte allo spettacolo indecoroso dei Proci, che attentano all’onorabilità della madre Penelope, dilapidano le sostanze della casa del padre Ulisse, se ne contendono la sposa, le ricchezze ed il regno aspetta ed invoca il ritorno del padre. Minerva, voce della coscienza (etica), della ragione (Legge) e del cuore (passione ed impegno civile) lo consola, lo scuote e lo motiva nel profondo sulle rive del mare. È l’erede giusto, l’erede della riconquista e della riappropriazione. Tutti abbiamo aspettato un padre sulle rive del mare, che nella metafora è porta di casa o limite di accesso alla proprietà di famiglia (campagna, bottega artigiana, attività commerciale, studio professionale, ecc. ecc.) o semplicemente un libro per coglierne messaggi e valori, per riceverne il testimone e farlo proprio nella consapevolezza acquisita dell’impegno nella collettività. Mi auguro che anche i candidati eletti al Coniglio Provinciale, come tutti gli altri politici, a qualunque livello, del territorio abbiano come modello di riferimento Telemaco.
SCHEDA
Ecco i nomi degli eletti:
PARTITO DEMOCRATICO – (8 Consiglieri): Vincenzo Napoli, Vincenzo Servalli, Carmelo Stanziola, Antonio Rescigno, Luca Cerratani, Michele Strianese, Paolo Imparato, Mimmo Volpe; DAVVERO IN CENTRO – (3 Consiglieri): Massimo Cariello, Pasquale Mauri, Marcello Ametrano; CITTADINI PER LA PROVINCIA – (1 Consigliere): Cosimo Ferraioli; PARTITO SOCIALISTA – (1 Consigliere): Pasquale Sorrentino; FORZA ITALIA – (1 Consigliere): Gregorio Fiscina; FRATELLI D’ITALIA – (2 Consiglieri): Giuseppe Fabbricatore; Angelo Cappelli