di Adriana Coralluzzo
Non è tutto oro ciò che luccica ma è Oristanio! Continua la scia di talento da padre in figlio che porta il giovane Gaetano ad indossare la prestigiosa maglia dell’Inter, dopo quella rocchese. Definito da tutti gli addetti ai lavori il miglior classe 2002 d’Italia, è stato l’oggetto del desiderio per tutti i settori giovanili delle grandi squadre. Io vi presento il soggetto, un ragazzo di appena 14 anni che fa tanti goal ma rimane con i piedi per terra, ancorato alle radici.
Come si chiama la società di Rocca in cui sei cresciuto ed il coach che ti ha seguito in questo percorso di crescita?
Ho iniziato a giocare all’età di cinque anni con l’ A.S.D. Roccadaspide, fino ai dodici anni. Dai 12 ai 13 anni sono passato alla Peluso Academy , nonostante mi sia sempre allenato sul campo di calcio di Roccadaspide. In tutto il mio percorso di crescita, mi ha seguito mio padre Rosario Oristanio che mi ha allenato fino alla mia partenza per Milano.
Considerando il poco fair play del calcio italiano, le società giovanili hanno una responsabilità in questo secondo te? Alla crescita tecnica credi sia corrisposta una crescita morale di te come uomo, prima che come giocatore?
Sono cresciuto calcisticamente, insieme ai miei compagni di squadra, nel pieno rispetto per l’avversario e le regole di gioco.
Quali altri ragazzi cilentani possono essere futuribili secondo te?
Oltre i ragazzi di Roccadaspide, come il bomber Marco Zunno, per il quale nutro una stima ed affetto particolare considerato che abbiamo effettuato il nostro percorso di crescita insieme fin da piccolissimi; Gabriele Antico,Gianmaria Guadagno e Samuele D’Agosto che militano in squadre professioniste e che hanno tutte le carte in regola per poter far bene. Voglio menzionare altri ragazzi cilentani di talento che mi hanno accompagnato nel mio percorso e che considero amici: Vincenzo Alfieri, Cosimo Federico, Danilo Gargaro, Simone Salato, Salvatore Piccolo, Cristian Russo, Vito Morena, Salurso Andrea che giocano in squadre professioniste e non.
Qual è il giocatore che ti ha messo più in difficoltà nel campionato locale?
Di giocatori forti ne ho incontrato e fare un nome mi risulta difficile, considerato che in Campania ci sono molti giovani talentuosi.
Come ti trovi nella tua nuova squadra, città e scuola?
L’inizio è stato duro. Lasciare la mia famiglia, i miei amici e il mio paese non è stato facile. Vivere in una metropoli come Milano è molto diverso, ma devo dire che mi ci sono subito abituato grazie anche ai miei compagni di squadra che, come me, vivono la mia stessa situazione. Per quanto riguarda la scuola frequento il primo anno del liceo scientifico statale “B.Russell” di Milano dove mi trovo molto bene sia con i nuovi compagni che con i professori.