di Chiara Sabia È piuttosto raro imbattersi in un referente all’Identità Culturale di cui se ne ricordi il nome e l’operato. L’Italia è un museo a cielo aperto e nella moltitudine delle compagini amministrative la figura dell’Assessore alla Cultura pare venga stipata in un cassetto e tirata fuori all’occorrenza, a titolo di pallida rappresentanza. Francesco Crispino si è rivelato, a fronte dei suoi successi, una piacevole eccezione. L’Assessore alle Politiche per l’Identità Culturale con deleghe a cultura, beni culturali, scuole e istruzione, rimane, a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato, il fiore all’occhiello dell’amministrazione guidata da Franco Alfieri. Da quanto tempo ricopre la carica di assessore alla cultura? Mi onoro di essere Assessore alla Cultura di questa città da quasi dieci anni. È stata una sua scelta o è stato Alfieri a convincerla ad occuparsi del settore? Diciamo che è stata di entrambi. Dieci anni fa quando è iniziata questa bellissima esperienza, molti di noi erano dei ‘’nuovi ‘’ della politica, io avevo ricoperto già la carica di consigliere comunale dal 2002 al 2004, appartengo ad una famiglia dove si mastica molta cultura, è un aspetto molto forte della mia vita e probabilmente il sindaco Alfieri ha tenuto presente il mio amore per la cultura. Cosa è cambiato ad Agropoli con l’amministrazione di Franco Alfieri? Questa era una città mortificata, questo perché in passato le amministrazioni comunali avevano una durata breve, nascevano la sera e morivano la mattina. Finalmente c’è stata una continuità nella gestione e questo ha reso possibile la realizzazione di tanti progetti, lo stravolgimento in toto della città. Dal punto di vista culturale si è realizzato tanto, anche nelle strutture, il palazzo che ci ospita stasera era un palazzo ormai chiuso da anni, di proprietà del Comune, acquistato da un’amministrazione degli anni ’50. Da un po’ di anni era chiuso, noi lo abbiamo ristrutturato e aperto al pubblico nel 2011. Ricordo l’ acquisizione del castello di Agropoli, il cineteatro Eduardo De Filippo, fra qualche mese apriremo l’antica Fornace di mattoni, sono tutti progetti che si sono concretizzati grazie alla continuità amministrativa che ci ha contraddistinto. Qual è stata, a suo parere, l’iniziativa che più ha incontrato il favore dei cittadini? Sicuramente il ‘’Settembre Culturale’’, che è una rassegna consolidata arrivata alla sua nona edizione, ha un format ben definito. È facile evincere la qualità di questa manifestazione che ogni anno accoglie nel castello centinaia e centinaia di spettatori. Quale invece è l’iniziativa che non riproporrebbe perché non ha raggiunto gli scopi prefissati? In tutta sincerità, mi trovo soddisfatto di tutti i progetti che certamente devono essere limati e migliorati. C’è qualcosa che ancora devo realizzare nei prossimi mesi o addirittura nella prossima consiliatura. A questo punto è opportuno chiederle quali sono per lei i progetti futuri … Posso dire che mi auguro, per me o per chi ricoprirà in futuro il mio ruolo, di continuare per questa strada, di migliorare quello su cui ho lavorato, di non dimenticare queste manifestazioni e di porre particolare attenzione alle scuole e alle associazioni. Si può dire che lei è stato uno dei pochi a rendere reale il sogno del turismo culturale. Quali sono le difficoltà che incontrano le altre realtà cilentane che spesso non riescono ad andare oltre la sagra di paese? Dipende sempre dalla proposta. Fondamentale è il duro impegno, una manifestazione culturale ben organizzata ha bisogno di 365 giorni di lavoro, va curata nei minimi dettagli. Il Settembre Culturale è figlio del suo lavoro in questi nove anni di assessorato, include nomi sempre più importanti per quanto riguarda lo scenario libresco nazionale. Cosa si ci può aspettare dalla decima edizione, lei collaborerà anche dall’esterno? È una mia creatura e non potrei non farlo, anche dall’esterno della situazione amministrativa. Non potrei abbandonarla. Ci sono dei nomi a cui sto pensando per la prossima edizione, ma non posso dire di più. Può fare un bilancio dell’amministrazione guidata da Franco Alfieri? Abbiamo rivoluzionato questa città che era mortificata e ripiegata su se stessa. Oggi si parla di Agropoli in tutta Italia, tutti vogliono conoscere il segreto del nostro successo che non è altro che tanto lavoro, tanto impegno e passione.
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