di Oreste Mottola L’ospedale di Roccadaspide è diventato come la fortezza dei Tartari da difendere e tanti sono diventati i tenente Drogo chiamati a difenderla chi per convinzione chi per onor di firma e chi per pura pignoleria. Solo la psicologia e la letteratura ci vengono in soccorso per capire il verso di una cosa che un verso non ce l’ha. Voglio trovare un senso a questa sera, anche se questa sera un senso non ce l’ha. Voglio trovare un senso a questa vita. Anche se questa vita un senso non ce l’ha. Il successivo step per alcuni coincide con i risultati del referendum costituzionale nella Valle del Calore con l’assoluta inutilità – a tal fine – dell auspicata valanga di sì e no. Conterà se De Luca riuscirà a farsi nominare o meno commissario governativo alla sanità regionale. Francione, Sabatella e Mucciolo scommettono sull’incontro del 2 presso l’Asl di Salerno, che si terrà, fosse anche per una questione di pura cortesia istituzionale. Insomma arriveremo a Natale nella stessa situazione odierna, con diversi tenenti Drogo che alla loro maniera e con motivazioni diverse si sentiranno investiti della “Missione”. LA COMMEDIA PIRANDELLIANA. Dell’ospedale dato già per chiuso, e della successiva commedia pirandelliana, e dell’opinione pubblica che si divide in chi si rifugia nell’attesa messianica del supereroe, che senza dare troppe spiegazioni risolve il problema, mentre gli altri non sapendo a quale santo votarsi arrivano a credere anche all’asino che vola. Questo era il copione che descrive sei anni fa, su queste stesse colonne, Mariarachele Daniele. Il clima di contorno, i protagonisti, e nemico sono sempre gli stessi. Ancora De Luca, quelli di Agropoli che vogliono intanto il loro ospedale, con attrezzature modernissime e costose ancora lì, e nelle nostre comunità dove al posto dei diritti di tutti si impiantano sempre più le derive dei “dritti”, dove i salvati corrono a debita distanza dai sommersi. Mariarachele ripropone quel suo pezzo sui social network e lo correda con la figura di un asino che vola vestito da superman, splendida metafora della situazione. LE PICCOLE GUERRE. Colpa di chi? Il sindaco Iuliano usa facebook per rendere nota anche una guerra dei manifesti: “Grande esempio di rispetto e di democrazia. Il democratico e onesto Comitato civico copre tutti i manifesti del Si, che per poter essere attaccati erano stati previamente autorizzati e avevano regolarmente pagato i relativi diritti. Il comitato invece domina tutto e tutti: non richiede autorizzazioni, non paga i diritti e copre ciò che non gli piace. Momenti di grande civiltà. Complimenti”. Sempre su fb si può leggere anche un dibattito sul presidente del Comitato, Giovanni Francione. “L’unicità dei suoi pregi e dei suoi difetti lo rende unico. L’unicità del suo coraggio, della sua follia, della sua irriverenza lo rende unico. Uno dieci centomila come lui occorrono per tutelare i nostri diritti e non, come sta facendo la nostra comunità, uno due tre quattro cinque dieci cento passi “indietro” … sono le parole di Paolo Antico, capogruppo dell’opposizione. LE SCELTE PERICOLOSE. La nuova rete per il trattamento dell’infarto del miocardio acuto annunciata dall’Asl di Salerno comincerebbe già a fare a meno del presidio ospedaliero di Roccadaspide che, ricordiamolo, non è sede di emodinamica. “Orbene – denunciano dal sindacato – per ciò che attiene al presidio di Roccadaspide, Presidio lontano più di un’ora dal DEA di I° livello di emergenza, tale protocollo potrebbe compromettere la vita del paziente da trasferire per il trattamento consequenziale ed evidentemente non è stato tenuto di conto la particolare condizione che trattasi di località lontana più di mezz’ora anche dal centro COT 118 più vicino. Ciò a significare che tra arrivo del paziente in Ospedale, diagnosi di STEMI, allertamento del 118 e trasporto in un Centro HUB con Emodinamica potrebbero passare anche più di 2 ore rischiando di compromettere le funzioni vitali del paziente in cura ed in violazione di ogni linea guida”. Infatti in caso di infarto il fattore tempo gioca a sfavore e se occorrono più di 60 minuti per raggiungere una UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica) la vita del paziente potrebbe essere a rischio. Risultano essere vitali le prime fasi di assistenza. In sostanza, ecco dei primi segnali che indicano la volontà di bypassare completamente una struttura destinata, in tempi non ancora definiti, ad essere smobilitata. 25 GENNAIO 2017, IL TAR. Questa deriva potrebbe essere fermata dal Tar, il tribunale amministrativo, che potrebbe fermare l’atto aziendale che trasforma in realtà i “tagli” del commissario governativo in carica. Se anche va bene si è sempre in balia di nuove decisioni del livello commissariale, De Luca o Polimeni che sia. E noi tutti abbracciati in eterno alla nostra Fortezza Bastiani.
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