ll presidente della Comunità del PARCO Salvatore IANNUZZI accoglie contento ma non ancora soddisfatto la nuova legge su parchi nazionali. Iannuzzi nel luglio 2016 con forza e decisione aveva aspramente avversato il disegno di legge n. 119 nella parte in cui disciplinava il passaggio di beni demaniali dai comuni al Parco. Con l’allarme lanciato a RENZI e a MATTARELLA richiedeva modifiche alla legge e l’emanazione di una serie di provvedimenti che potessero compensare i limiti e le restrizioni imposti dalle norme di salvaguardia ambientale nelle aree protette. Le parole del presidente Iannuzzi, recepite dalla componente parlamentare Pd (Saggese, Iannuzzi e Valiante), unico soggetto politico a prestarvi attenzione, hanno indotto il Parlamento ad ulteriori riflessioni sulla regolamentazione delle aree protette e all’ emanazione, ieri sera, di provvedimenti di tutela della dignità dei Comuni. La nuova legge sui Parchi nazionali prevedeva, in origine, la cessione dei beni demaniali dei comuni ai soggetti gestori delle aree protette a titolo gratuito. La legge, nella sua prima stesura, passata in sordina in Italia, non è sfuggita all’occhio vigile di Iannuzzi che con più note inviate al presidente del Consiglio e al presidente della Commissione ambiente del Senato esprimeva una netta disapprovazione proponendo un emendamento a tutela del demanio comunale. I comuni sarebbero stati privati della propria autonomia e avrebbero avuto una riduzione delle entrate correndo il rischio di disastrare irrimediabilmente le proprie casse. Iannuzzi con parole dirette e immediate esprimeva ” disappunto per le modalità con cui la legge 394/91 nel corso degli anni, ha trovato applicazione nel nostro Paese. Tutto questo rende facilmente comprensibile perché i comuni insistenti in area parco non solo non debbono essere privati delle poche entrate patrimoniali di cui dispongono ma, al contrario, occorre trovare forme di aiuto e di restituzione per i sacrifici economico – sociali a cui sono sottoposti. Secondo Iannuzzi la legge di riforma dei parchi deve contemplare misure di tutela socio – economica delle comunità insistenti in aree protette, soprattutto se già classificate come zone di disagio, quali ad esempio : bonus nella gestione dei servizi comunali; deroghe e supporti nella organizzazione dei servizi essenziali al cittadino (scuola, sanità, trasporti … ); sgravio fiscale per le attività economiche etc.” Le grandi città possono continuare a vivere soltanto perché i paesi del Parco garantiscono ossigeno, mitigazione climatica e i crediti di carbonio necessari a rispettare le normative nazionali e in particolare gli impegni del protocollo di Kyoto… lo stato deve garantire dei corrispettivi a coloro che patiscono i vincoli. L’approvazione dell’emendamento proposto da Salvatore Iannuzzi, attraverso la rappresentanza parlamentare del PD (Saggese, Iannuzzi, Valiante, Capozzolo) e in particolare tramite la senatrice Angelica Saggese, garantisce da un lato la valorizzazione dei paesaggi incantati del Parco ma anche la dignità dei comuni. I comuni grazie all’emendamento suggerito dalla Comunità del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni mantegono l’autonomia di decidere se e cosa trasferire del proprio demanio all’area protetta e cosa promuovere del proprio territorio. Ulteriori miglioramenti della legge potranno essere prodotti sia circa il ruolo dei Comuni nei processi di governance dell’ area protetta, sia nell’ emanazione di misure di sostegno e compensazione economica ai tanti piccoli comuni dei parchi “danneggiati” dalla giusta vincolistica di tutela. Clicca qui per la lettera del presidente della Comunità del PARCO, Salvatore Iannuzzi, al senatore Marinello.
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