Di Bartolo Scandizzo La popolarità non stanca. Questo potrebbe essere il motto del sindaco di Agropoli Franco Alfieri. Come ci si sente a stare per molto tempo sulla cresta dell’onda? Non mi sento sulla cresta dell’onda. Per chi ha passione per la politica e ama il suo territorio, è un grande privilegio servire la comunità che lo sostiene, lavorare per il suo sviluppo e renderla migliore in termini di vivibilità e di opportunità per tutti. Tra le tante cose fatte nel suo comune, quali sono state le più significative e qualificanti delle sua amministrazione? L’acquisizione del Castello Angioino Aragonese, simbolo dell’identità cittadina, dell’area naturalistica di Trentova e dell’antica Fornace di Campamento, la realizzazione del Cineteatro Eduardo De Filippo. Tantissime opere ed interventi fruiti da tutti, come le strutture sportive quali il PalAgropoli, il Palagreen, il Peppino Impastato, la ristrutturata pista di atletica Pietro Mennea, la stazione degli autobus, le scuole più dignitose, i parcheggi e la viabilità, il potenziamento delle infrastrutture primarie e secondarie, tutti tasselli importanti per una città trasformata e cresciuta. Da troppo tempo si parla di una forte integrazione tra Capaccio Paestum e Agropoli. In realtà si continua ad avere la sensazione che poco o niente si è fatto. Come è possibile che una scelta così vantaggiosa per entrambe le comunità sia stata presa sottogamba? Personalmente ho tentato varie volte, anche con protocolli di intesa. Sono convinto che legare le due comunità che non sono tra loro in competizione, ma complementari, potrà rappresentare una rivoluzione non solo per i comuni di Capaccio-Paestum e Agropoli. La questione non è archiviata e mi auguro che si potrà riprenderla in futuro. Lei ha spiccato il volo quando Andria la nominò Ass ai lavori pubblici in provincia. Oggi l’ente non è stato evirato di un ogni ruolo politico. Non ha rimpianti? Rimpiango la Provincia come era. Non sono un nostalgico, ma credo sia stato sbagliato depotenziare un ente locale intermedio tra Regione e Comune che poteva continuare a svolgere un’importante funzione. Probabilmente andavano eliminati un po’ di enti, organismi e soggetti inventati dalla politica. La Cilentana è ancora bloccata. Quando la vedremo riaperta? Credo che prima di Natale il cantiere sarà completato e metteremo alle nostre spalle un periodo di grande frustrazione e delusione. La problematica è stata affrontata da De Luca con determinazione e sicuramente per il mese di dicembre diverrà solo un brutto ricordo. Pellegrino si è insediato al Parco. Che giudizio dà delle scelte fatte finora è che futuro prevede per il PNCDA? Il Parco è la vera occasione di sviluppo a sud della Provincia di Salerno. Attraverso la Comunità dei Sindaci bisogna affrontare tutte le questioni e le priorità: viabilità e accessibilità, intermodalità tra ferro, gomma e mare; servizi legati alla sanità, alla giustizia, al turismo, all’agricoltura. Tutto passa per l’apertura vera dell’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi. E’ importante perciò l’approvazione del documento strategico che stiamo approntando. Con una Regione più concreta con De Luca ed uno Stato più vicino alle aree interne, credo si possa fare un ottimo lavoro. Pellegrino è persona capace, appassionata, è un sindaco, persona disponibile e sensibile. Insieme potremo svolgere un compito importante per il nostro territorio. Lei è stato delegato da De Luca ad occuparsi del settore agricolo della regione. Dopo la fase di studio, cosa proporrà al presidente in merito al territorio a sud di Salerno? In Campania abbiamo grandi eccellenze di prodotti agroalimentari. Dobbiamo rilanciare le aziende agricole e rafforzare un cambio generazionale. Questo è uno degli obiettivi del nuovo PSR 2014-2020. Uno dei criteri introdotti è quello della premialità per i nuovi insediamenti agricoli realizzati da un target giovanile. Una leva formidabile per lo sviluppo è sicuramente la Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale Unesco, essendo il Cilento la comunità emblematica. I lavoratori forestali hanno molta fiducia in lei. A che punto siamo rispetto alle attese e alle speranza suscitate dalla sua nomina per la risoluzione degli annosi problemi delle risorse e del ruolo che i forestali avranno in futuro? Sei anni fa, lo Stato ha deciso di delegare totalmente le Regioni senza però assegnare un euro. Dall’ordinarietà dei pagamenti degli stipendi si è passati ad una gestione malamente affrontata dalla Giunta Caldoro. Si parlava di licenziamenti, di chiusura delle Comunità Montane e di cancellazione degli stagionali. Con De Luca, per il triennio 2015-2016-2017, sono stati posti 80 milioni per anno nel Patto per la Campania deliberato dal CIPE il 10 di agosto. C’è sicuramente un problema di pagamento, perché le risorse non sono regionali e questi flussi finanziari sono in ritardo. Siamo in attesa di iscrivere queste somme in bilancio e di aggiungere ai 35 milioni già liquidati negli ultimi mesi, gli ulteriori 100 milioni per saldare il 2015 e 2016. Siamo prossimi al referendum sulla riforma costituzionale. Il suo partito, il PD, è fortemente impegnato per il SI. Perché è giusto approvare la riforma? Siamo di fronte ad un appuntamento storico e possiamo essere protagonisti di una svolta decisiva per il futuro del nostro Paese. La riforma costituzionale è una chiave determinante, perché attraverso la modifica del bicameralismo paritario si semplifica il processo legislativo. Anche la situazione dell’annosa vicenda delle competenze tra Stato e Regioni verrà risolta.
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025