Di Oreste Mottola L’Occidente vuole castigare Putin ed Erdogan e in realtà ci diamo martellate su noi stessi. Scattano le sanzioni e il costo più salato lo paga già la Piana del Sele. Le scelte di politica estera, caratterizzata dalla sempre maggiore freddezza tra Europa, Usa e Russia, non ci devono far pensare alla paura di crescenti scenari da war games, ma hanno già da adesso pesanti conseguenze molto vicino a noi. L’embargo russo ha bloccato l’espansione del settore salernitano di insalatine da taglio e ortofrutticoli freschi, la cosiddetta “quarta gamma”, verso i mercati della Russia. Ad essere penalizzata è soprattutto la Piana del Sele che risente anche dei mancati introiti – nelle stesse aree – per la vendita di mozzarelle di bufala e vini. Lo stesso scenario si sta ripresentando a seguito dei recentissimi eventi che stanno investendo la Turchia. Mettendo in pratica il decreto firmato da Vladimir Putin mercoledì, il premier russo Dmitrij Medvedev ha annunciato la lista dei prodotti agroalimentari che per un anno saranno bloccati alle frontiere della Russia, “nell’interesse nazionale della Federazione”, aveva scritto il presidente. È la risposta del Cremlino ai Paesi che hanno deciso sanzioni economiche “antirusse”, una decisione coronata da quella di concedere a Edward Snowden, l’ex tecnico della Cia rifugiato in Russia dall’estate 2013, il rinnovo del visto per ben tre anni. Escludendo vini e bevande, e alimenti per l’infanzia, l’ordinanza di Medvedev parla di “bando totale” sull’ingresso di carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura. E cita Australia, Canada, Unione Europea, Stati Uniti e Norvegia: i più importanti, ma non tutti i Paesi che hanno introdotto sanzioni. La Svizzera, per esempio, non lo ha deciso direttamente ma ha fatto propria la lista di persone e entità prese di mira dalla Ue, per non fornire possibilità di “aggiramento” sul proprio territorio. “Per noi è una mazzata tra capo e collo”. A lanciare l’allarme è il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, che parla di svariati milioni di euro persi per la provincia di Salerno, tra le più penalizzate d’Italia. Per Sangiorgio “la Piana del Sele che produce il 70% del totale nazionale delle insalatine da taglio aveva aperto un nuovo mercato. Ora la Russia si sta orientando verso prodotti di provenienza egiziana, israeliana e bielorussa, un danno enorme per il nostro mercato. La carenza di materia prima – ha concluso Sangiorgio – rischia di alimentare in Russia un mercato di prodotti contraffatti che richiamano il prodotto salernitano, che è il migliore al mondo, ma che salernitano non è, con gravi ripercussioni per i nostri territori”. Sono 2500 gli ettari di serre all’interno delle quali vengono coltivate rucola, valeriana, songino e tante altre baby-leaft. La Piana del Sele è di fatto la capitale italiana della IV Gamma, “in grado di rifornire, grazie al clima mite, l’intero mercato delle insalate da ottobre ad aprile”. Il mondo della IV gamma, vede nei 500 km quadrati che si estendono nella provincia di Salerno uno degli areali produttivi più importanti d’Italia. Gli inizi sono nel segno della Ortobell di Tino Bellina, (azienda già oggetto di un articolo di “Unico”) che nel 2000 passa la mano al colosso francese Bonduelle. Punzi (protagonista del progetto nazionale di Bonduelle “dal campo alla busta in 24 ore”) o Rago Società Cooperativa Agricola . «Il 50% della nostra produzione è rivolta all’export – afferma Rosario Rago – portiamo i nostri prodotti nel Nord Europa, est Europa, Emirati Arabi, una crescita di esportazione molto più incisiva rispetto al mercato italiano, proprio perché all’estero è apprezzata di più la qualità dei prodotti e credo sarà proprio questo a fare sempre di più la differenza in futuro». Nonostante i terreni dedicati alla coltivazione di insalate per la IV gamma aumentino di 200-300 ettari all’anno, secondo Rago la crescita è destinata a fermarsi: «d’ora in poi chi acquista inizierà a guardare sempre più alla qualità e alla sicurezza del prodotto, una selezione necessaria». Non a caso ora anche le campagne della pianura di Altavilla Silentina cominciano a vedersi le aziende che “imbustano” insalate e la fanno arrivare nei più rinomati supermercati. E se non rasserena la politica mondiale qui saranno destinate a fermarsi se Putin e il nuovo presidente americano continueranno il loro confronto muscolare. Da qui l’ulteriore augurio di una ventata di politica di pace che si leva dalle nostre parti.
Aggiungi un commento