di Bartolo Scandizzo Un giorno dedicato al futuro. Con Gina, ci svegliamo prima della sveglia, abbia deciso di “spendere” un sabato per andare a Roma a fare numero in piazza del popolo dove il PD si stringe intorno a sé per sostenere il SÌ. All’Agri Paestum arriva solo un triangolo di sole dove agguantarci in attesa del bus organizzato dal PD agropolese, quello di Capaccio e limitrofi sono impegnati a girare a vuoto intorno alle illusorie alchimie delle prossime elezioni amministrative. Saliamo sul pullman Adria turismo le prime due ore volano prima ascoltando e poi interloquendo con Antonio Lepre, detto Parmalat (una storia da raccontare). Oggi pensionato ma una vita spesa alle dipendenze della Parmalat di Callisto Tanzi prima a Parma e poi a Capaccio quando l’azienda acquistò l’impianto di Rosario Pingaro sulla SS18. Alla sosta caffè si ha modo di “riconoscere” i compagni di viaggio. Tra gli altri, c’è Franco Alfieri, Sabrina Capozzoli. Il clima è disteso, tranquillo poco goliardico. Con Alfieri i gruppo di collaboratori e cittadini discutono dei problemi legati al trasloco del mercato. Intanto si procede verso Roma che oggi sarà “occupata” dal SI! Ad Anagnina prendiamo la metro per p.zza di Spagna. Giovani di Cerignola invocano Di Vittorio e intonano “Bella ciao”. Alla p.zza di Spagna gli sportelli “vomitano” quasi la totalità del carico. Il tunnel che porta alla “Barcaccia” è pieno di umanità piddiessina diretta a piazza del Popolo che, per l’occasione, si colora di palloni e bandiere verdi bianche e rosse. TV nazionali e locali hanno già conquistato le migliori posizioni; noi come altri arrivati in anticipo, scegliamo una postazione comoda per poter seguire il programma della manifestazione con dalle prime battute. Alle 14:00 si inizia con musica e testimonianze tutte tese ad intrattenere gli astanti ma anche raccontare come le azioni del governo hanno avuto ricadute sulla vita delle persone: La buona “scuola”, il rientro dei “cervelli”, il “job acts”, la legge sulle unioni civili e caporalato, l’orgoglio di salvare migliaia di vite in mare … sale sul palco anche una veterana delle feste dell’Unità: un signora di Reggio Emilia che ha cucinato quintali di tortellini … Sole, bandiere, colori e molta allegria: la Piazza è “del” Popolo che non fa fatica a prendersela a godersela nell’ultimo pomeriggio “lungo” di ora legale. Gli inviati di radio e Tv “rozzolano” tra i vari capannelli per raccogliere impressioni e commenti del popolo del sì marcato PD. Non è difficile capire che lo sforzo fatto dal partito per garantire che la piazza fosse piena e riuscito con una certa fatica. Ma dagli accenti ci si rende conto che le presenza sono spalmate da accenti provenienti da tutte le regioni d’Italia. Non c’è traccia dei leader de partito che voterà NO il 4 dicembre. Invece, sono in tanti quelli che sono impegnati per il SI che si concedono alla base per una battuta o per una foto. Solo l’arrivo di Gianni Cuperlo, attestato sul “NI” smuove telecamere e molti attivisti che lo stringono in un “abbraccio” forzato con Lorenzo Gerrini, vice segretario del PD. Il groviglio di corpi e braccia protese accompagnato da incitamenti all’unità si muove lentamente verso la zona destinata ai “vip”. Quando il sole alza il suo “riflettore” oltre il palco ormai sgombro di strumenti musicali, arriva Matteo Renzi che guadagna il leggio e parla a suo popolo indicando la strada per il “futuro” dell’Italia. Tra le tante cose ripetute all’infinito in queste settimane di campagna referendaria, il segretario del partito democratico ne lancia una che, oggettivamente, può e deve far riflettere: “Il vero partito della nazione è quello del NO!” Identificando in Travaglio e Berlusconi, Salvini e Grillo, D’Alema e De Mita i protagonisti di chi vuole negare, perché incapaci, di dare un futuro all’Italia. Dopotutto, non ci vuole molto a capire che i tanti tentativi fatti negli ultimi 40 anni e che hanno visto proprio alcuni di loro fermarsi un attimo prima di presentare la proposta alle camere portano, tra gli altri, i loro cognomi. La giornata di festa è finita, la piazza torna ad essere un luogo per turisti. Le vie si riempiono di uomini e donna e, per la verità, di tanti giovani che, con le bandiere arrotolate si avviano sulla strada di casa con i mezzi più disparati. Anche noi torniamo al Bus posteggiato all’Anagnina e ripartiamo per Agropoli. La stanchezza si fa sentire. Solo la radio che racconta la partita del Napoli contro la Juventus tiene via l’attenzione. Qualcuno dorme … Siamo al termine di una giornata spesa per testimoniare che, pur faticosamente, c’è ancora chi fa chilometri per andare a vivere insieme a tanti altri un momento di forte condivisione di un’idea e sostenerla guardandosi in faccia. L’abbiamo fatto altre volte e a ragion veduta quando siamo stati chiamati a Roma dal sindacato o dal partito. Anche questa volta io e Gina ci abbiamo impiegato una giornata della nostra esistenza per sentirci vivi fuori dal mondo dove basta un “click”.
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